ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Venerdì, 19 Agosto 2016 13:15

La ragione delle ragioni che tanti occhi guardano senza vedere

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Dei tanti libri di ordine tecnico e anche manualistico sulla Riforma Costituzionale, o sul suo combinato disposto con la riforma elettorale, che ho letto in questo periodo per avere una idea appropriata cosa votare al referendum, tutti sono incastrati nell'articolato tra gli articoli introdotti e quelli eliminati.

In questo modo il discorso costituzionale diventa un discorso tecnico, che reclama una competenza tecnica, e dunque viene come sempre sottratto alla politica utilmente denigrata. Molti, poiché sono per definizione schierati o con l'uno o con l'altro, rifiutano di discutere l'atto politico essenziale partendo dai fatti, dalle dure realtà della storia che le verità suadenti della cronaca non contemplano.

C'è una leggerezza, direi una indifferenza nel confronto politico che sta diventando, come diceva Kundera, insostenibile. In quel libro, e nel film pure (L'INSOTENIBILE LEGGEREZZA DELL'ESSERE) è stato inopportunamente messo in evidenza la storia d'amore (che incrementa il budget), ma non il tema principale del libro: i sistemi totalitari, a causa della emarginazione e della estraneazione, producono indifferenza verso la politica. Questa indifferenza è appositamente prodotta per tenere stretto nelle mani di una élite aggressiva il potere. Il cittadino che si abbandona alla insostenibile leggerezza della sua indifferenza politica, non può che morire in un qualsiasi banale incidente d'auto.


Il tema della indifferenza politica è stato brillantemente trattato da Peter Mai in un libro recentemente (2016) pubblicato per le Edizioni Rubettino, intitolato: GOVERNARE IL VUOTO. Più di tutti fa capire il senso profondo di ciò che sta avvenendo nelle democrazie liberali e in Italia in particolare: lo svuotamento dei partiti politici ha generato l'indifferenza verso la politica, prima, e l'indifferenza verso la democrazia, poi. La produzione della indifferenza è la più devastante struttura di controllo del potere delle autocrazie dominanti. È quanto avvenuto sempre in Italia (dal 1948) e che oggi si sta sempre più accentando: il passaggio da una democrazia ad una autocrazia sempre senza sovranità popolare. Gli elementi connotati vi sono tanti.

Ad esempio l'insignificanza del voto: posso votare come voglio, saranno le fluttuanti alleanze parlamentari (sempre più fluttuanti con il crollo dei partiti politici) a decidere chi governa. Era prima così è sarà così pure dopo la riforma costituzionale. Con la riforma elettorale può governare chi ottiene una minoranza di consensi su una maggioranza di dissenzienti. Il comportamento delle Opposizioni, imprigionate in uno Statuto votato in un regolamento, viene dettato dalla maggioranza. Il manager della più grande struttura di comunicazione pubblica viene nominato direttamente dal Presidente del Consiglio dei Ministri per il controllo della comunicazione, che è peggio che mettere la polizia a controllare le opinioni perché si controlla la produzione delle informazioni. Il 70% dei deputati saranno nominati dai capi degli apparati dominanti. Tutto questo è possibile solo perché l'indifferenza della plitica è diventata, opportunamente, appositamente, indifferenza verso la democrazia. E questa è la ragione che tante altre ragioni si rifiutano di vedere.

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Read 1670 times Last modified on Venerdì, 02 Settembre 2016 15:48

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