Non ci spingiamo anche noi con tale accanimento sulla persona che sbaglia portandola al pubblico ludibrio, ci basta solo ammettere che c’è un problema di educazione responsabile che deve fare i conti con l’evoluzione della società. Una società che va perdendo smalto, quasi radici con il suo storico passato. Manca la storia recente, si fa confusione tra cose accadute nel ventennio fascista attribuendole a tempi recenti, magari anni ’60. Su questo, nel libro che non smetteremo di citare Pape Satàn Aleppe, avendo letto le sue 450 pagine con grande gusto, il libro postumo di Umberto Eco, su questa storia riporta una bustina gustosa.
“La faccenda riguardava L’eredità, la trasmissione di quiz condotta da Carlo Conti, in cui vengono invitati concorrenti scelti in base alla bella presenza, alla naturale simpatia o ad alcune caratteristiche curiose, ma sicuramente selezionandoli anche in base a certe competenze nozionistiche, per evitare di mettere in scena individui che se ne stiano pensosamente a bocca aperta di fronte alla sfida se Garibaldi fosse un ciclista, un esploratore, un condottiero o l’inventore dell’acqua calda. Ora, in una serata televisiva Conti aveva proposto a quattro concorrenti il quesito “quando era stato nominato cancelliere Hitler” lasciando la scelta tra 1933, 1948, 1964 e 1979. Dovevano rispondere tale Ilaria, giovanissima e belloccia, Matteo, aitante con cranio rasato e catenina al collo, età presumibile sui trent’anni, Tiziana, giovane donna avvenente, anch’essa apparentemente sulla trentina, e una quarta concorrente di cui mi è sfuggito il nome, occhiali e aria da prima della classe.
Siccome dovrebbe essere noto che Hitler muore alla fine della seconda guerra mondiale, la risposta non poteva essere- che 1933, visto che le altre date erano troppo tarde. Invece Ha ria risponde 1948, Matteo 1964, Tiziana azzarda 1979, e solo la quarta concorrente è costretta a scegliere il 1933 (ostentan do incertezza, non si capisce se per ironia o per stupore).
A un quiz successivo viene domandato quando Mussolini riceva Ezra Pound, e la scelta è tra 1933, 1948, 1964, 1979. Nessuno (nemmeno un membro di Casa Pound) è obbligato a sapere chi fosse Ezra Pound e io non sapevo in che anno Mussolini l’avesse incontrato, ma era ovvio che - il cadavere di Mussolini essendo stato appeso a piazzale Loreto nel 1945 - la sola data possibile era 1933 (anche se mi ero stupito per la tempestività con cui il dittatore si teneva al corrente degli sviluppi della poesia anglosassone). Stupore: la bella Ilaria, richiedendo indulgenza con un tenero sorriso, azzardava 1964.
Ovvio sbigottimento di Conti e - a dire la verità - di tanti che reagiscono alla notizia di YouTube, ma il problema rimane, ed è che per quei quattro soggetti tra i venti e trent’anni - che non è illecito considerare rappresentativi di una categoria - le quattro date proposte, tutte evidentemente anteriori a quelle della loro nascita, si appiattivano per loro in una sorta di generico passato, e forse sarebbero caduti nella trappola anche se tra le soluzioni ci fosse stato il 1492.
Questo appiattimento del passato in una nebulosa indifferenziata si è verificato in molte epoche, e basti pensare a Raffaello che raffigurava il matrimonio della Vergine con personaggi vestiti alla foggia rinascimentale, ma ora questo appiattimento non dovrebbe avere giustificazioni, visto le informazioni che anche l’utente più smandrappato può ricevere su Internet, al cinema o dalla benemerita RAI Storia. Possibile che i nostri quattro soggetti non avessero idea delle differenze tra il periodi in cui entrava in scena Hitler e quello in cui l’uomo era andato sulla Luna? Per Aristotele è possibile tutto quello che si è verificato almeno una volta, e dunque è possibile che in alcuni (molti?) la memoria si sia contratta in un eterno presente dove tutte le vacche sono nere. Si tratta dunque di una malattia generazionale”.
Ecco il termine malattia generazionale citata dal maestro dovrebbe far riflettere davvero. C’è un analfabetismo di ritorno? Occorre un nuovo Maestro Manzi? Sulla stampa si ritorna spesso su questo tema, e lo si deve fare con costanza, citando maestri come lo scomparso Tullio De Mauro, come riferimento per un nuovo Rinascimento della lingua. L'altro giorno si citava Manzi in tv a proposito dei tutorial in rete con i video che ti spiegano tutto. Ecco questa facilità del fare che si copia, ha un riscontro, perchè al fare si anticipava il sapere ovvero la conoscenza prima della capacità altrimenti rischiamo di diventare tutti dei robot praticoni senza sapere nulla del perchè facciamo. E questo riportato alla lingua dimostra il perchè non si legge. Siamo la quarta lingua più diffusa al mondo e dobbiamo fare di tutto per dare non solo onori, ma anche oneri, fatica, studio, per la lingua del Sommo Poeta che ci invidia il mondo.
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