Roma (Italia) - La polémica en torno a un capo mafioso, cuyo pomposo funeral en Roma desató protestas en agosto, se tornó hoy contra la televisión pública, Rai, que invitó a un programa a dos de los familiares del difunto.
C’è tempo fino al 30 settembre per iscriversi al concorso regionale “La musica libera. Libera la musica”, che alla sua sesta edizione si espande abbracciando un tema di grande attualità con la sezione speciale Musica libera, dedicata alla legalità e contraddistinta dal logo “Free Music! No mafia!”.
ROMA – 33 anni anni fa moriva il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, assassinato dalla mafia. Nato a Saluzzo nel 1920, trovò la morte a Palermo sotto i colpi di kalashnikov AK47. Con lui vennero uccisi la moglie, Emanuela Setti Carraro, e l’agente di scorta Domenico Russo. I mandanti vennero identificati nei vertici della cupola mafiosa: Totò Riina, Bernardo Provenzano, Michele Greco, Pippò Calò, Bernardo Brusca e Nenè Geraci.
Dalla Chiesa, al momento della morte, era prefetto di Palermo, nomina che era giunta dopo una vita passata nell’Arma dei Carabinieri, sempre in prima fila contro la mafia e il terrorismo.
MATTARELLA: PER LE NUOVE GENERAZIONI E’ UN GRANDE ESEMPIO – Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto ricordare Dalla Chiesa con queste parole: “Nella ricorrenza del 33mo anniversario del vile attentato in cui persero la vita il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente di scorta Domenico Russo, desidero rendere il partecipe e commosso omaggio del popolo italiano e mio personale alla loro memoria. Il Prefetto Dalla Chiesa, con la sua inflessibile battaglia contro l’insidiosa opera di organizzazioni terroristiche e criminali e la sua azione intelligente e tenace, rappresenta particolarmente per le nuove generazioni un grande esempio. Il sacrificio di uomini e donne impegnati nella lotta alla violenza mafiosa e nella strenua difesa dei principi democratici costituisce un costante e severo richiamo, per le istituzioni e i cittadini, a una comune offensiva contro ogni forma di criminalità organizzata e le sue ramificazioni nel tessuto sociale. Con la ferma convinzione che la salvaguardia dei valori della democrazia e della libertà vada garantita con la mobilitazione e il contributo di tutti i soggetti istituzionali e delle forze politiche e sociali, rinnovo le espressioni di vicinanza alle famiglie Dalla Chiesa, Setti Carraro e Russo”. agenzia dire www.dire.it
Nel 33° anniversario della strage di Palermo autorità e cittadini alla Villetta hanno reso omaggio alla tomba dove riposano il generale e la moglie Emanuela
Sono trascorsi 33 anni da quella maledetta sera del 3 settembre 1982, quando, a Palermo, la mafia colpì a morte in un agguato il prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa, la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente di scorta Domenico Russo. Quella strage fu un colpo durissimo alle speranze di tanti siciliani onesti che avevano contato sull’arrivo del generale dei carabinieri (che aveva contrastato con efficacia il terrorismo), per stroncare i traffici della piovra.
Il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa ha lasciato un segno indelebile anche nella storia di Parma, perché qui aveva le sue origini, e qui ha voluto costruire la tomba di famiglia, al cimitero della Villetta, dove riposa accanto alla moglie. E la città non ha mai dimenticato il sacrificio di un uomo che ha dato un contributo determinante nella lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata.
Questa mattina al cimitero monumentale della Villetta si è tenuta, come ogni anno, la cerimonia commemorativa in ricordo della strage, alla presenza della cugina Luisella Dalla Chiesa, in rappresentanza della famiglia, in quanto i figli erano impegnati nelle commemorazioni a Palermo e Milano, ma – come ha annunciato la nipote – saranno nei prossimi giorni a Parma per un momento di raccoglimento dinanzi alla tomba del generale. Luisella ha portato con sé al cimitero un album con le foto di famiglia e alcune copie di un servizio pubblicato da un settimanale poco dopo la strage in cui si ricorda il passato da partigiano del generale Dalla Chiesa, e un episodio in cui, da giovane tenente dei carabinieri, salvò dalla requisizione dei nazisti i pescherecci di San Benedetto del Tronto. E il 26 aprile del 1945 fu a Parma per festeggiare la Liberazione.
Numerose le autorità presenti: il prefetto Luigi Viana, il sindaco Federico Pizzarotti con il presidente del Consiglio Marco Vagnozzi, il delegato della Provincia Gianni Guido Bellini, i parlamentari di Parma Giuseppe Romanini, Patrizia Maestri e Giorgio Pagliari, il generale Paparella, comandante della Legione Carabinieri Emilia Romagna, i rappresentanti di Esercito, Questura, Vigili del Fuoco, Guardia di Finanza, Polizia Forestale e Università, insieme a tanti cittadini e rappresentanti delle forze armate, Carabinieri in congedo e altre e associazioni combattentistiche.
La cerimonia è stata commovente, con un silenzio che pesa più di mille parole, interrotto solo dall’onore ai caduti, dalle note de “Il Silenzio”, intonate dal trombettiere dei Carabinieri, e dalla benedizione del cappellano don Giuseppe, che ha chiuso la commemorazione, dinanzi alla tomba dove riposano di Carlo Alberto ed Emanuela.
ROMA – Qual è il futuro dei beni confiscati alle mafie. Quale il modo per riutilizzarli al meglio? In che modo un vuoto può tornare ad essere pieno grazie al coinvolgimento delle persone e all’ascolto dei loro bisogni? Sono queste le domande al centro dell’edizione 2015 del World Camp che lunedì 14 e martedì 15 settembre si terrà a Polistena, in provincia di Reggio Calabria. A promuovere ed organizzare l’appuntamento che coinvolge giovani, studenti universitari e startupper in un’esperienza di progettazione condivisa sono la Fondazione Il Cuore si scioglie onlus (Unicoop Firenze) insieme alla cooperativa sociale Valle del Marro. ‘Fateci spazio!’ chiama a raccolta tutti coloro che vogliono realizzare un progetto di sviluppo per il proprio territorio e tutte le realtà, associazioni ed imprese che in Italia hanno già fatto esperienza di riutilizzo di spazi abbandonati e che saranno a Polistena proprio per raccontare la propria storia. Le attività si svolgeranno all’interno del Centro Polifunzionale Padre Pino Puglisi nato tra le mura del palazzo confiscato all’ndrangheta e ristrutturato grazie al contributo di Fondazione con il Sud, Fondazione Il Cuore si scioglie e Enel Cuore. Lo stabile ospita ad oggi anche il Poliambulatorio di Emergency, terzo nodo del sistema “Programma Italia”, in cui si offrono cure e assistenza gratuite a cittadini italiani e migranti, molti dei quali braccianti e lavoratori agricoli della Piana di Gioia Tauro. Il Centro sarà inaugurato ufficialmente proprio martedì 15 settembre, nel giorno del 22° anniversario dalla morte di Padre Pino Puglisi ucciso a Palermo il 15 settembre del 1993 per mano mafiosa. Sarà presente all’inaugurazione anche Don Luigi Ciotti, presidente di Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie. Per iscriversi al World Camp 2015 è necessario visitare il sito www.fatecispazio.it e compilare il form on line entro e non oltre il 1° settembre 2015 (le adesioni verranno accettate fino al raggiungimento di 50 iscritti). ‘Fateci spazio!’ è organizzato in collaborazione con Fondazione con il Sud, associazione multiculturale Il Mammalucco, Parrocchia Santa Maria Vergine di Polistena e agenzia LAMA.
L’eco delle polemiche sul funerale show di Vittorio Casamonica non si spegne e Roma si prepara a ribadire il suo no alle mafie, alla criminalità e alle illegalità con la manifestazione ‘Per la legalità e contro le mafie’.
Carlo Alberto Dalla Chiesa. Martire della Mafia dimenticato. Lo "Sportello dei Diritti" rilancia l'appello della figlia contro l'oblio sulla morte del padre.
Roma (Italia) - Una calesa tirada por seis caballos, pétalos de rosas lanzados desde un helicóptero, música de fondo de la película "El Padrino": el ostentoso funeral de un jefe local mafioso el jueves en Roma no pasó desapercibido, para disgusto de las autoridades italianas.
El viernes, los diarios locales dedicaban páginas enteras a los detalles del funeral de Vittorio Casamonica, muerto a los 65 años de un cáncer.
Era considerado como el jefe del clan de los Casamonica, de origen sinti, presente principalmente en las afueras del sur de Roma y sospechoso de fraude, extorsión, tráfico de drogas. Aunque fue arrestado en varias ocasiones, nunca llegó a ser condenado.
Noi terminiamo la preghiera del Padre Nostro con –liberaci dal male-. Sarebbe pari a –non mafiarci-.
Roma - Sara' un maxi-processo quello di 'Mafia Capitale' che il 5 novembre prossimo prendera' il via davanti ai giudici della decima sezione penale del tribunale di Roma e che, per ragioni di opportunita' e di sicurezza (trattandosi di soggetti in stato di custodia cautelare, tra carcere o domiciliari) si svolgera' nell'aula bunker di Rebibbia. Il gip Flavia Costantini, che gia' il 30 maggio scorso aveva accolto la richiesta di giudizio immediato (che consente di saltare la fase dell'udienza preliminare) inoltrata dalla procura nei confronti di primi 34 indagati finiti in manette a dicembre, ha firmato anche la seconda analoga richiesta (legata agli arresti eseguiti un paio di mesi fa) depositata dai pm nella sua cancelleria appena una settimana fa.