"Questa cabina di regia – ha detto la vicepresidente Monica Barni, con delega alle pari opportunità, che ha presieduto l'incontro con tante rappresentanti di associazioni e centri attivi per contrastare la violenza di genere e aiutare le donne in difficoltà – vuole essere uno strumento di confronto e dialogo per costruire una nuova governance rispetto al fenomeno in crescita della violenza di genere. Vogliamo far dialogare i vari assessorati regionali coinvolti e chi lavora in trincea, e avere un contributo alle nostre decisioni e alla ridefinizione delle norme regionali in materia, necessarie dopo i tanti cambiamenti avvenuti e in corso, a partire dalla riforma delle province che avevano un ruolo di coordinamento territoriale. In sintesi, vogliamo costruire insieme politiche e azioni per una strategia efficace".
"Programmare azioni congiunte su tematiche trasversali che coinvolgono più competenze con la collaborazione di interlocutori come i centri antiviolenza che sanno di cosa c'è bisogno". Questo il ruolo del tavolo costituito oggi, secondo l'assessore al diritto alla salute e sociale Stefania Saccardi. Nel suo saluto alle donne presenti ha ricordato l'esperienza del Codice rosa, il percorso di accoglienza nei Pronto soccorso ideato in Toscana per chi è vittima di violenza. "Un percorso che deve però essere integrato – ha detto Saccardi - da interventi sociali di sostegno per il momento in cui si varca la soglia dell'ospedale. E' quanto stiamo sperimentando nella Asl Toscana centro, con un servizio di assistenza sociale e psicologica per il "dopo". E stiamo anche lavorando con un team di psicologi a un progetto per recuperare i maltrattanti che non sempre dal carcere escono rieducati. Certo siamo ancora in attesa della ripartizione delle risorse statali, ma siamo certi che si sbloccheranno. Intanto stiamo cercando di mettere a sistema le risorse che ci sono".
Quello delle risorse è uno dei temi cruciali. "La Giunta, nella proposta di legge di variazione al bilancio in discussione al consiglio – ha spiegato la vicepresidente Barni - ha stanziato altri 200.000 euro per la violenza di genere, che vanno ad aggiungersi ai 200.000 già stanziati con la legge finanziaria e a 50.000 già impegnati per un accordo tra Regione e Ufficio scolastico regionale per il finanziamento della formazione ai docenti e al personale ATA sui temi del rispetto delle differenze di genere e la lotta agli stereotipi con la finalità di radicare anche tra i giovanissimi la cultura del rispetto e della parità e, nel lungo periodo, di prevenire la violenza di genere. E' necessaria una rivoluzione culturale che non può che partire dalla scuola".
La proposta regionale è di destinare la maggior parte di queste risorse ai centri antiviolenza, dando a ciascun centro una quota fissa, uguale per tutti, a cui se ne aggiungerà un'altra proporzionale rispetto al numero di nuovi accessi registrati ai CAV da parte dell'Osservatorio Sociale Regionale, con il quale i centri collaborano.
Tra gli altri filoni di intervento la vicepresidente ha menzionato una campagna capillare di informazione e sensibilizzazione anche attraverso i social media che faccia conoscere alle vittime l'esistenza di una rete di servizi di supporto, contattabili attraverso il numero verde nazionale 1522, e un accordo integrativo con Anci Toscana che accanto al supporto per la gestione dell'Osservatorio sociale regionale gli affidi un ruolo per il ridisegno e lo sviluppo delle reti locali interistituzionali e intersettoriali per la prevenzione ed il contrasto alla violenza di genere.
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