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Giovedì, 22 Settembre 2016 13:51

Taranto - MarePolis prima giornata resoconto: "Rilanciare Taranto si può...

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Rilanciare Taranto si può e non è un problema di fondi. Quelli, spiega con calma Franco Milella, consulente dell’Ocse (l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) “non sono mai mancati”.

Il vero problema è che “non sempre sono stati utilizzati al meglio” da una comunità “che ha tutte le carte in regole per risollevarsi e tornare in carreggiata”. Parole, quelle di Milella, che non hanno mancato di sollevare brusii tra quanti, mercoledì sera, hanno affollato la chiesa di San Michele, in città vecchia, in occasione della prima giornata di dibattiti organizzata dall’associazione “Le città che vogliamo” e dal consigliere regionale Gianni Liviano.

“MarePolis: Taranto da città sul mare a città di mare”, questo il tema portante della “tre giorni di fine estate” che lunedì ha consumato il primo appuntamento centrando l’attenzione sul sotto tema “Un mare di economia”. Oltre a Franco Milella, moderati dal direttore della testata giornalistica di Studio 100Tv, Walter Baldacconi, hanno preso parte al dibattito Giovanni Portaluri, responsabile Competitività e Territori di Invitalia, Aldo Patruno, direttore del dipartimento Turismo e Cultura Regione Puglia, e il consigliere regionale Gianni Liviano.

Quindi i soldi ci sarebbero pure per fare di Taranto un punto di eccellenza, bisogna saperli spendere e spendere bene. “Taranto - ha aggiunto Milella - è una sfida complessa ma è una sfida che si può vincere come Helsinki, Liverpool, Marsiglia, guarda caso tutte città di mare, hanno fatto”.

Già, ma come? La ricetta di Milella è semplice: “occorre puntare su fattori come il riappropriarsi del senso di identità e di appartenenza; far emergere talenti nuovi; costruire un livello di consolidamento per realizzare logiche di attrazione che permettano di superare quell’indice di perturbazione che è proprio di una città che vive in una condizione di equilibrio imperfetto”.

Sfida che anche la Regione Puglia vuole provare a vincere ma è necessario “individuare gli obiettivi verso i quali orientare le risorse che, ribadisco associandomi a quanto detto da Franco Milella, ci sono e sono tante: vanno solo spese bene”, ha sostenuto il direttore Aldo Patruno. La strada da battere per costruire un modello alternativo di economia “credo sia quella - ha proseguito Patruno - della cultura attraverso la quale fare impresa. Non è un caso che, per quanto riguarda Taranto, la Regione, nell’ambito del suo Piano strategico regionale del turismo, abbia affidato l’incarico alla direttrice del MarTa, Eva Degl’Innocenti”.

Insomma, la parola d’ordine è valorizzazione del patrimonio culturale. “Al boom di turisti nel Salento, dovuto soprattutto al fascino legato al mare, - ha concluso Patruno - non è corrisposto un altrettanto boom di pernottamenti e della spesa turistica rimasta su quei territori. Questo ci dice che il turismo mordi e fuggi non ha un significativo impatto economico al contrario del turismo culturale che produce spesa. Occorre, quindi, partire dalla costruzione del prodotto attraverso un processo di programmazione strategica pluriennale”.

E su questo Invitalia è chiamata a giocare la sua partita.  “L’obiettivo che pensiamo di raggiungere attraverso il concorso di idee OpenTaranto previsto nell’ambito del Contratto istituzionale di sviluppo, - ha detto Giovanni Portaluri - è quello di recepire le migliori proposte di sviluppo che siano in grado di procedere ad una rigenerazione non solo urbana del tessuto della città vecchia ma di recupero storico, archeologico e culturale. Puntiamo a ricucire le periferie con il mare”.

Si prospettano, secondo Portaluri, tempi non eccessivamente lunghi. “Tra dicembre e gennaio sottoporremo al Comune di Taranto l’esito del concorso di idee che ha visto la partecipazione di ben 46 studi italiani ed europei. Di questi - ha aggiunto il responsabile di Invitalia - ne sono stati selezionati 20. Toccherà al Comune di Taranto adottare un piano degli investimenti. Dopo la valutazione del Cis, il piano sarà trasmesso al Governo che, dopo un’attento esame, deciderà se finanziarlo”.

Ma perchè il disegno di Taranto (“che da città stato della Magna Grecia si è trasformata a città di Stato” per dirla come Walter Baldacconi, moderatore della serata) si possa compiere “va costruito un piano strategico che utilizzi percorsi di partecipazione, che metta a sistema i mondi e le diversità della nostra comunità”, ha chiosato il consigliere regionale e padrone di casa, Gianni Liviano. Con la legge regionale speciale per Taranto - ha poi concluso - abbiamo questa possibilità”.

Da dove partire, allora? “Dalla conoscenza - ha spiegato il consigliere regionale -  del nostro territorio e dalla sua conservazione, dalla valorizzazione delle nostre bellezze, penso all'identità del Mar Grande e del Mar Piccolo in particolare, dalla promozione del territorio, dalla capacità di raccontare e di narrare all'esterno le bellezze, le ricchezze, le tradizioni.  Costruire bellezza e felicità”.

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