Il silenzio del governo, anzi, l’ennesimo tentativo di minimizzare la gravità dei dati sulle malattie a Taranto, presentati dalla Regione Puglia, non è accettabile. Il ministro dell’Ambiente Galletti sminuisce in maniera irresponsabile ciò che lo studio rivela, parlando di dati riferiti a una situazione vecchia. Sbaglia. E di grosso. Lo studio Forastiere arriva al 2014, e lo fa coprendo una fetta di popolazione consistente (oltre 321 mila persone, relativi ai Comuni di Taranto, Statte e Massafra). Inoltre, lo studio rileva una correlazione fra produzione, emissioni di PM10 e mortalità, per cui a fronte della flessione della produzione verificatasi negli ultimi anni si assiste al mancato aumento della mortalità. Ma cosa succederebbe se Ilva riprendesse i ritmi produttivi di un tempo? In particolare, se venissero riavviate le batterie della cokeria ora ferme?
Ciò inchioda il governo e i commissari alle loro responsabilità. A tutto ciò che non è stato fatto e ai giochini legislativi per ottenere proroghe e rimanere inerti, invece di adeguare nel miglior modo possibile gli impianti. Renzi, dopo l’ennesima forzatura costituzionale con il decimo decreto Ilva, non può continuare ad anteporre la sola produzione alla salute dei lavoratori e dei cittadini. Non può più far finta di nulla. Servono azioni concrete e risorse.
Serve soprattutto garantire i cittadini che, chiunque acquisti l’Ilva, non si verifichi più un solo caso di morte per inquinamento. Questo è possibile in un solo modo: il Piano Ambientale che gli esperti nominati dal governo si apprestano ad elaborare deve essere sottoposto a una Valutazione Integrata d’Impatto Ambientale e Sanitario (VIIAS). Si tratta di una procedura che consente di stimare - prima e non dopo! – gli effetti sulla salute delle scelte industriali. Se la VIIAS rivelerà uno scenario insostenibile, il Piano dovrà essere rigettato e completamente riformulato, adottando soluzioni che garantiscano pienamente la salute dei cittadini.. E se non vogliono farlo i privati, il governo ha il dovere di nazionalizzare Ilva e investire tutte le risorse necessarie per realizzare quelle soluzioni.
Invece di lanciare inutili provocazioni, il Presidente della Regione e il Sindaco di Taranto facciano propria questa proposta. Non si possono accettare altri rimandi e prese in giro.
I cittadini non possono più essere sottoposti a un rischio mortale.
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