I 64 milioni di elettori chiamati alle urne per il ballottaggio restano in attesa di sapere chi, tra il presidente uscente e il candidato dell'opposizione, governerà per i prossimi 5 anni.
Il partito Nea Dimokratia (Nuova Democrazia) ha più di 20 punti di vantaggio sui rivali più vicini, la sinistra di Syriza, ma potrebbero non bastare a creare un governo stabile.
Il leader del partito repubblicano potrebbe mettere fine ai 20 anni al potere del presidente in carica, del quale rappresenta l'antitesi nei modi e nella retorica.
Le riforme volute dal presidente turco per rafforzare il suo potere rischiano ora di ritorcersi contro di lui alle elezioni del 14 maggio. A favorire lo sfidante Kemal Kilicdaroglu sono inoltre il ritiro del candidato Muharrem Ince e l'alleanza con quattro partiti minori.
La contesa è tra due blocchi contrapposti: quello dell'ex primo ministro riformista Kiril Petrov, leader del partito Let's Continue the Change (PP), e quello del rivale, l'ex primo ministro populista conservatore Boyko Borisov e leader del partito GERB.
Domani urne aperte per rinnovare i 200 membri della camera unica del Parlamento nelle elezioni legislative anticipate che si presentano come una sfida diretta tra almeno due donne e una possibile svolta a destra del Paese nordico.
Con due terzi dei viti scrutinati, il blocco guidato dal leader dell'opposizione israeliana ottinee 69 dei 120 seggi della Knesset. Il governo uscente di Lapid si ferma a 47. Affluenza record, mai così alta da 20 anni.
I sondaggi anche stavolta indicano che non sarà facile formare un governo, nonostante la campagna agguerrita del leader dell'opposizione, Benjamin Netanyahu, che spera nel ritorno al potere anche per sfuggire ai suoi guai giudiziari.
Al ballottaggio Lula e Bolsonaro che, nell'ultimo scontro televisivo, sono stati protagonisti di offese e accuse reciproche. Il leggero vantaggio di Lula, secondo un sondaggio Datafolha, si è ridotto alla vigilia del voto: 52% dei consensi rispetto al 48% di Bolsonaro.