Addirittura, leggo la proposta interessantissima di Ferdinando Giugliano Meno frontiere per sostenere il welfare[2], Ue, un fondo comune per l’immigrazione[3].
Ho l’impressione, però, di indicare la risoluzione dei problemi dell’immigrazione ovvia come il sole nel buio pesto ai ciechi.
Nessuno la vede!: la cittadinanza europea è la priorità assoluta che balza in rilievo anche con l’apertura delle trattative per il Brexit. La definizione di chi siano i cittadini europei renderà unitaria la condizione di chi rimarrà in Gran Bretagna senza fughe particolari dei singoli Stati allettati da proposte britanniche furbesche.
Quando la Ue avrà la cittadinanza europea allora il fondo comune per l’immigrazione proposto da Giugliano –editorialista di Bloomberg View- sarà la risorsa alla quale attingeranno gli Stati che hanno accolto i migranti e lavorano per integrarli. Emetterebbero delle obbligazioni che attingono al fondo comune europeo per l’immigrazione. Giugliano attesta che solo il 17% degli immigrati in Germania hanno un’occupazione oggi da un’intervista del Financial Times. “Aydan Ozo uz, commissaria dell’immigrazione del governo tedesco, ha ammesso che tra cinque anni fino ai tre quarti dei rifugiati presenti in Germania saranno ancora senza lavoro”.
Dunque. Se io non ho perso l’orientamento, l’Europa deve dare ai suoi cittadini un’identità giuridica dopo 60 anni di unificazione. Lo status di cittadini toglierà ogni disputa nazionale. L’integrazione dei nuovi cittadini europei verrà facilitata attraverso la costituzione di un fondo comune che finanzierà le politiche di accettazione.
[1] La Repubblica, lunedì 3 luglio, prima pagina.
[2] A pag. 1 dell’inserto A&F.
[3] A pag. 10.
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