Così Gianni Liviano, consigliere regionale del Gruppo Misto, nel suo intervento in Consiglio regionale. “Anche se sono convinto che il livello della valutazione morale e il livello del diritto non siano sovrapponibili e che il secondo non possa lasciare spazio al primo, credo che la valutazione morale - in questo caso, non può essere terza e indifferente.
La legge 194 non è nata per favorire l’aborto ma è nata per prevenirlo. È anche vero - ha proseguito il consigliere regionale tarantino - che se delle donne arrivano ad interrogarsi sull’opportunità di interrompere la gravidanza è perché alla base ci sono sempre grandi sofferenze, drammi, interrogativi rispetto ai quali non possiamo essere terzi, indifferenti. E allora, il mio voto è stato negativo perché il valore della vita che nasce è un dono grande rispetto al quale non si può immaginare un ricorso all’interruzione della gravidanza. Ma tutto questo mi porta a pensare che tutto ciò che è contenuto nella legge 194, penso ai consultori familiari, ai servizi sociali, alle fasi di accompagnamento alla gravidanza e alle fasi successive alla nascita, non ci può far sentire estranei alla problematica. Per cui, più che agevolare la presenza di medici non obiettori di coscienza, spingerei di più sulla valorizzazione e il rilancio delle misure di accompagnamento. Stiamo parlando della vita delle persone, delle legittime aspirazioni delle donne, della vita che viene prima di tutto".
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