L'allarme ambiente e salute pubblica verificatosi presso l'ex impianto di zincatura di metalli ferrosi di proprietà della società “Zincherie Adriatiche S.r.l” nel comune di Diso (Lecce) è stato portato all'attenzione della Commissione europea con un'interrogazione degli eurodeputati del M5S Piernicola Pedicini e Rosa D'Amato.
I due esponenti pentastellati hanno chiesto l'intervento dell'organismo esecutivo della Ue evidenziando che nel settembre 2016 il Comune di Diso ha approvato la conversione dello stabilimento dell'ex zincheria in un residence per attività ricettive senza predisporre la bonifica del sito e che, nel novembre 2016, i risultati di alcune analisi svolte da Arpa Puglia hanno confermato la presenza nei terreni dell'ex impianto di metalli quali berillio, stagno e zinco oltre i limiti massimi previsti dalle normative nazionali vigenti. Inoltre, le analisi delle acque dei pozzi adiacenti hanno fatto riscontrare la presenza di arsenico, registrando valori oltre il doppio del limite consentito.
Dopo aver spiegato da cosa deriva l'allarme ambientale che è stato riscontrato presso l'ex impianto di zincatura, Pedicini e D'Amato hanno posto alla Commissione Ue tre precisi quesiti: se le ex zincherie sono coperte dall'ambito di applicazione delle direttive Ue in materia di responsabilità ambientale, prevenzione e riparazione del danno o da altra rilevante legislazione europea; se sussistano obblighi di bonifica e ripristino del sito da parte della proprietà, del Comune e/o della Regione; quali azioni potrebbero essere portate avanti dai cittadini residenti nella zona e dalle autorità pubbliche competenti per assicurare la corretta attuazione della legislazione europea di riferimento, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l'accesso alla giustizia in materia ambientale.
L'interrogazione europea dei due eurodeputati è stata presentata a seguito di varie segnalazioni e denunce del M5S Puglia e di due interrogazioni del consigliere regionale pentastellato Cristian Casili.
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