Dai sondaggi (che lasciano sempre il tempo che trovano) nessun partito, nessuna coalizione, sembra avere raggiunto quel 40, 01 per cento necessario perché, secondo i dettami della nuova legge elettorale (ma quant’è brutta!!!) possa “vincere” il cosiddetto premio di maggioranza e conquistare così il diritto al governo. Il fatto è, a quanto sembra, che nessuno è vicino a quel tetto: tutti dicono di “sfiorare” quel 40,01 per cento che li farebbe diventare marziani, ma nessuno, in effetti, lo è. Sempre stando ai sondaggi, addirittura, il Pd pare precipitare, i pentastellati sono oltre il 30 per cento, la coalizione di centro-destra potrebbe farcela. Gli altri? Lottano per qualche poltrona, perché lasciare le mangiatoie è sempre duro. Tant’è vero che cercano alleanze dell’ultimo momento (ma non si è certi che questo sia l’ultimo momento) per conservare, in caso di vittoria, poltrone e privilegi. Si assiste così alle avances di Pietro Grasso e Bersani i quali, dopo avere abbandonato il Pd ed averne detto peste e corna, cercano di buttare l’amo a Renzi per un’alleanza, che, anche così e con tutto il corollario di altre listarelle, non sembra avvicinarsi alla soglia giusta. Renzi, comunque, continua a dire che non ci saranno alleanze, né con Grasso, Bersani e D’Alema (il trio meravigliao che farebbe faville in una squadra di calcio), né con centro-destra, tanto meno con i pentastellati. Stessa musica di alza dal centro-destra, mentre Giggino il bello Di Maio, nel dichiarare indisponibilità verso alleanze, fra le righe vorrebbe far capire che, pur di dimostrare all’Italia che non è un inculturato incapace, qualche apertura sarebbe disposto a farla. Apertura che Renzi indirizza verso la Lega di Salvini, anch’egli preso da sacro ardore per la vittoria e il governo. Ed ecco spuntare un altro frammento del puzzle. Il centro-destra in questo momento è la formazione più accreditata alla vittoria, ma non è che Tajani, se vincono, potrà compattare quel fronte di “aspiranti” a tutto che sono gli alleati di Berlusconi, quindi il sospetto di Renzi su Salvini potrebbe risultare ben fondato. Il tutto giustificato anche dalla tradizione delle coalizioni di centro-destra che, quando vincono, prima o poi si dividono. Vedi Fini, Casini, Alfano, ecc. Prevedibile, quindi, una frattura nel centro-destra? Certamente sì, prima o poi, se Berlusconi & C. riusciranno a vincere.
Ma, un’alleanza fra pentastellati e Lega non sposterebbe i seguaci di Giggino il bello Di Maio verso posizioni di estrema destra, posizioni che, affermano, aborriscono?
La soluzione, malgrado le dichiarazione di giocare in solitario dei partiti, è nelle mani di Mattarella, sempre se dal Colle ci si renderà conto che nessuno, da solo, potrà governare il paese. E a questo punto, esperiti i primi tentativi, se nessuno avrà la maggioranza, le strade saranno due: cercare una maggioranza di coalizione (occorrerà vedere fra chi e da chi sarà accettata) oppure tornare alle urne. Ed è questo che temo, tranne che il tutto, sotterraneamente, non si sia già giocato con pacche sulle spalle e abbracci compiacenti.
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