ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Martedì, 13 Settembre 2016 00:28

Hillary Clinton cancella viaggio in California a causa della polmonite Ma cosa succede se si ritira?

Written by 
Rate this item
(0 votes)

La polmonite blocca la campagna elettorale di Hillary Clinton. Dopo il malore che l’ha costretta a lasciare la cerimonia per le stragi dell’11 settembre, la candidata democratica alla Casa Bianca è riapparsa sorridendo: “Mi sento benissimo – ha detto – è una bella giornata a New York”. Ma qualche ora dopo il suo entourage ha cancellato un viaggio di raccolta fondi in California.

L’ex First Lady è stata filmata mentre, barcollante, viene sostenuta dai suoi assistenti e fatta entrare in un’auto, a sole due settimane dal primo confronto televisivo contro Donald Trump e a otto settimane dal voto di novembre.

I collaboratori non hanno detto se Clinton mercoledì sarà a Las Vegas, come previsto.

La rinuncia agli appuntamenti elettorali arriva in un momento delicato per la campagna, con Trump in piena rimonta. L’ultimo sondaggio li vede separati da soli 5 punti.

Ma cosa succede se Hillary Clinton si ritira?

Che succede se un candidato alla Casa Bianca, per motivi di salute, è costretto a ritirarsi prima delle elezioni o anche dopo l'eventuale vittoria elettorale? La domanda, finora ritenuta puramente ipotetica, visti gli scarsi precedenti nella storia Usa, viene ora posta con maggiore insistenza dopo l'allarme suscitato dalle condizioni di Hillary Clinton. Nel caso della candidata democratica, le regole del suo partito garantiscono la gestione di una tale emergenza.

Lo statuto del Comitato nazionale democratico (Dnc) prevede che, nel caso di indisponibilità di uno dei due candidati del partito (alla presidenza e alla vice presidenza), il presidente del Dnc convochi una riunione di emergenza per la scelta di un nuovo candidato. La scelta viene effettuata secondo la maggioranza dei presenti.

Altro scenario è quello nel quale un candidato alla Casa Bianca sia costretto al ritiro dopo che si sono svolte le elezioni, ma prima del giuramento come nuovo presidente. Se il ritiro avviene nel lasso di tempo che intercorre tra le elezioni e la riunione del Collegio elettorale degli Stati Uniti d'America, il corpo costituzionale di 538 grandi elettori che formalmente elegge il presidente e il vicepresidente Usa, entra in gioco la legge federale.

La legge prevede che i 538 grandi elettori, che si riuniscono ciascuno nella capitale dei rispettivi Stati il lunedì dopo il secondo mercoledì di dicembre (quest'anno il 19 dicembre), possano votare per chiunque desiderino. I vari stati hanno però la facoltà di varare proprie leggi al riguardo.

Infine, se un candidato alla presidenza dovesse vincere le elezioni, ma rinunciare alla carica prima dell'Inauguration Day del 20 gennaio, la questione è risolta secondo quanto stabilito nel Ventesimo Emendamento alla Costituzione. In questo caso, infatti, a diventare nuovo presidente degli Stati Uniti sarebbe il vice presidente eletto.

Sostieni il tuo quotidiano Agorà Magazine I nostri quotidiani non hanno finanziamento pubblico. Grazie Spazio Agorà Editore

Sostengo Agorà Magazine
Read 906 times

Utenti Online

Abbiamo 1205 visitatori e nessun utente online

La tua pubblicità su Agorà Magazine