ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Sabato, 24 Settembre 2016 05:15

Taranto - Zinni, Pendinelli e Blasi al dibattito di Liviano: “Reinventare la quotidianità. Un’altra Taranto è possibile”

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Reinventare la quotidianità. La linea maestra, l’architrave su cui poggiare la ritrovata identità smarritasi nel tempo potrebbe essere proprio il reinventarsi la quotidianità. Almeno questo è quanto sostengono i consiglieri regionali Sergio Blasi (Pd), Sabino Zinni (presidente del gruppo Emiliano sindaco di Puglia), Mario Pendinelli (Emiliano sindaco di Puglia) e Gianni Liviano.

Reinventare la quotidianità, provare a forzare il destino senza aspettare che sia lui ad arrivare con i suoi tempi per provare a costruire un’esperienza di futuro.

Un’altra Taranto è possibile ricucendo la città al suo mare. Conclusione, questa, alla quale sono giunti i quattro consiglieri regionali nel corso della seconda serata della “Tre giorni di fine estate” organizzata dall’associazione “Le città che vogliamo” e svoltasi giovedì sera nel chiostro del convento di San Michele, in città vecchia, sede dell’istituto musicale “Paisiello”. “Il mare come valore identitario di un territorio” è stato il tema del dibattito moderato da Annagrazia Angolano, direttore di Canale 85, e Alessandra Martellotti di Trm che hanno incalzato sull’argomento gli ospiti.

Un dibattito che ha messo a nudo le criticità di Taranto, sempre piu’ connotata come una One company town, provando a indicare soluzioni.

“Taranto - ha esordito il consigliere Liviano - non è solo una città che deve diversificare le sue prospettive economiche, restituire salubrità ad un ambiente fortemente compromesso dalla presenza della grande industria, e rispondere ai bisogni sanitari sempre più urgenti e preoccupanti. Taranto - ha sottolineato ancora Liviano -  è una città che va rifondata dal punto di vista dell'aggregazione sociale e dell'identità e che deve restituire a se stessa la consapevolezza di essere una  comunità: 200.000 persone che prendono  coscienza di avere un destino condiviso, che considerano le diversità ricchezza e che imparano a ragionare utilizzando il noi, imparano a darsi del noi".

Non solo, perchè la città due mari ha bisogno, anche “di una spinta che viene dall’alto, intesa come risarcimento materiale e morale da parte dello Stato nei confronti di una città dalla nobiltà incredibile, che ha una identità che nasce dal mare e che è una identità che viene da lontano, viene dall’uomo greco; e di una spinta dal basso della comunità che deve spogliarsi dei sentimenti di autocommiserazione, in cui spesso eccede”, ha spiegato nel suo intervento il consigliere regionale Zinni. “Il mare - ha aggiunto il capogruppo di EsP - è un elemento di irrequietezza, è il luogo dell’incertezza. Taranto non ha nulla da invidiare alle altre capitali del Mediterraneo a patto che non rinneghi le sue origini; a patto che non vada dietro le mode. Sento parlare dell’arrivo di navi da crociera dal prossimo anno. Attenti a non lasciarsi sedurre da questo perchè il movimento crocieristico non sempre porta sul territorio quelle ricadute che ci si aspetta. Il rilancio del porto va coniugato con la riscoperta del passato”.

Passato che i comuni della Grecìa (basso Salento) hanno saputo conservare e riscoprire grazie alla grande intuizione del Festival della Taranta “che non è nato come una semplice kermesse     canora - ha spiegato Sergio Blasi, che del Festival è stato tra gli ideatori - bensì dall’intuizione di poter avere un futuro comune da costruire. Un ragno che mordeva e avvelenava, una musica che restituiva vita a chi quella coscienza l’aveva persa. Questa la suggestione alla base del progetto. Richiamarsi a quelle tradizioni non è un regressione ma vuol dire rilanciare la propria identità e farla conoscere a livello planetario”.

L’identità, ha fatto eco il consigliere Mario Pendinelli, “è qualcosa che cambia nel tempo, a seconda delle situazioni, e non sempre è reversibile. Per cui va preservata e rilanciata con elementi di novità che non possono fermarsi, ad esempo, ad un turismo legato alle mode del momento. Perchè, poi, le mode passano. La Puglia ha nel sistema complesso dell’accoglienza il suo punto di forza ed è quello che i turisti cercano. Per cui  su questo, a mio avviso, Taranto e la Puglia devono costruire un progetto che al tempo stesso sia identitario, sociale, culturale e economico”.

Già, ma in tutto questo, oltre alle comunità anche la politica deve giocare un ruolo importante. “La Puglia - ha fatto notare ancora Blasi - è di tendenza perchè ha tutto quello che un viaggiatore chiede. Ma se non trova servizi e infrastrutture adeguate allora ci poniamo su un crinale pericolosissimo. Eppure le risorse per le infrastrutture le abbiamo avute. Evidentemente la politica non ha saputo agire appropriatamente”.

Infrastrutturazione del territorio unita alla qualificazione dei servizi e del personale senza perdere di vista la fidelizzazione dei turisti. Come fa, ad esempio, la Regione Toscana con le sue percentuali dell’80% cui fa da contraltare il risicato 5% della Puglia.

Insomma, ora piu’ che mai è indispensabile reinventare la quotidianità.

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