Una ragazza di 24 anni si è vista negare dal tribunale il rinvio a giudizio del suo presunto stupratore perché considerata sofferente di 'sexsomnia', un disturbo del sonno riconosciuto dalla medicina in cui si mettono in atto comportamenti sessuali, senza consapevolezza o intenzione, durante il riposo notturno. Ma alla fine sono arrivate le scuse.