A fronte di ciò, personalmente, ho sempre ritenuto che la Politica e le sue scelte strategiche debbano sempre tenere da conto di quello che la scienza e la tecnica afferma come opzioni possibili, con i suoi avanzamenti, con le sue incertezze; soprattutto quando le questioni sono così complesse; con spirito critico, con studio ed applicazione e sempre con la dovuta accortezza. Assumendosi infine, la Politica, l’onere della scelta finale sulla base dei valori che ritiene prioritariamente da salvaguardare.
Così vorrei anche valutare l’ultima proposta di accordo di programma, avanzata da Regione Puglia e Comune di Taranto, di modifica del DPCM, del settembre scorso, di approvazione delle modifiche al “piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria dell’azienda ILVA”. Ovviamente con quel senso del dubbio e della critica che mai deve mancarci per futuri possibili (sicuri) avanzamenti e miglioramenti.
Premesso ciò e dando per acquisito che i tecnici comunali e regionali, sulla base delle conoscenze disponibili, abbiano svolto al meglio il loro compito, vorrei esprime una valutazione politica della proposta.
Sotto questo aspetto mi sembra evidente che l'azione di Regione Puglia e Comune di Taranto, sostanziatasi in ultimo con i ricorsi di impugnazione al TAR del DPCM anzidetto, ha di fatto determinato la possibilità di rivedere tale ultimo decreto, che appariva anch'esso inadeguato rispetto alle esigenze di forte cambiamento richieste dalla maggioranza dei cittadini tarantini.
Con una proposta articolata, Regione e Comune di Taranto, hanno richiesto miglioramenti importanti sotto diversi aspetti: ambientali, sanitari, produttivi, lavorativi, di risanamento, di controllo, di sviluppo alternativo, sociali.
Mi piace innanzitutto sottolineare che, finalmente, trova cittadinanza una proposta su cui da anni ci battiamo, alcuni consiglieri comunali (tra cui io) e realtà associative locali: quello di premettere ex ante agli interventi la innovativa V.I.I.A.S. (Valutazione Integrata di Impatto Ambientale e Sanitario) e la V.D.S. (Valutazione del Danno Sanitario). Proposta che era stata oggetto anche di un articolato deliberato del Consiglio Comunale di Taranto del 26 giugno 2015; che impegnava il sindaco di allora. Impegno rimasto senza esito.
Con tale proposta si afferma che la salute e l'ambiente si premettono alle ragioni produttive. E’ questo un cambiamento radicale del paradigma fino ad esso perseguito.
Altra significativa novità, contenuta sempre nell’art.12 della proposta, è l’introduzione di un altro concetto fondamentale, che finalmente esce dal mero dibattito ed entra in una proposta ufficiale: il cambio del sistema produttivo, dal ciclo integrale a carbon coke ad una nuovo processo con tecnologie “carbon free”, tra l’altro in linea con le esigenze mondiali di riduzione dei fossili nei cicli produttivi (così come deciso a Parigi nello scorso dicembre del 2015 per contrastare i cambiamenti climatici).
Alcuni obiettano che la proposta è subordinata alla convenienza economica di tale innovativa produzione; ma è questa la nuova sfida tecnica che dobbiamo lanciare e vincere.
Significative sono anche le tante specifiche richieste di intervento su numerose prescrizioni del piano ambientale oggetto di AIA, così come contenute nel DPCM; tutte proposte che dovrebbero sostanzialmente migliorare la produzione nel rispetto della salute e dell’ambiente.
Nella proposta si riportano anche altre significative richieste del territorio: dal monitoraggio alle attività di vigilanza e controllo (con la partecipazione dei soggetti territoriali); dall'idea di creare un centro di ricerca e di sviluppo ai finanziamenti per lo sviluppo alternativo del territorio; dagli interventi per l’indotto a quelli per il sociale.
Polemiche ha determinato la proposta contenuta nell'articolo 17 sugli indennizzi per malattia, che fa storcere sicuramente il naso; ma è pur vero, così come dimostrato oramai da tante perizie, anche giudiziarie, che il nesso causale tra le malattie e la produzione esiste ed è soprattutto esistito; quindi appare giustificabile che siano risarcite le vittime di questa causalità. Con l'obiettivo ovviamente che in futuro le richieste di risarcimento diventino zero; ciò vorrà dire che nessuno si è più ammalato a causa della produzione della fabbrica.
Ora la parola decisiva spetta al Governo ed alla società acquirente AM-InvestCo. Dalla loro reazione capiremo se c’è veramente la volontà di voler continuare a produrre a Taranto, ma nel rispetto prioritario e massimo della vita e della salute dei tarantini, siano essi lavoratori o cittadini. Valori che non possono essere più secondari ad altro.
*Consigliere e capogruppo al Comune di TARANTO
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