ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Domenica, 25 Settembre 2016 10:32

Nemico è il partito privo della legge sui partiti

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Carlo De Benedetti  fa scrivere ‘Carissimo nemico’ a L’Espresso, in occasione degli ottant’anni  di Silvio Berlusconi, che saranno il prossimo 29 settembre, festa degli arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele. 

Un numero speciale, come si conviene per il cavaliere dimezzato dall’espulsione dal Parlamento per elusione fiscale, dunque finito in fuori giuoco.

Carlo De Benedetti fa scrivere (liberamente) ad Ezio De Mauro, dopo le 10 domande al Cavaliere di Giuseppe D’Avanzo, l’undicesima domanda:  -Cavaliere, ne valeva la pena?-. Berlusconi potrebbe rispondere di sì con una cavalcata di un ventennio alle spalle fatta col partito Forza Italia che ha lasciato il Paese in un liquame immoto, privo di forza di risollevamento, ma con le sue casse piene, molto più che a 60 anni. Ma lasciamo De Benedetti nella sua furbizia di rottamatore dell’industria radiotecnica italiana.

Agli italiani io pongo la dodicesima domanda:  continuiamo ad associarci liberamente in partiti ed in movimenti politici senza legge , supposta dalla nostra Costituzione all’art. 49?:

Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.

Se l’ottantenne non vi fa più paura, Massimo Carminati, detto ‘er cecato’, capo di mafia Capitale può tornare da re a Roma. Confida ad un familiare: “Il processo finirà in nulla’.

Io ho scritto al Festival del diritto, che finisce oggi:

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Vi scrivo da esterno al diritto, chiamato la L‘insostenibile ambiguità delle parole che usa la politica trasferito dal vs festival a la Repubblica, scritto da Gustavo Zagrebelsky.

Ho 68 anni e lauree in sociologia ed in economia e commercio. Dunque ho una spruzzatura di un sei esami di diritto.

Non ho compilato la carta di adesione che non contempla la possibilità di un partecipante non studente. Già  da questo, il festival mi pare avvitato su se stesso.

Qualcuno di voi mi può rispondere: perché l’art. 49 della Costituzione,

Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.

è totalmente privo di leggi e nessuno di voi protesta?

Zagrebelsky, ad es., è capace di lamentare il ritardo nella fissazione governativa della data del referendum e non è capace di rompere l’ambiguità delle parole della politica chiedendo immediatamente la legge sulla disciplina dei partiti.

Chi è più riprovevole: il politico che non vuol leggi che lo regolino o il giurista che non le propone?

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