Tranne sorprese degli ultimi giorni si potrà parlare di una campagna elettorale smorta, l'unica novità riguarda l'Ilva, perché proprio lunedì si conoscerà ufficialmente il nome della cordata vincitrice dell'acquisto con lo sconto di migliaia di licenziamenti. Il primo cittadino, mo' s'incazza e vuole andare a Roma a fare un girotondo, qualche cittadino dirà, dalle parte dei Tamburi, da dietro le finestre chiuse: "cu' ce ccuragge e ccu' ce ssendemende".
Certo che alla fine di una campagna elettorale ste lacreme e sangh' rischiano di far abbassare i toni a quelli che vogliono la chiusura delle fonti inquinanti, perchè mo' vale, le risposte serie e senza fronzoli a questi esuberi valgono mille voti a persona licenziata, e come dire che oggi il tema lavoro salta agli occhi subito e dopo c'è la salute, e tutti i discorsi futuristi devono volgersi al presente. Viene da pensare – e siamo complottisti per natura e scelta - che questa cosa sia stata studiata, perché da più parti si diceva che se ne parlava dopo le elezioni, qualcuno parlava (i commissari Ilva) addirittura del 2018 come termine per la chiusura della vendita, invece vale mò. Azz
D'altra parte se facciamo una piccolissima sintesi, una sola formazione si occupa del tema con un dibattito al Zacapa cafè, un altro candidato, da tutt'altra parte dice invece che l'economia di Taranto è il mare, ma....che cozze si dice a Tarde? Ma quando sento parlare di futuro, dal mio abbaino di Padova, mi chiedo quanto dura, in termini di giorni, mesi, anni. Insomma candidati e truppe cammellate di consiglieri, in questi cinque giorni, pensate ai prossimi cinque anni, alle emergenze vere, che saranno dal primo giorno, davanti al portone che vi ci accingete ad attraversare e scalonata da salire, e saranno tende stanziali che vi accoglieranno ogni giorno. Mo' vale, il voto? camin' ca l'acchie. Buona Domenica.
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