ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Riceviamo e pubblichiamo integralmente nota pervenuta dai Verdi di Taranto sulle problematiche ambientali riferite all'Ilva

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Riceviamo e pubblichiamo integralmente nota pervenuta dai Verdi della provincia di Taranto sui temi dell'ilva firmata da Simona Internò

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L’amministrazione comunale di Manduria ha presentato con grande enfasi alla città due progetti: uno (nuovo Palazzo di città e riqualificazione del quartiere S. Gemma, avviato dalla precedente amministrazione) in corso di realizzazione e di cui ci si dice sarà terminato entro il 2017, benché ad oggi sia compiuto per il 15% dei lavori previsti;

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Riceviamo e pubblichiamo integralmente nota pervenuta daI portavoce della Federazione dei Verdi – Provincia di Taranto Elvira Sebastio e Gregorio Mariggiò

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In Riferimento alla recente notizia del presunto trasporto avvenuto per molti anni a Manduria di sacchi contenenti cenere di lavorazione dell’Ilva e carichi di diossina, notizia resa nota dal presidente nazionale di Peacelink Alessandro Marescotti e successivamente riportata dai media locali, i Verdi di Manduria esprimono tutta la loro preoccupazione per gli effetti che tali sostanze possono aver provocato sulla salute dei cittadini e il territorio di Manduria.

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«Il presidente Sguanci e la sua maggioranza riescono sempre a stupire», commentano Tommaso Grassi, Donella Verdi, Giacomo Trombi, consiglieri comunali di Sinistra Italiana-Firenze riparte a Sinistra e Serena Jaff e Mauro Santoni, consiglieri del Quartiere 1

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Taranto: Bonelli-Verdi- "Ispra pubblica violazioni ambientali dopo oltre 4 mesi dalla ispezione. Recenti studi confermano aumento mortalità nel silenzio irresponsabile del Ministro dell'Ambiente e della Sanità."

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Riceviamo e pubblichiamo integralmente nota pervenuta da Federazione dei Verdi - provincia di Taranto circa la visita a Taranto del premier Renzi

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Diniego Ministero all’Ambiente: noi Verdi lo abbiamo sempre affermato, i cinque chilometri dalla costa vincolano lo scarico in mare dei reflui.Per noi Verdi, il progetto non era emendabile solo nella parte riguardante la destinazione finale dei reflui, ma andava rigettato in toto, a cominciare dalla sua localizzazione.

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Riceviamo e pubblichiano nota della La federazione provinciale di Taranto dei Verdi

 

L'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea ridà fiato e lena a tutti quei partiti che dell'insofferenza verso le istituzioni europee  hanno fatto il loro cavallo di battaglia, additandole come principali responsabili della crisi che attanaglia le popolazioni di vari Stati del continente.

Noi Verdi crediamo invece che occorra riformarle, quelle istituzioni, per riportarle ad essere coerenti con i principi ispiratori dell'Unione, che mossero l'Italia ad esserne tra i Paesi fondatori: primo fra tutti, la creazione di quella Europa dei popoli, inclusiva e solidale, di cui parlava Alexander Langer.

L'Europa attuale, pur con tutti i suoi gravi limiti, raccoglie non a caso il gradimento dei giovani, che colgono in essa l'opportunità di studiare, lavorare e fare impresa anche fuori del proprio paese.

C'è bisogno di più Europa, di rafforzare il ruolo del suo Parlamento, di unificare la legislazione dei singoli Stati in vari settori della vita economica e sociale. Occorre soprattutto che le decisioni dell'esecutivo non siano più frutto di compromesso, in cui gli interessi dei singoli governi vengano anteposti all'interesse comune.

Da questo punto di vista troviamo contraddittorio e fuorviante l'atteggiamento di alcuni esponenti del M5S che proclamano di voler istituire un referendum per far uscire l'Italia dalla zona euro, pur continuando a far parte dell'Unione Europea. Soprattutto perché nella Costituzione italiana vigente non è previsto l'istituto del referendum propositivo, ma solo abrogativo. Nel momento in cui i pentastellati chiedono il ricorso alla democrazia diretta per uscire dall'euro, stanno di fatto avallando la riforma costituzionale di Renzi e auspicando la vittoria del SÌ, in quanto proprio questa riforma prevede all'art. 71 l'introduzione del referendum propositivo e di indirizzo. Oltre tutto, l'applicazione dell'art. 71 è subordinata all'approvazione di un regolamento attuativo che è esso stesso legge costituzionale, quindi sottoposta ad un iter complesso e dai tempi incalcolabili.

Concentrare l'attenzione degli elettori su un percorso di uscita dall'euro quanto mai aleatorio e che presuppone di accettare la riforma costituzionale voluta dal governo non ci sembra un modello di linearità e chiarezza, in quanto finisce col rafforzare le ragioni del SI.

Noi Verdi della provincia di Taranto, al contrario, pensiamo che gli sforzi vadano concentrati nellaIMG per agorà difesa della Costituzione vigente attraverso tutte quelle attività di informazione degli elettori sui limiti, le contraddizioni e i veri e propri obbrobri della riforma, peraltro approvata da maggioranze variabili e a colpi di voti di fiducia, così ben illustrati il 25 giugno dal Procuratore di Torino, dott. Armando Spataro.

Ribadiamo il nostro NO alla riforma costituzionale e l'adesione al comitato per il No.

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