"Un nuovo modello di dirigenza pubblica, che insiste sul premio di risultato anziché sulla posizione". Così il premier Matteo Renzi parlando a palazzo Chigi dopo il Cdm che ha approvato il decreto Madia. Il premier ha sottolineato come nel decreto si investa in "formazione", perché non servono "solo ottime professionalità ma un sistema con uno scheletro forte di presenze".
Garanzie ma non per tutti: solo una quota, probabilmente il 30% della dirigenza ora in prima fascia, sarebbe 'salvaguardata' con le nuove regole sul ruolo unico. E' una delle ipotesi alla vigilia della presentazione in Cdm del decreto di riforma. In questo scenario, una volta scaduti gli incarichi attuali, il 70% dei direttori generali dovrebbe passare per nuove selezioni senza automatismi. Inoltre almeno il 30% dello stipendio dei dirigenti pubblici (il 40% per i dirigenti generali) sarebbe sottoposta al raggiungimento degli obiettivi. E i dirigenti pubblici privi di incarico potranno restare in standby nel ruolo solo per un anno, poi taglio dello stipendio o decadenza (Ansa)
Sostieni il tuo quotidiano Agorà Magazine I nostri quotidiani non hanno finanziamento pubblico. Grazie Spazio Agorà Editore