L’articolo prosegue a pag.7 con un titolo risollevante per il lettore contro: Il no destinato a vincere malgrado i compagni di strada, ma non per me, Carlo Forin, contrario all’illegalità politica determinata dall’assenza della legge sui partiti e allo sberleffo di venir governato dagli illegali .
Ai 259 lettori (ore 14,42) entrati in http://www.agoramagazine.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=8710%3Atra-il-si-ed-il-no-nel-disordine-politico&Itemid=628 e a quelli che seguiranno io propongo il sì al partito legale, che potrebbe venir fatto subito se i parlamentari di qualsiasi gruppo avessero a cuore la Costituzione (e la conoscessero) e che dovrà esser realizzato quale che sia l’esito del referendum.
Se vinceranno i no avremo gli stessi partiti, se vinceranno i sì pure.
La legge sui partiti, ‘richiesta’ dall’art. 49 della Costituzione:
Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.
continua ad essere ignorata in qualsiasi dibattito (Duello D’Alema-Renzi, “Basta comizi, governa”, “Tu volevi la poltrona” [ la Repubblica, 7 ottobre: 12].
Dunque, il disordine politico è sovrano in Italia. Dobbiamo arrenderci al caos oppure chiediamo a qualsiasi politico di smettere ogni baruffa chiozzotta ed attendere al suo lavoro legislativo?
Si cominci d’urgenza a disciplinare in legge tutti i partiti, movimenti, associazioni politiche che intendono concorrere a determinare la politica nazionale; si continui con i sindacati ridefiniti associazioni di interesse pubblico, in deroga all.’art. 39, e l’aria tiepida del Jobs act comincerà a scaldare nuovi posti di lavoro; si finisca col diritto generale sulla pubblica associazione e si colpirà la mafia direttamente al cuore, oltre tutta la normativa antimafia aggiuntiva.
No, dunque, al disordine politico, no all’illegalità politica, sì alla buona politica.
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