Il procuratore speciale Alfredo Higuera ha rilasciato un’intervista all’agenzia stampa Reuters spiegando che sono state anilizzate e messe a confronto centinaia di telefonate effettuate la notte dei fatti. Telefonate fatte da agenti delle forze dell’ordine, da funzionari di Stato di ogni livello, così come quelle di studenti e detenuti.
“Non c‘è stato alcun limite riguardo alle persone interrogate. Membri delle forze militari, della polizia federale, della polizia di Stato, della polizia locale. Dunque ad ogni livello governativo” ha detto Alfredo Higuera, precuratore incaricato dell’inchiesta, informa Euronews.
Higuera ha assunto la guida dell’indagine il 1 giugno scorso, un mese circa dopo che un gruppo di esperti stranieri nominati dalla Commissione Interamericana per i Diritti Umani (CIDH) aveva segnalato le numerose carenze dell’indagine governativa.
Il 26 settembre di due anni fa 43 studenti di diritto della città di Iguala, nello Stato di Guerrero, vennero rapiti dalla polizia locale mentre si recavano in autobus ad una protesta studentesca. L’attuale pista investigativa ipotizza che siano stati consegnati ai narcos del cartello Guerreros Unidos che li avrebbe uccisi per poi bruciare i corpi.
In base ai nuovi elementi dell’indagine i ragazzi sarebbero anche stati torturati e tutto l’iter investigativo sarebbe stato oggetto di depistaggi da parte di funzionari dello Stato, compreso un responsabile della Procura Generale della Repubblica. Ad oggi i corpi delle vittime non sono stati rinvenuti.
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