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Domenica, 21 Agosto 2016 02:10

Siria: 'è morto il fratellino del piccolo Omran' È a Firenze arriva Ahmed, il tredicenne egiziano che vuole salvare il fratellino

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Due storie che hanno come protagonisti dei bambini innocenti, oggi apriamo con le loro storie la nostra edizione domenicale di Agorà Magazine. La prima è drammatica la seconda è di speranza.

Le due storie hanno in comune il medio oriente, il fallimento delle "primavere arabe", la barbaria della guerra, la barbarie dell'emergenza sanitaria, In questo mondo che va al contrario, in questa "anomala" Terza Guerra Mondiale, queste storie di  due bambini dovrebbero farci riflettere, dovrebbero! Io ve le propongo così come la cronaca c'è le racconta, senza ulteriori commenti.

Siria: 'è morto il fratellino del piccolo Omran'

Alì, il fratellino di 10 anni del piccolo Omran ferito in un bombardamento su Aleppo e la cui foto ha fatto il giro del mondo, è morto per le ferite riportate nello stesso raid. Lo scrive su twitter Caroline Anning di Save the Children  

Quel dolore senza lacrime né urla. E' il silenzio di Omran Daqneesh, il bimbo siriano diventato simbolo della tragedia di Aleppo, che ha colpito il mondo intero. E che per primo ha colpito Ammar Hammami, il paramedico che lo ha strappato alle macerie e portato in braccio fino all'ambulanza. "È la prima volta che vedo un bambino come lui. In genere quando i bambini sopravvivono a un bombardamento, poi piangono, le loro voci riempiono tutto. Questo bambino non parlava - ha raccontato il paramedico in un'intervista diffusa dall'Ap -. L'ho portato in ambulanza e ho cercato di parlarci, ma non ha detto una parola. Niente. Alla fine ha chiesto: 'Dove sono mia madre e mio padre?'. Questo è tutto quello che ha chiesto". "Voglio ricordare al mondo - ha poi proseguito Hammami - che Omran non è il primo bambino ferito nei bombardamenti russi su Aleppo. Ogni giorno ci sono morti e feriti qui, ad Aleppo, feriti dagli stessi bombardamenti aerei russi".

È a Firenze Ahmed, il tredicenne egiziano che vuole salvare il fratellino

Ahmed, 13 anni, sta aspettando il fratellino a Firenze. Il fratellino si chiama Farid, ha sette anni e una grave forma di piastrinopenia, una carenza di piastrine nel sangue. Per salvarlo, Ahmed è partito da casa sua, a 130 chilometri dal Cairo, si è imbarcato su una carretta del mare, è sbarcato a Lampedusa e ha commosso tutti con la sua storia. È stato trasportato a Porto Empedocle, poi dalla Sicilia è partito in aereo per Firenze.

Nemmeno i genitori sapevano nulla. Ahmed ha portato con sé solo i certificati medici del fratello. Si è scatenata subito una gara di solidarietà fra medici e persone comuni che si sono offerti per curare Farid e ospitare la sua famiglia. Lo stesso presidente del Consiglio Matteo Renzi ha organizzato un ponte aereo dall’Egitto.

Non una sorpresa, per l’ispettore capo della polizia della questura di Agrigento, Maria Volpe, che ha accompagnato Ahmed nel suo viaggio da Lampedusa: “Arriva un ragazzino di 13 anni, che rischia la vita, che attraversa il mare per venire in Italia solo per chiedere aiuto per salvare il fratello. In effetti è una storia nuova, sono successi altri casi umani. ‘Io sono qua – ha detto – perché voglio aiutarlo, voglio salvarlo, perché voglio continuare a giocare ancora con lui”.

Sarà l’ospedale pediatrico Meyer a prendersi cura di Farid. Con disappunto del governo egiziano che ha intimato alla famiglia di non partire, affermando che lo Stato può fornire gratuitamente cure adeguate.

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