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Giovedì, 27 Ottobre 2016 06:32

Agricoltura, dall'Emilia-Romagna alla Cina le eccellenze del made in Italy

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Ricerca e innovazione all'Italy-China science, technology and innovation week. Caselli: "Ci sono le condizioni per progetti comuni"

L’agrifood italiano incontra la Cina e lo fa dall’Emilia-Romagna, regione leader del made in Italy, prima in Europa per produzioni Dop e Igp, forte di un settore che vale oltre 20 miliardi e che con l’indotto dà lavoro a circa 300mila persone. 
Si è svolta a Bologna, presso la sede della Regione, la seconda delle tretappe tematiche dell’ Italy-China science, technology and innovation week 2016, l’evento di punta del programma di cooperazione Italia-Cina firmato dai due Paesi nel 2010. 
Una tappa interamente dedicata al comparto agroalimentare, con un attenzione particolare ai temi della ricerca e dell’innovazione.

Al centro del forum la qualità dei prodotti e delle tecniche di produzione, la sicurezza dei cibi, la sostenibilità e competitività, le tecnologie per l’industria alimentare. Tutti temi su cui è impegnato anche il Cluster agrifood nazionale Clan, un partenariato di imprese, centri di ricerca, istituzioni e stakeholder della filiera agroalimentare promosso da Federalimentare eAster Emilia-Romagna. 

Il Forum bolognese sull’agrifood è stato organizzato da Università di Bologna, Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, Istituto Confucio, Associazione Collegio di Cina, Cluster CLAN e dai maggiori player dell’agroalimentare nazionale.
L’appuntamento odierno segue quello di Bergamo di ieri sui sistemi avanzati di manifattura e sulle tecnologie della salute e precede la tappa istituzionale conclusiva di Napoli di domani con il Sino-Italian Exchange Event e l’Italy-China Innovation Forum. 

I commenti

“Quello di oggi è un appuntamento molto importante – ha spiegato l’assessore regionale all’agricoltura Simona Caselli – Cina e Usa sono i due Paesi che orientano lo sviluppo del mondo e noi come Regione abbiamo relazioni dirette con il Guangdong, grazie al protocollo di intesa firmato dal presidente Stefano Bonaccini nel 2015. Ci sono le condizioni per avviare progetti comuni. Sicurezza alimentare e tracciabilità,sostenibilità delle tecniche di produzione, contrasto al cambiamento climatico,efficienza irrigua, sono i settori su cui lavorare”. “Un impegno quello della Regione – ha ricordato Caselli – che passa anche dal World Food Research and Innovation Forum, una delle sedi principali di confronto istituzionale e del mondo della ricerca sui temi dellafood safety e della food security”. 
“Oggi sono presenti a Bologna tutte le principali istituzioni di ricerca e sviluppo cinesi – ha sottolineato l’assessore regionale all’università e alla ricerca Patrizio Bianchi - l’Italy-China Week è un forum di livello internazionale, per il quale ci è stato chiesto di essere punto di riferimento del settore agroalimentare, a riconoscimento non solo della qualità dei nostri prodotti, ma anche del forte contenuto di innovazione”. 
“Bologna e l'Emilia-Romagna sono in prima linea in molte iniziative nazionali e internazionali nel settore dell’agrifood - ha spiegato il rettore dell’Università di Bologna Francesco Ubertini - iniziative di cui l’Alma Mater è spesso promotore o attore di rilievo. Tra queste, oltre al tavolo regionale sull’agroalimentare e al cluster nazionale Clan, è obbligo citare la proposta, ora in fase di valutazione, per avere a Bologna uno dei sei nodi europei della KIC Food - Knowledge and Innovation Community. La nostra Università del resto è il primo ateneo in Italia e tra i primi in Europa per attrazione di finanziamenti nel settore”.
“Sicurezza alimentare – ha spiegato il presidente del Clan, Paolo Bonaretti - nutrizione e ricerca clinica, sostenibilità ambientale e riutilizzo degli scarti, sono le tre direttrici fondamentali del nostro lavoro”. 

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