“Solo per rispetto istituzionale risponderò positivamente all'invito del presidente Emiliano. Solo per rispetto istituzionale e non per altro”.
La notizia che infervora il ministro dello sviluppo economico Calenda, su un Antitrust UE che avrebbe autorizzato l’acquisto della Ilva di Taranto, omette di considerare alcuni elementi importanti, che incideranno sui costi di produzione.
"La decisione della Commissione Ue puo' far esultare solo il ministro Calenda, ma non di certo i tarantini. La vendita è subordinata a un'ampia gamma di cessioni in mezza Europa e i tempi si preannunciano lunghi, perché ogni Stato fara' pressioni per impedire la chiusura del proprio stabilimento.
Riceviamo e pubblichiamo nota pervenuta dalla prof.ssa Lina Ambrogi Melle già promotrice di un ricorso collettivo alla CEDU e Presidente del Comitato Donne e Futuro per Taranto Libera
La tragedia di una città come Taranto, si connota ulteriormente di squallidi presunti nuovi avvenimenti. Il giochetto, acquirenti in cordata, ministero dello sviluppo economico, ricatto occupazionale.
"Al Parlamento europeo oggi è mancato il coraggio. Nonostante venga finalmente riconosciuto il rischio alla salute umana rappresentato dall'Ilva di Taranto, con un voto beffa è stata bocciata la riconversione industriale immediata dello stabilimento.
Giornate senza sugo, prodromo di una primavera criptata dal solito Burian, a Taranto la città ieri manifestava contro l'Ilva, ma parlare di ’città’ appare un eufemismo, i giornali in realtà titolano città assente.
Un’importante manifestazione oggi a Taranto organizzata da madri e padri. “Chiudiamola qui” riferita all’impianto a ciclo integrale Ilva che genera inquinamento in aria, acqua e suolo con effetti gravi su ambiente e salute.
Ilva strategica… ma per chi? Per chi la chiede in fitto e poi magari la compra e la chiude dopo averla spremuta definitivamente? Per chi ha a cuore solo le rendite di consenso?
Riceviamo e pubblichiamo - Il 18 marzo alle ore 18,00 Piazza Garibaldi, scendiamo in piazza perché Taranto, troppe volte ed ancora oggi calpestata, ferita, violentata e derisa, torni ad essere rispettata e valorizzata.