Nel 2000, la immigrata in Australia libanese Aheda Zanetti inventò il burkini, ovvero il bikini con qualche straccio in più, e ne vendette 700.000 pezzi nel 2008.
Quest’anno le islamiche francesi, liberate dal burka (‘animaka del bur’ in zumero) cercano di indossare quel burkini.
La Franica, paese di Asterix, le loda? Tutt’altro!: Anche Valls si schiera, “Giusto vietare il burkini incompatibile con noi” [re.: la Repubblica, 18.08.16: 6-7].
Questo vecchietto del ’68 si sente come Alice nel paese delle meraviglie: credeva che fosse vietato vietare nella libertà e negli scherzi del Charlie Hebdo, ma non è così!
Colpito e ferito, il Paese ha fatto della laicità un principio irrinunciabile. E questo alcuni musulmani non riescono a capirlo ha scritto Tahar Ben Jelloun [ib.: 7].
Io, che fui agnostico nel ’68, quando di diceva –vietato vietare-, non riesco a capire in cosa consista il principio della laicità che non riesce più a coprire neanche il ‘topless della libertà’ dei tre pezzi rivoluzionari (liberté, égalité, fraternité).
Matteo Salvini, uno che se ne intende, ha dichiarato: “Si prendano provvedimenti simili anche in Italia” [re.: la Repubblica, 18.08.16: 6-7]. Bene. Purchè Matteo Salvini cominci ad indossare il bikini molto seriamente.
Sarà l’atomica delle risate!
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