Certo persone come lui, Autori come lui dovrebbe essere resi immortali dallo scorrere della loro professione, della loro genialità, della loro creatività - se si passa questa piccola folle utopia affettiva nei confronti di un grande ferrarese che ha cambiato non solo la storia del cinema della/nella sua città, ma un pezzo di storia del cinema mondiale, insieme, ad esempio, con un altro grande internazionale, Ingmar Bergman che - caso divenuto destino, come direbbe Shakespeare - ha ‘scelto' di andarsene a poche ore di distanza da Michelangelo Antonioni, proprio 9 anni fa, il 30 luglio del 2007.
Sì, è di lui che si sta parlando, di lui che in questo 29 settembre compirebbe 104 anni: tanti, ma pochissimi, incredibilmente pochi se si ascolta, a distanza di alcuni decenni ormai, l'intervista televisiva che gli fece Gian Luigi Rondi - scomparso pochi giorni fa, un grande critico e storico di cinema - per il programma "La Magnifica ossessione" apparso su Rai3 anni fa e si presta attenzione alle affermazioni che lui fece, a tutt'oggi, all'avanguardia per la storia del cinema, ancora una volta, mondiale.
Talmente "mondiale" che, a tutt'oggi ancora in Cina e Giappone gli rendono omaggio a vario titolo perché: (...) "Antonioni - così è stato riportato di recente sui quotidiani del Sol Levante - era il maestro che ha descritto in profondità la solitudine dell'uomo moderno...un pensatore visionario nel senso più classico... uno per cui... fare un film è/era vivere...".
fonte rubrica "a parer mio" Comune di Ferrara
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