"Noi ci candideremo alle elezioni europee con il brand del Centro, non saremo soli, avremo nove mesi di tempo" ha detto Matteo Renzi. "Italia viva non lascia ma raddoppia".
Dopo il divorzio (consensuale) rimane da assegnare la patria potestà del nome e dei gruppi di quello che doveva essere il Terzo Polo.
Nella situazione presente, i margini di ricomposizione appaiono veramente esili, e non si esclude una possibile separazione dei gruppi parlamentari.
Raggiunto un accordo per formulare una proposta unitaria, ma Calenda brucia tutti attribuendosi la paternità. Critiche da Più Europa e M5S, mentre il Pd punzecchia Conte.
Conclusa la riunione dei gruppi parlamentari di Azione e Italia Viva al Senato. Una frattura definitiva sembra per ora scongiurata e si guarda a una lista comune per le Europee.
Mentre si fanno sempre più velenosi gli scambi di accuse tra i leader di Azione e Italia viva, il gruppo dell'ormai fu Terzo Polo a Palazzo Madama va verso la separazione, che costringerebbe l'ex ministro nel Misto insieme ai rossoverdi.
Mentre si fanno sempre più velenosi gli scambi di accuse tra i leader di Azione e Italia viva, il gruppo dell'ormai fu Terzo Polo a Palazzo Madama va verso la separazione, che costringerebbe l'ex ministro nel Misto insieme ai rossoverdi.
Mentre si fanno sempre più velenosi gli scambi di accuse tra i leader di Azione e Italia viva, il gruppo dell'ormai fu Terzo Polo a Palazzo Madama va verso la separazione, che costringerebbe l'ex ministro nel Misto insieme ai rossoverdi.
Tramonta l'ipotesi di un gruppo unico ma il segnale dell'ex senatore Dem potrebbe influenzare altri. E nel partito si apre la questione di equilibrio di forze negli organismi parlamentari.
Volano gli stracci anche se entrambi i leader sarebbero intenzionati a mantenere il silenzio sulla vicenda. Italia Viva intanto andrà a congresso.
Dopo la rottura volano gli stracci. Il leader di Azione, Carlo Calenda, e quello di Italia viva, Matteo Renzi, dopo il divorzio continuano a scambiarsi accuse sulla fine del Terzo polo. E il 'botta e risposta' va avanti senza esclusione di colpi. Comincia in tarda mattinata l'ex ministro Calenda, che chiede ai suoi di mantenere un "rigido silenzio stampa".