APOCALISSARE è significativa di ‘riflettere su tutto’ a partire dal fatto SIAMO IL SOGNO E L’INCUBO DI DIO.
Marco Garzonio
SIAMO IL SOGNO E L’INCUBO DI DIO
Anche Dio ha un sogno:
siamo noi.
La parte è assegnata a ciascuno
sulla scena
del mondo.
Il copione? Si recita a soggetto:
non esistono piccoli e grandi ruoli
nel sogno di Dio,
ma piccoli e grandi attori:
chi è piccolo
e chi è grande
resta da vedere.
Quando cala il sipario
e si riaccendono le luci
scopri che qualcuno ha tradito la libertà
sua e quella di tutti,
trasformando il sogno in incubo
anche per Dio.
Uscire dal sogno di Dio
è un piano inclinato
saponato e scivoloso,
lento ma inesorabile
scende giù, sempre più in basso;
è tardi quando te ne accorgi
rasenti l’abisso:
si può finire nel campo di Auschwitz
o in un lampo
illuminare il cielo
a Hiroshima.
Milano, Ancòra editrice, 2015
Inizio il settimo capitolo con questa poesia profetica ispirata da Lumen fidei, la lettera enciclica del sommo pontefice Francesco del 2013. La fede, lat. fide è zumero hi.de, ‘fusione in Dio’. Ben più di affidamento. È comunione!:
Fate questo in memoria di ME, Lc., 22, 19
Essere in comunione con Dio fa guardar lontano nel passato, almeno, perché futuro è am En, ‘che venga il Signore’.
La totalità del tempo è sette in zumero:
Imin (2, 3)
seven; totality; innumerable; all (ia2/i2, ‘five’, + min, ‘two’ –no: im, ‘wind’, + in, ‘he’ o ‘entra’)[2].
Ogni lettore può riscontrare la simmetria perfetta tra imin e inim che gli metto sotto gli occhi grazie alla comunione con Gesù e a 24 anni di studio dei nomi degli dèi.
Imin enuncia ‘Vento (dello Spirito) IM’ ‘entra IN’.
IM
see tu15 for meaning ‘wind’ or ‘cardinal direction’[4].
Im, imi, em
storm; cloud; rain; weather (cf. tumu)[6]. Non il
me-lam2/lem4 [NE]; me-lem3 [LAM]
terrifyng glance; splendor, radiance, awesome nimbus, halo, aura, light (myth.); healthy glow, sheen (of a person) (‘divine power’ + ‘awe-inspiring quality; to shine’)[8].
mu
n., name; word; year – where the words that follow could be a year formula; line of a tablet, entry; oath; renown, reputation, fame (cf., gu10 -kin, kig2, message) [MU, archaic frequency].
v., to name, to speak (cf., mug –chisel-).
Prep., because; to; toward; in.
Emesal dialect for gis/ges. Also with additional Emesal meanings: sky; instructions; fire; house; great. Also Emesal dialect form for gis2,3/ges2,3/us, man, male, penis[10].
Qui, è possibile osservare come la men.te moderna, modellata dall’archetipo DA UNO DUE si vieti di scindere me.en, ‘parola. Signore’ che l’archetipo antico DA DUE UNO univa nel te.men.
temen [TE]
perimeter; foundation(s), basis; foundation-charter; foundation platform; a figure on the ground made of ropes stretched between pegs, or the pegs themselves; excavation (often syllabically written te-me-en) (te, ‘symbol’ –no: connessione!-/ti ‘side, edge, stake’ –no: vita!, + men(4), ‘crown’ –no: en, Signore/tempo)
[2] John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Los Angeles, Logogram Publishing, 2006 : 128.
[4] John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Los Angeles, Logogram Publishing, 2006 : 124.
[8] John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Los Angeles, Logogram Publishing, 2006 :179.
[10] John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Los Angeles, Logogram Publishing, 2006 : 174.
[11] John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Los Angeles, Logogram Publishing, 2006 : 275.
Lunedì della XIV settimana delle ferie del Tempo Ordinario Libro di Osea 2,16.17b-18.21-22. Così dice il Signore: Ecco, la attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore. Le renderò le sue vigne e trasformerò la valle di Acòr in porta di speranza. Là canterà come nei giorni della sua giovinezza, come quando uscì dal paese d'Egitto. E avverrà in quel giorno - oracolo del Signore - mi chiamerai: Marito mio, e non mi chiamerai più: Mio padrone. Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell'amore, ti fidanzerò con me nella fedeltà e tu conoscerai il Signore.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca10,1-12.17-20.
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe.
Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi;
non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa.
Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi.
Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi,
curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio».
Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle piazze e dite:
Anche la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino.
Io vi dico che in quel giorno Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città ».
I settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome».
Egli disse: «Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore.
Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare.
Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli».
Dacca, l’Is fa strage di italiani[2].
In rubrica Halloran ho solo il reciproco, prezioso come risultante dalla Lettura Cicolare del Zumero:
kad3, 4, 5
to tie, bind toghether [KAD4, archaic frequency][4].
Kad.dib.bi.tu, ‘perdita della parola’ [a pag. 123 angeli e demoni a babilonia di Giovanni Pettinato[6].
Il lemma più prossimo a dak è dag:
dag
n., resting-place, dwelling, residence, chamber (motion as in traveling + throat like chamber) [DAG archaic frequency].
v., to add; to stretch (-out); to roam about[8].
alla meta se troverò il mio nome Carlo
LU2XKAR2; LU2-KAR2
[2] Crasi di da+ak letto su da.ka.
[4] John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Los Angeles, Logogram Publishing, 2006 : 134.
[6] John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Los Angeles, Logogram Publishing, 2006 : 43.
[8] John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Los Angeles, Logogram Publishing, 2006 : 161.
[9] John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Los Angeles, Logogram Publishing, 2006 : 161.
Domenica 29 giugno 2008, alle 3 del mattino spirò mio padre Gino: ha combattuto la sua buona battaglia, ha conservato la fede ed ora, mercoledì 29 giugno 2016, cammina per le praterie del cielo.
Lunedì avevo portato un anthurium sulla tomba dei miei genitori, memore della morte spirituale del mio papà avvenuta il venerdì 27.
San Paolo, paulo, pa.ulu, ‘territorio del vento dello Spirito’, come Saulo, sha.ulu, ‘utero del Vento’ –in zumero-, ha terminato la sua corsa, come Pietro de ‘la via di Balaam di Bosòr’; hanno conservato la fede e l’hanno fatta camminare fino a papa Francesco in me.
Gesù, non abbandonarmi in tentazione, ma permani in me.
La mia battaglia, il mio me, in zumero, è nella fede, da non perdere per nessun motivo; ma deve andar oltre, nella conoscenza linguistica.
Che cos’è il me?
me3, 7, 9, 11
battle [ME archaic frequency].
me3-sen (-sen-na)
battle; war (‘battle’ + ‘combat’; cf., sen-sen [ns. spiegazione: sen = crasi se+en, ‘vita+Signore’].
Raimon Panikkar ha detto una cosa importantissima, in Lo spirito della parola: […] ‘pro-nome’ non significa necessariamente “al posto” del nome, una sostituzione. Può anche significare ‘prima’, vale a dire più importante del nome.
Da dove viene questo me?
me-am3
where is? (‘to be’ + locative + enclitic copula).
Recte: da dove viene? Vel: da dove è? Ovvero, -am significa:
am3 [A. AN]
writing of coniugation prefix /a-/ with ventive element /-m/ in NS and OB texts – compared with im-ma.
[A.AN] significa [seme. cielo]. Perciò, me-am = da dove è? E la risposta sta in Cielo, an.
Io perderò la battaglia per realizzare l’articolo 49 della Costituzione ma non perderò il mio me: ad ottobre voterò no ai cambiamenti proposti dai dirigenti politici, perché il sì al partito legale è molto più importante dell’esito conosciuto subito su chi ha vinto: -Ha vinto il bandito a) oppure ha vinto il bandito b)?-. Ogni bandito deve restar bandito, in carcere o perduto nella corruzione. Deve candidarsi chi è pulito da colpe, chi è stato candidato. Se non ho una legge per questo io non ho interesse al voto! Il mio no, perderà o vincerà, ed io resterò come prima, assetato di legalità.
Io non devo perdere la battaglia Antares, che curo da 24 anni. Il monte de Antares e colo maledicto di Zeneda racconta che i Veneti sono venuti dall’oriente, praticavano i riti del vitello d’oro, ovvero del Capodanno kar mur vel zag.mu (-k), si divisero tra credenti nel Cristo risorto e pagani, che continuarono con le pratiche idolatriche. Venanzio Fortunato fu un cenedese, probabilmente di etnia longobarda, nato nel Cenedese in un abitato tra il Piavesòn de sora ed il Piavesòn de soto, affluenti ai laghi di Revine e Lago da nord –da ciò gli amicos duplavenientes che chiedeva di salutargli nel suo de vita sancti Martini.
San Martino fu un altro longobardo, passato alla storia come il primo santo non martire occidentale, esorcista. Oscurò perfino la priorità del Cristo per la potenza persuasiva dei miracoli fatti nel nome di Cristo.
Cristo ha prevalso.
Prevarrà amen = in verità, oppure am En = che venga il Signore in zumero?
Io do i miei articoli, su www.tellusfolio.it /terra madre/ordine di farfalla ed www.agoramagazine.it restaurato. Oggi, con Balaam il divinatore.
Insisto ad inviarli alla Curia, a l’Azione, a La Civiltà Cattolica, a L’Osservatore Romano. Sarà invano?
O Gesù, pensaci tu!
Carlo Forin
Benedetto chi viene nel nome del Signore!
Ieri, Benedetto XVI è stato festeggiato da papa Francesco per il compimento del suo 65° anno di sacerdozio.
In zumero:
pa-pah
cella, inner sanctum of temple (loanword from Akk. papahu(m); cf., Orel&Stolbova#1926, *pah- “close, lock”).
papah sarebbe il massimo del sacro in un tempio, ma non luogo chiuso del pah su-enunciato! H è l’ankan egizio, la connessione kh al cielo an.
In ogni caso il termine Papa, apparentemente con etimo pater-patrum, padre dei padri, contiene la h finale connettiva all’Aldilà
Sono le 11,36 di mercoledì 16 settembre 2015. Ho tra le mani il numero del 12 settembre 2015 di La Civiltà Cattolica. Sono interessato dal primo articolo, di Diego Fares,