Una nostra delegazione manifesterà domani, martedì 26 giugno, direttamente sotto la Prefettura” dichiara il Comitato Cittadini Stazione Tiburtina
Riceviamo e pubblichiamo nota del movimento nato a sostegno del Corpo Forestale che il governo attraverso una apposita legge ha decretato di sopprimerlo e accorparlo ai Carabinieri. I firmatari della petizione online si danno a appuntamento a Roma. Ecco il messaggio.
La Campagna #SalviamolaForestale scende in piazza insieme agli appartenenti del CFS per dire ancora una volta “NO alla soppressione del Corpo Forestale dello Stato!!!”
Invitiamo tutti i 116400 firmatari e tutte le oltre 100 associazioni che hanno aderito alla petizione su www.change.org/forestale, nonché tutti i cittadini, a partecipare alla manifestazione, indetta dai sindacati di categoria, per impedire che il Governo commetta un crimine ambientale e sociale con la chiusura dell’unico Corpo di polizia specializzato nella prevenzione e nella lotta ai reati ambientali.
Per gli scritti su Facebook consigliamo di invitare gli amici all’Evento dedicato
https://www.facebook.com/events/285362038483341/
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Da domani inizia la mobilitazione perché le pensioni siano il primo punto della legge di stabilità“. Lo annuncia la leader dellaCgil, Susanna Camusso, dal palco della conferenza di organizzazione del sindacato di Corso Italia.
Il 9 settembre SIT IN di protesta a ROMA, anche dalla Puglia, CONTRO le scelte INQUINANTI del GOVERNO RENZI. Sostegno alle azioni del Governatore EMILIANO!
Decine di persone hanno manifestato in Campidoglio contro il bando per la gestione dei canili comunali. “Giù le mani dai lavoratori dei canili” è un cartello esposto dai manifestanti: “Vogliamo sapere dall’Assessore Marino come intende gestire con queste cifre così basse i canili e risolvere la questione occupazionale”.
L’eco delle polemiche sul funerale show di Vittorio Casamonica non si spegne e Roma si prepara a ribadire il suo no alle mafie, alla criminalità e alle illegalità con la manifestazione ‘Per la legalità e contro le mafie’.
Riceviamo e pubblichiamo
Le iniziative per dire NO alle trivelle nel Mediterraneo e nello Jonio, continuano, così come continuano, ad opera del “Meetup MoVimento 5 Stelle Maruggio – Amici di Beppe Grillo” e di tanti altri meetup del MoVimento 5 Stelle - ai quali spesso si associano associazioni di categoria -, gli incontri per sensibilizzare turisti e cittadini locali sulle conseguenze che le trivellazioni potrebbero avere sulle coste pugliesi.
Un lavoro di sensibilizzazione che non si limita a coinvolgere i cittadini, ma che intende informarli per renderli consapevoli dei gravi danni biologici, ecologici ed ambientali che il territorio subirebbe nell’eventualità si realizzasse il piano di “sviluppo insostenibile” previsto dallo Sblocca Italia.
L’iniziativa “Giù le mani dal nostro mare”, è stata voluta fortemente dal Meetup di Maruggio il quale si è prodigato per l’organizzazione della tappa di Campomarino e punterà all’informazione, offrendo anche le possibili soluzioni alternative.
E’ davvero possibile vivere nella società contemporanea senza il petrolio? Il petrolio può essere archiviato?
La risposta è SI’, si può fare e soprattutto si può, utilizzando tecnologie già disponibili sul mercato internazionale.
Con tale consapevolezza giorno 21 Agosto alle ore 9.00, sulla spiaggia libera a cavallo tra il (ormai Ex) Porto Turistico di Campomarino ed i vari lidi sul versante sinistro dello stesso, si passerà dalla denuncia alla protesta.
II MeetUp riproporrà, infatti, all’interno del calendario dei #NOTRIVDAY, la costituzione di una catena umana che prenderà forma sul bagnasciuga del bellissimo mare Jonio.
Alla protesta, accompagnata dallo slogan “Giù le mani dal nostro mare”, cercheremo di far prender parte tutti i bagnanti che intendono difendere il mare Jonio e che credono nella messa al bando del petrolio, in favore di fonti di energia rinnovabili ecosostenibili e biocompatibili.
Una protesta che intende sottolineare come il petrolio non significa lavoro: ma morte e distruzione per l’uomo come per l’ambiente.
Naturalmente, dati i luoghi di svolgimento dell’importante iniziativa, alla quale prenderanno parte portavoce del Parlamento e della Regione, tra cui la consigliera Regionale Antonella Laricchia, non faremo certo mancare la nostra posizione sullo “Scarico a mare” di San Pietro in Bevagna che rischia anch’esso di deturpare il nostro territorio sia dal punto di vista dell’attrattività turistica che dal punto più propedeuticamente ambientale e ancor di più sull’annoso problema locale del Porto Turistico ormai in balia delle onde.
Non ci resta che invitarvi all’evento che il 21 ci e magari, vi vedrà protagonisti…..pronti per la Catena Umana?
Campomarino di Maruggio (TA), 21 Agosto, ore 9.00 lato sinistro porto turistico.
Link dell’evento: https://www.facebook.com/events/439724826214264/
Officine Tarantine organizza una manifestazione di cui diamo notizia nella pagina. Questo mentre il tribunale avvisa che il giudice che seguirà il maxi-processo è lo stesso del processo Misseri. Mentre la Confindustria lancia allarme che non si risana spegnendo l'altoforno 2
Impianto vetusto di oltre mezzo secolo, messo sul tavolo ipocrita di un impossibile rinnovamento. Questa morte orribile di un figlio della nostra terra, deve costituire un monito per tutti, dalla Regione in su e giù. Il consiglio regionale esordirà a Taranto, si dice nelle stanze baresi.
L'altro giorno qualcuno mi descriveva il posto dove è avvenuto l’incidente.
Davanti ad una porta di inferno, gli addetti alla temperatura della ghisa, prendono il dato, prima che il liquido infuocato rompa la membrana e si riversi nel fiume di fuoco. Il lavoratore assiste alla colata ad una distanza di 20 metri. Il liquido è pesante, cade separandosi dalla loppa ancora più pesante che prende un’altra strada. Un’operazione fatta chissà quante volte, di routine.
L’altro giorno qualcosa di imprevisto è accaduto, il liquido infuocato non è caduto di botto, come al solito come un “piscio di un prostatico” dice un lavoratore, ma è schizzato in alto investendo Alessandro. E qui sorge un altro aspetto che riguarda il sistema di sicurezza. Alessandro aveva la tuta e scafandro previsto per quel luogo? Se così non fosse sarebbe davvero un brutto pasticcio che riguarda anche altre responsabilità organizzative di reparto.
Il terreno è davvero complesso e articolato, di questa morte i responsabili sono davvero molti, troppi. Un ‘intera provincia deve domandarsi il senso di questa drammatica storia
MARTEDì 30 GIUGNO FIACCOLATA CITTADINA VERSO LO STABILIMENTO ILVA.
La Procura di Taranto ha disposto il sequestro, senza facoltà d'uso, dell'altoforno 2 dell'Ilva, il reparto in cui l'8 giugno scorso ha subito un terribile incidente, mentre misurava la temperatura della ghisa, l'operaio 35enne Alessandro Morricella, morto dopo quattro giorni per le gravi ustioni riportate sul 90 per cento del corpo.
Questo provvedimento è indicativo della condizione di insostenibilità nella quale versa lo stabilimento, sia dal punto di vista della sicurezza dei lavoratori, che per quanto riguarda la qualità della vita degli abitanti della città. La morte di Alessandro è la quinta avvenuta dentro lo stabilimento negli ultimi tre anni, dai giorni del sequestro del Luglio 2012: Angelo Iodice, Claudio Marsella, Ciro Moccia e Francesco Zaccaria rappresentano altri omicidi di Stato.
In una situazione nella quale l’esposizione a rischi e danni ambientali e sanitari è tutt’ora presente, sia per chi lavora all’interno della fabbrica che per chi vive a Taranto e nei territori circostanti, è necessario che la città torni protagonista delle scelte che la riguardano.
Sarebbe infatti intollerabile che l’ennesimo incidente mortale che ha coinvolto l’ennesima giovane vita travolta da questo sistema di produzione insostenibile e ingiusto rimanga sotto silenzio.
I decreti disposti in questi anni, con il beneplacito della Corte Costituzionale, sono stati fatti solo a garanzia produttiva per i creditori dello stabilimento, banche in primis. Nel frattempo solo briciole per Taranto rispetto agli 8 miliardi di euro previsti per bonificare. Anche l'eventuale e improbabile realizzazione dell'Aia aumenterà il rischio sanitario per 12 mila persone.
Qual è il prezzo in vite umane, dentro e fuori la fabbrica, che la città di Taranto deve ancora pagare? Non esiste una soglia, neppur minima, di danno ambientale e sociale che riteniamo accettabile.
Esigiamo interventi veloci, netti e irreversibili, che fermino gli impianti e la produzione, nell’ottica dell’azzeramento delle fonti inquinanti e di un processo di riconversione ecologica della città, che consenta alla fasce più emarginate ed impoverite della popolazione di avere finalmente un livello di vita dignitoso.
Non è più tollerabile che fondamentali provvedimenti che ci riguardino vengano decisi senza interpellare la città, al fine di conseguire interessi incompatibili con la qualità della vita delle cittadine e dei cittadini.
Quante morti e quanti incidenti sono ancora necessarie per rendersi conto che il futuro di questa città è incompatibile con questa fabbrica? Quante malattie e sofferenza devono ancora essere tributate al mostro d’acciaio prima di congedarsi definitivamente con questo modello di sviluppo inumano e insostenibile?
Azzerare l’esposizione ai rischi e danni ambientali, chiudere tutte le fonti inquinanti, bonificare dentro e fuori lo stabilimento con il controllo della popolazione, mobilitarsi per pretendere un futuro dignitoso per tutti coloro che vivono in città e per chi lavora in fabbrica: è questo l’unico programma di intervento politico compatibile con la qualità della vita e le legittime aspettative di chi ha già troppo sofferto per le ragioni della produzione nazionale.
Diamo appuntamento a tutti i cittadini Martedì 30 Giugno alle ore 19.30 presso Piazzale Democrate, per una fiaccolata che si dirigerà verso l'ingresso dello stabilimento Ilva con l'intento di prendere parola e confrontarsi con i lavoratori.
Crediamo quella data sia simbolica perchè precede l'udienza preliminare del processo Ambiente Svenduto di Mercoledì 1 Luglio, la prima dopo il recente arresto di Fabio Riva.