Secoli di attività antropiche come la pesca eccessiva, l'inquinamento dell'acqua e il cambiamento climatico hanno provocato alterazioni e danni agli ecosistemi fluviali. Una ricerca dell'Università di Tolosa
"Anche stavolta, i fatti dimostrano che lavorare in maniera leale e collaborativa porta a risultati. Grazie al grande senso di responsabilità dal Movimento 5 Stelle, siamo riusciti a ottenererisultati concreti e tangibili per i pescatori italiani.
“Il pacchetto di aiuti per il settore della pesca, che il Parlamento europeo voterà domani in seduta plenaria, è una prima importate risposta all’emergenza Coronavirus che rischia di mettere in ginocchio un settore, peraltro già in forte crisi, fondamentale per tantissime comunità locali, soprattutto al Sud Italia.
"Le misure economiche predisposte dalla Commissione europea per far fronte ai contraccolpi dell'epidemia di coronavirus vanno nella giusta direzione, ma per la pesca occorre un passo ulteriore. Bruxelles, infatti, prevede di modificare il Feamp per allargare il campo di applicazione delle disposizioni sui fondi mutualistici.
"In questo momento di emergenza, nessuno può essere lasciato indietro. I pescatori sono tra le categorie più a rischio e l'Ue deve prendere misure urgenti per sostenere coloro che si trovano impossibilitati a esercitare la propria attività, come sta accadendo per esempio in Italia.
“L’Italia implementa a pieno il sistema a punti previsto dal Regolamento procedure applicabili alla politica comune della pesca, mentre altri Paesi solo parzialmente o non lo fanno affatto. Questo determina una concorrenza sleale tra i pescatori europei che è inaccettabile.
Si terrà lunedì 20 gennaio al Parlamento europeo a Bruxelles (Sala PHS 1C47) la tavola rotonda "La giusta rotta" sugli scenari normativi per il settore pesca. Obiettivo dell’incontro sarà discutere la proposta di regolamento della Commissione europea sui controlli nel settore della pesca, il cui iter parlamentare entrerà nel vivo da febbraio.
"La piccola pesca ha un impatto sull’ecosistema assai inferiore rispetto alle grandi imbarcazioni industriali e, nonostante impieghi la maggior parte dei pescatori, genera soltanto una parte minima degli introiti totali.
"Non esistono evidenze scientifiche che la riduzione degli stock di pesce nel Mediterraneo sia legata alle attività dei piccoli pescatori. Semmai è certo che l'inquinamento marino provocato da petroliere, trivelle e rifiuti di plastica sia una delle ragioni chiave della riduzione della biodiversità.
“Le scorte ittiche pescate nelle acque italiane sono andate esaurite il 6 aprile scorso. Questo dimostra la nostra forte dipendenza dalle importazioni di pesci, crostacei e molluschi, un settore nel quale l’Italia dovrebbe primeggiare nel mondo. In Europa c'è un sovrasfruttamento delle risorse ittiche che va fermato.