Essi hanno reso testimonianza della tua carità davanti alla Chiesa, e farai bene a provvederli nel viaggio in modo degno di Dio,
perché sono partiti per amore del nome di Cristo, senza accettare nulla dai pagani.
Noi dobbiamo perciò accogliere tali persone per cooperare alla diffusione della verità.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 18,1-8.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi:
«C'era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno.
In quella città c'era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario.
Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno,
poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi».
E il Signore soggiunse: «Avete udito ciò che dice il giudice disonesto.
E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare?
Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
La domanda semplice di Gesù è attualissima: -Il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà fede sulla terra?-
Il fatto è fondamentale, tanto da richiedere il chiarimento: che cos’è la fede? Già il senso comune di ‘confidenza’ in Dio ci aiuterebbe a scrutare nei due miliardi di cristiani dei quali parla papa Benedetto per aprire magari al numero più ampio dei credenti in un Dio secondo i più diversi riti confluiti ad Assisi nel nome della pace. Ma, a me piace il significato zumero di fede, fide hi. de = ‘con-fusione (in) Dio’, unione con Dio, come nel fiume della chiusa dell’Apocalisse:
Mi mostrò poi un fiume d’acqua viva limpida come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell’Agnello. In mezzo alla piazza della città e da una parte e dall’altra del fiume si trova un albero di vita che dà dodici raccolti e produce frutti ogni mese; le foglie dell’albero servono a guarire le nazioni. 22. 1-2
L’albero è per metafora l’Agnello, Gesù, in zumero GESH.UB, ‘Albero. Cielo’, che leggo su GESH.BU ‘Albero. Conoscenza’ del diz. Halloran:
gesh2,3,4, gish2,3, ges2,3,4,
sixty (cf., gesta –vel tagesh nds)[1].
geshbu, gespu, gesba, gespa
bow; boomerang; throw-stick (gish, ‘tool’, shub, ‘to cast, throw’, + nominative a; ending reflects vowel harmony prior to vowel contraction)[2].
geshbu2, geshpu2 [SU.DIM4]
fist(s); hook; handle; grappling hook for a wrestler; wrestling (often linked with lirum3, ‘athletics’) (gish, ‘wooden tool’, + bu(4), ‘to pull, draw’)[3].
gesta, ges2, gis2 [DIS]; gesh3,4, gish3
sixty (cf., ge –es – tu, ‘six hundred’, and ni –gi –da, ‘thing of sixty’; read instead (?) gesta, ges2, gis2, cf., igi-se3…du, ‘to walk in front of, Akk., igistu, gestu, ‘very first, leading’; gistu4, ‘(writing) board’; Sum., igistu, gestu4 [IGI.DU]; cf., ugula-ges2-da, ‘officer in charge of sixty men’; Akk., susi, ‘sixty’)[4].
Bu va chiarito sia come ‘buono’, ‘conoscenza buona’
bun(2); bu(7)
n., lamp, light; blister; bag-type of bellows; rebellion (holows container + nu11, ‘lamp’?).
v., to be swollen; to blow; to ignite, kindle; to shine brightly (cf., bul, to blow; to ignite’)[5].
Sia come uruburu, medievale oroboro, ‘serpente che si morde la coda’, che è l’anno zumero compiuto, ed anche uruburus, ‘serpente con la coda esposta’, ed è l’anno che si rinnova nell’anno nuovo. Da ciò i dodici raccolti che danno frutti ogni mese e le foglie, le particole del corpo di Gesù Cristo che guarisce le nazioni.
[1] John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Los Angeles, Logogram Publishing, 2006 : 97.
[2] John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Los Angeles, Logogram Publishing, 2006 : 97.
[3] John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Los Angeles, Logogram Publishing, 2006: 97.
[4] John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Los Angeles, Logogram Publishing, 2006: 97.
[5] John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Los Angeles, Logogram Publishing, 2006: 35.