ANNO XIX Gennaio 2025.  Direttore Umberto Calabrese

Sabato, 02 Dicembre 2017 06:11

«Guardate il fico e tutte le piante; quando già germogliano, guardandoli capite da voi stessi che ormai l'estate è vicina.»

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Io, Daniele, guardavo nella mia visione notturna ed ecco, i quattro venti del cielo si abbattevano impetuosamente sul Mar Mediterraneo e quattro grandi bestie, differenti l'una dall'altra, salivano dal mare. 


La prima era simile ad un leone e aveva ali di aquila. Mentre io stavo guardando, le furono tolte le ali e fu sollevata da terra e fatta stare su due piedi come un uomo e le fu dato un cuore d'uomo. 
Poi ecco una seconda bestia, simile ad un orso, la quale stava alzata da un lato e aveva tre costole in bocca, fra i denti, e le fu detto: "Su, divora molta carne". 
Mentre stavo guardando, eccone un'altra simile a un leopardo, la quale aveva quattro ali d'uccello sul dorso; quella bestia aveva quattro teste e le fu dato il dominio. 
Stavo ancora guardando nelle visioni notturne ed ecco una quarta bestia, spaventosa, terribile, d'una forza eccezionale, con denti di ferro; divorava, stritolava e il rimanente se lo metteva sotto i piedi e lo calpestava: era diversa da tutte le altre bestie precedenti e aveva dieci corna. 
Stavo osservando queste corna, quand'ecco spuntare in mezzo a quelle un altro corno più piccolo, davanti al quale tre delle prime corna furono divelte: vidi che quel corno aveva occhi simili a quelli di un uomo e una bocca che parlava con alterigia. 
Io continuavo a guardare, quand'ecco furono collocati troni e un vegliardo si assise. La sua veste era candida come la neve e i capelli del suo capo erano candidi come la lana; il suo trono era come vampe di fuoco con le ruote come fuoco ardente. 
Un fiume di fuoco scendeva dinanzi a lui, mille migliaia lo servivano e diecimila miriadi lo assistevano. La corte sedette e i libri furono aperti. 
Continuai a guardare a causa delle parole superbe che quel corno proferiva, e vidi che la bestia fu uccisa e il suo corpo distrutto e gettato a bruciare sul fuoco. 
Alle altre bestie fu tolto il potere e fu loro concesso di prolungare la vita fino a un termine stabilito di tempo. 
Guardando ancora nelle visioni notturne, ecco apparire, sulle nubi del cielo, uno, simile ad un figlio di uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui, 
che gli diede potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano; il suo potere è un potere eterno, che non tramonta mai, e il suo regno è tale che non sarà mai distrutto. 




Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 21,29-33. 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Guardate il fico e tutte le piante; 
quando gia germogliano, guardandoli capite da voi stessi che ormai l'estate è vicina. 
Così pure, quando voi vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. 
In verità vi dico: non passerà questa generazione finché tutto ciò sia avvenuto. 
Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno»
Io, Daniele, guardavo nella mia visione notturna ed ecco, i quattro venti del cielo si abbattevano impetuosamente sul Mar Mediterraneo 
e quattro grandi bestie, differenti l'una dall'altra, salivano dal mare. 
La prima era simile ad un leone e aveva ali di aquila. Mentre io stavo guardando, le furono tolte le ali e fu sollevata da terra e fatta stare su due piedi come un uomo e le fu dato un cuore d'uomo. 
Poi ecco una seconda bestia, simile ad un orso, la quale stava alzata da un lato e aveva tre costole in bocca, fra i denti, e le fu detto: "Su, divora molta carne". 
Mentre stavo guardando, eccone un'altra simile a un leopardo, la quale aveva quattro ali d'uccello sul dorso; quella bestia aveva quattro teste e le fu dato il dominio. 
Stavo ancora guardando nelle visioni notturne ed ecco una quarta bestia, spaventosa, terribile, d'una forza eccezionale, con denti di ferro; divorava, stritolava e il rimanente se lo metteva sotto i piedi e lo calpestava: era diversa da tutte le altre bestie precedenti e aveva dieci corna. 
Stavo osservando queste corna, quand'ecco spuntare in mezzo a quelle un altro corno più piccolo, davanti al quale tre delle prime corna furono divelte: vidi che quel corno aveva occhi simili a quelli di un uomo e una bocca che parlava con alterigia. 
Io continuavo a guardare, quand'ecco furono collocati troni e un vegliardo si assise. La sua veste era candida come la neve e i capelli del suo capo erano candidi come la lana; il suo trono era come vampe di fuoco con le ruote come fuoco ardente. 
Un fiume di fuoco scendeva dinanzi a lui, mille migliaia lo servivano e diecimila miriadi lo assistevano. La corte sedette e i libri furono aperti. 
Continuai a guardare a causa delle parole superbe che quel corno proferiva, e vidi che la bestia fu uccisa e il suo corpo distrutto e gettato a bruciare sul fuoco. 
Alle altre bestie fu tolto il potere e fu loro concesso di prolungare la vita fino a un termine stabilito di tempo. 
Guardando ancora nelle visioni notturne, ecco apparire, sulle nubi del cielo, uno, simile ad un figlio di uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui, 
che gli diede potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano; il suo potere è un potere eterno, che non tramonta mai, e il suo regno è tale che non sarà mai distrutto. 




Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 21,29-33. 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Guardate il fico e tutte le piante; 
quando gia germogliano, guardandoli capite da voi stessi che ormai l'estate è vicina. 
Così pure, quando voi vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. 
In verità vi dico: non passerà questa generazione finché tutto ciò sia avvenuto. 
Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno»

Questo vangelo ha una prima spiegazione riconosciuta da tutti: guardate il fico, quando germoglia capite che l’estate è vicina. È posto alla fine dell’anno liturgico e all’inizio dell’Avvento. Dunque, ha un altro significato compreso nella parola ‘fico’, zum. hi.ku = ‘riconoscoku (la) fusionehi’. Poiché hi,

hi , he

  v., to mix (cf., shar2/shar2) [Hi archaic frequency] [1].

ha la lettera h = Aldilà,

come

hubur

netherworld (hab, ‘to rot, stink’, + ur2, ‘root; base’)[2].

H preposto ad ubur invita a completare con h ubu r.

L’unica vera spiegazione del ‘fico’ maturo è l’Aldilà vi aspetta. Sarò un fondamentalista, ma questa lettura zumera non è un’opinione. È mia opinione che la sumerologia vada ribaltata come un calzino per essere zumerologia.


[1] John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Los Angeles, Logogram Publishing, 2006 : 112.

[2] John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Los Angeles, Logogram Publishing, 2006 : 114.

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