Una legge passata a maggio, infatti, consente ai cittadini maggiorenni di modificare sui documenti ufficiali nome, sesso e fotografia, come già previsto in altri paesi dell’America latina, quali Argentina, Colombia, Ecuador e Uruguay, e altrove, perché riflettano la loro identità di genere.
La normativa approvata dal governo di sinistra era stata duramente attaccata dalla chiesa cattolica e dalla chiesa evangelica della Bolivia scrive TPI .
Secondo gli attivisti, saranno circa 1.500 le persone che richiederanno i nuovi documenti, una comunità di persone che nella società boliviana subisce spesso abusi verbali e fisici.
Lo stesso presidente boliviano Evo Morales è stato accusato più volte di aver fatto commenti inappropriati in materia di genere e sessualità.
Tuttavia, l’atteggiamento generale nei confronti della comunità Lgbt in America latina sta cambiando in senso positivo, con i matrimoni omosessuali legalizzati in Argentina, Brasile, Colombia e Uruguay, nonché in alcuni stati del Messico, nonostante la forte componente cattolica. (TPI)
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