In particolare, i due portavoce pentastellati hanno posto alla Commissione tre quesiti: 1) Se ritiene che il progetto sia compatibile con quanto previsto nella strategia per la tutela del mare dal momento che l'Italia non ha ancora adottato misure intese a ridurre le pressioni generate dalle attività umane sull'ambiente marino come previsto dalla direttiva 2008/56/Ce; 2) Se la Commisione ritiene che il progetto, ignorando le disposizioni del Piano paesaggistico pugliese (Pptr), infranga gli obiettivi della direttiva 2001/42/Ce sulla valutazione dell'impatto sull'ambiente; 3) Se la Commissione prevede di dover includere i gasdotti nella direttiva Seveso sui rischi di incidenti o se adottare una nuova direttiva cosi come suggerito nel report Env.g.1/fra/2006/0073 che mette in luce l'inopportunità di realizzare opere che distruggono l'ambiente.
Pedicini e D'Amato hanno inoltre messo in evidenza nell'interrogazione altri tre importanti aspetti: a) Il tracciato del gasdotto passa a pochi chilometri dai Siti d'interesse comunitario (Sic) “Le Cesine” e “Alimini”. Due aree importanti per la presenza di boschi e macchie di quercus spinosa a terra, letti di posidonia nonché pesci e cetacei migratori a mare; b) Il progetto ha ottenuto parere negativo di Valutazione d'impatto ambientale (Via) dal ministero dei Beni culturali e del turismo ed è in contrasto col Piano paesaggistico pugliese (Pptr) che vieta esplicitamente la costruzione di gasdotti, al fine di tutelare il delicato equilibrio dell’ambiente dunare; c) Il progetto deficita delle prospezioni geologiche nel tratto off-shore della condotta e non fornisce studi sul rischio di venuta a contatto dell’acqua marina con la falda acquifera.
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