Tant’è vero che se apriamo il Vangelo dell’ultima edizione a cura della Cei, noteremo che il problema era già stato affrontato sostituendo «Non indurci in tentazione» con la frase: «Non abbandonarci alla tentazione». Che però secondo il mio «parere-Rock» ancora non basta". Anche Adriano Celentano, la cui solida fede è nota, interviene nel dibattito sulla "riforma" del Padre Nostro in un pezzo pubblicato dal Corriere.
"La traduzione giusta è quella dei francesi: «Non lasciarci cadere nella tentazione» che vorrebbe dire: «Gesù se sto per affondare Salvami». Per cui ora che ci penso, cosa devo pensare, che Gesù non sapesse quello che diceva?", asserisce il "molleggiato, "eh no ragazzi, così non va. Non vi pare vero di aver finalmente trovato un appiglio per screditarlo: «Non c’è malattia che Lui non possa sconfiggere, i ciechi riacquistano la vista, i sordi ci sentono, i paralitici camminano e i morti RISUSCITANO però Lui non sa quello che dice». Ma com’è possibile?!?... La verità è che Gesù, ancora una volta, fra le tante strade che portano a Dio ce ne indica un’altra che stiamo scoprendo solo 2.000 anni dopo".
"Non basta leggere le parole, a volte è molto più importante leggere «FRA» le parole. E se quando leggiamo stiamo attenti a quello che viene prima dell’ipotetico «sbaglio» e a quello che viene dopo, non possiamo non intendere che quel «Non indurci» rivolto a Dio, significa una cosa sola: «Signore, noi che per natura siamo indotti a peccare, a stuprare e a uccidere con ogni forma di violenza, FERMACI prima che anche l’Anima smarrisca la via...». Per cui Gesù non ha sbagliato ma ha soltanto voluto dire che chi ci induce a peccare è uno solo: Satana, e tuttavia se noi insistiamo sulla via del baratro, Dio non si oppone", conclude Celentano, "ecco che allora quel «Non indurci» è solo una preghiera, forse la preghiera più importante detta con forza. «Tu Padre non ti opponi e ci lasci liberi, ma se noi te lo chiediamo e tu puoi farlo, non lasciarci cadere nella tentazione, non indurci in tentazione
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