Difficile verificare le cifre, anche perché gli inviati di molte testate internazionali, da Al Jazeera a Le Monde, sono stati bloccati alla frontiera ed espulsi. Il cartello delle opposizioni l’ha chiamata “la presa di Caracas”, e ha annunciato le due prossime repliche, il 7 e il 14 settembre.
“Oggi inizia la tappa decisiva della nostra battaglia e tutti i Venezuelani che si sono mobilitati vogliono esercitare il loro diritto costituzionale alla protesta pacifica, finché non ci sarà un cambiamento costituzionale, pacifico, democratico”, ha scandito uno dei leader dell’opposizione anti-chavista, informa Euronews.
Nella contro-manifestazione governativa, Maduro ha accusato l’opposizione di essere golpista, e ha anche minacciato di togliere l’immunità ai parlamentari, per punire – ha detto – “le loro espressioni fasciste di odio e di promozione della violenza”.
“Abbiamo arrestato dei membri d’alto livello della destra, che volevano un colpo di stato e pianificavano di piazzare bombe, avevano armi e piani per attaccare il loro stesso popolo”, ha aggiunto Maduro.
Ha poi detto che due giorni prima erano stati arrestati 92 paramilitari colombiani, che avevano allestito una base a Caracas per destabilizzare il Paese con la complicità dell’opposizione venezuelana. In precedenza aveva accusato anche la stampa internazionale di essere complice dell’opposizione golpista.
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