BOLOGNA – Dalla strada alla passerella. E’ il percorso compiuto da Mariam, 16 anni, di cui 5 vissuti per le strade di Dar es Salaam, capitale della Tanzania. “Sono nata nella regione di Mwanza (nel Nord Ovest del Paese, ndr), mio padre e’ morto quando ero ancora nella pancia di mia madre e lei e’ morta in seguito a complicazioni durante il parto cesareo – racconta – Non li ho mai conosciuti e la mia vita e’ stata un vero incubo: i parenti dei miei genitori hanno litigato su chi avrebbe dovuto tenermi e non appena ne ho avuto la possibilita’ ho rubato in casa i soldi per pagarmi il viaggio fino a Dar es Salaam e sono scappata”.
Era il 2010 e per quasi 5 anni, Mariam ha vissuto per strada “affrontando il rischio di abusi e violenze e dormendo sui marciapiedi”. Poi nel 2014 l’incontro con Nyakwesi, una delle fondatrici dell’associazione Makini (una parola kiswahili che significa ‘stare attenti’) che lavora con i ragazzi di strada, coinvolgendoli attraverso la danza e il teatro e proponendo loro corsi di formazione. E’ stato grazie a lei se Mariam ha potuto finalmente lasciare la strada (ora vive con la sua amica Aziza in una stanza affittata da Makini) e capire che cosa fare della sua vita.
“Mi ha detto che sarei potuta diventare una modella, il mio sogno da quando avevo 5 anni, mi ha chiesto di iniziare a seguire i corsi del centro e di non sprecare il mio futuro sulla strada – dice Mariam – All’inizio ho pensato che fosse una perdita di tempo, che anche lei fosse come tutti gli altri che vengono da noi, ci dicono un sacco di bugie e ci usano e basta. Ma dopo 2 settimane, Nyakwesi ha mandato una ragazza a prendermi. Ho capito che le sue intenzioni erano buone e ho iniziato a frequentare il centro”.
E’ stato cosi’ che Mariam ha incontratoCefa onlus, e’ stata coinvolta nel progetto “Art against poverty” e grazie agli scatti del fotografo Gabriele Fiolo ha partecipato nel dicembre 2014 alla Swahili Fashion Week, il piu’ importante evento legato alla moda dell’Africa centroorientale, indossando gli abiti della stilista Husna. “Sono tornato piu’ volte in Tanzania da allora – racconta Fiolo che segue i progetti di Cefa onlus da diverso tempo – e non sono mai riuscito a incontrare Mariam, perche’ era sempre impegnata con qualche lavoro o corso”.
Si aprono il 14 settembre, per chiudersi dopo un mese esatto il 14 ottobre, i termini per presentare le domande di sostegno e accedere ai finanziamenti del fondo per la locazione del 2015. Il fondo, che si basa su un finanziamento emesso dalla Regione, è destinato alle famiglie che hanno avuto difficoltà, nel 2014, a mantenere il bene casa per l'onere del contratto di affitto. «E nel bando 2014» sottolinea l'assessore ai servizi sociali Francesca Salivotti «avevamo ricevuto davvero molte domande, segno che il problema è davvero sentito e pressante».
Biella è comune capofila di ambito. Significa che le domande, che ognuno dovrà presentare nel suo comune di residenza, saranno esaminate dai funzionari dell'ufficio politiche abitative di palazzo Pella per stilare la graduatoria. «Questo lavoro in più dei nostri dipendenti» spiega Francesca Salivotti «sarà “premiato” con una cifra maggiore a disposizione da distribuire alle famiglie della città in difficoltà».
Gli aventi diritto a presentare la domanda sono i nuclei familiari il cui Isee (indicatore della situazione economica equivalente) in corso di validità non superi la cifra di 6.241,67 euro e il cui canone annuo di affitto, per il 2014, superi del 50% la cifra dell'Isee. Altri requisiti necessari sono la regolare registrazione del contratto di locazione, la residenza nel comune al 16 luglio 2015 e il fatto che nessun membro della famiglia deve essere proprietario di immobili. Per i residenti che hanno la cittadinanza di uno Stato non appartenente all'Unione Europea è necessario un requisito in più, la residenza in Piemonte da almeno cinque anni o in Italia da almeno dieci.
Le domande vanno corredate dal certificato di residenza e dallo stato di famiglia e vanno presentate all'ufficio politiche abitative, al terzo piano di palazzo Pella, previo appuntamento (telefono 015.3507858 e 015.3507855). «Va ricordato che ogni nucleo familiare deve presentare la domanda nel suo comune di residenza» ribadisce Francesca Salivotti. I comuni che faranno capo, per l'esame delle domande, a Biella sono Andorno Micca, Borriana, Callabiana, Camandona, Camburzano, Campiglia Cervo, Cavaglià, Cerrione, Donato, Dorzano, Gaglianico, Graglia, Magnano, Miagliano, Mongrando, Mosso, Muzzano, Netro, Occhieppo Inferiore, Occhieppo Superiore, Pettinengo, Piedicavallo, Pollone, Ponderano, Pralungo, Quittengo, Ronco Biellese, Roppolo, Rosazza, Sagliano Micca, Sala Biellese, Salussola, San Paolo Cervo, Sandigliano, Selve Marcone, Sordevolo, Tavigliano, Ternengo, Tollegno, Torrazzo, Trivero, Veglio, Verrone, Vigliano Biellese, Villa Del Bosco, Viverone, Zimone, Zubiena e Zumaglia.
Rimini - "Al Meeting di Rimini trovo sempre grande calore, partecipazione, entusiasmo e tanti giovani. Proprio la presenza massiccia delle nuove generazioni, testimonia che questo evento funziona e avrà futuro".
Autismo. Una sindrome di cui ancora si conosce poco, ma che coinvolge un soggetto ogni 150. “La somma di tutti i casi di tumori, diabete e Aids in età pediatrica- secondo il Bambin Gesù – non fa il numero degli autistici”, ha ricordato Paolo Sarra, dell’associazione Autismo fuori dal Silenzio onlus, a cui ha fatto eco Alessandro Capobianchi, presidente dell’Anpa nazionale Onlus: “Tra dodici anni avremo in Italia 350 mila autistici adulti”. Questi interventi giungono al convegno promosso dalla senatrice Manuela Serra (M5S) sul tema delle buone prassi nell’autismo, a pochi giorni dall’approvazione alla Camera del nuovo ddl in tema, appunto, di autismo.
Un disegno di legge che Capobianchi giudica non sufficiente, in quanto “non viene specificato chi, come e perché offrirà i servizi. Con una legge sanitaria che prevede la residenzialità e la semiresidenzialità attraverso una gestione diretta del costo di 300 euro al giorno -ha avvisato -lo Stato non credo che avrà la capacità di coprire simili cifre”.
Per Capobianchi poi, oltre al problema degli stanziamenti, a cui il testo di legge non fa alcun riferimento, c’è quello della formazione e della libertà di scelta, principi che “il genitore pone al centro del dibattito”. Per formazione, spiega il presidente Anpa, “si intende quella del corpo docente e della pubblica amministrazione”. Un problema su cui Manuela Serra del Movimento 5 Stelle pone l’accento, ricordando che la riforma ‘Buona scuola’ “non tratta l’argomento” e richiedendo “maggiore preparazione per gli insegnanti di sostegno”.
Per libertà di scelta si intende invece la facoltà del genitore di scegliere se adottare un intervento di tipo comportamentale o relazionale, oppure entrambi. A spiegarlo è Sabina Savagnone, presidente dell’Arpa (Associazione per la ricerca sulla psicosi e l’autismo): “Sono convinta che alla base ci sia la relazione, ma lungi da me affermare che l’unico intervento valido sia quello relazionale. Ogni genitore deve poter sperimentare esperienze diverse.” Inoltre per Savagnone l’autismo è “l’espressione di un disagio all’interno dell’organismo, che ha anche un’origine organica, ma non solo”. Fattore in più che rende necessario difendere la libertà di scegliere l’approccio terapeutico più consono al bambino, “come garantito anche dalla convenzione Onu sui diritti della persona disabile”. Ma Savagnone ha anche precisato che “portiamo avanti il discorso dell’assistenza indiretta” proprio perché esiste la consapevolezza della scarsità dei fondi. Questo è peraltro un modo “per consentire alla famiglia di scegliere l’intervento più adeguato. È su questo punto che sarà possibile fare un salto di qualità”. In aggiunta a questo, Paolo Sarra ha proposto “un organo di arbitrato tra le Asl e le richieste delle famiglie affinché ci sia qualcuno di rappresentativo di chi vive quotidianamente l’autismo”.
Allora quali sono i passaggi della normativa in Italia in tema di disabilità?
La risposta arriva da Sarra: “La Legge quadro 104 del 1992 ha parlato di progetto globale condiviso. La legge 162 del 1998 ha poi modificato l’articolo 39 della 104 per introdurre i piani gestiti in forma indiretta (i cosiddetti piani personalizzati) e il progetto di inserimento sociale (riferito agli articoli 8, 9 e 10 della 104). Questa legge- ha sottolineato il presidente di Autismo fuori dal Silenzio -è stata realizzata solo in Sardegna e oggi abbiamo 38 mila disabili sardi che vedono finanziare ciò che occorre alla loro patologia. Il Legislatore voleva andare in questa direzione con la 328 del 2000, tanto che l’articolo 14 della 328 prevede il progetto individuale. Purtroppo- ha concluso – sia nel Sistema sanitario nazionale che nella scuola vediamo molti servizi sprecati. Spero che il ddl sull’autismo non diventi una minima 104″. Fonte agenzia Dire www.dire.it
Dato il successo del nuovo servizio presto la Regione lo estenderà a tutte le province. In questo modo in tutto il Lazio i cittadini avranno ogni giorno un medico a disposizione, anche nel fine settimana e nei giorni festivi
ROMA – Con 102.734 assunzioni “avevamo promesso alle scuole più risorse professionali per realizzare veramente l’autonomia e così è stato. Il Miur ha già dato il via alle 36.627 assunzioni a tempo indeterminato per coprire il turn over e i posti di sostegno”.