ANNO XVIII Settembre 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Sabato, 16 Giugno 2018 07:44

Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno

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1 Acab riferì a Gezabele ciò che Elia aveva fatto e che aveva ucciso di spada tutti i profeti. 2 Gezabele inviò un messaggero a Elia per dirgli: «Gli dèi mi facciano questo e anche di peggio, se domani a quest'ora non avrò reso te come uno di quelli». 

3 Elia, impaurito, si alzò e se ne andò per salvarsi. Giunse a Bersabea di Giuda. Là fece sostare il suo ragazzo. 4 Egli si inoltrò nel deserto una giornata di cammino e andò a sedersi sotto un ginepro. Desideroso di morire, disse: «Ora basta, Signore! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei miei padri». 5 Si coricò e si addormentò sotto il ginepro. Allora, ecco un angelo lo toccò e gli disse: «Alzati e mangia!». 6 Egli guardò e vide vicino alla sua testa una focaccia cotta su pietre roventi e un orcio d'acqua. Mangiò e bevve, quindi tornò a coricarsi. 7 Venne di nuovo l'angelo del Signore, lo toccò e gli disse: «Su mangia, perché è troppo lungo per te il cammino». 8 Si alzò, mangiò e bevve. Con la forza datagli da quel cibo, camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l'Oreb.
9 Ivi entrò in una caverna per passarvi la notte, quand'ecco il Signore gli disse: «Che fai qui, Elia?». 10 Egli rispose: «Sono pieno di zelo per il Signore degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi tentano di togliermi la vita». 11 Gli fu detto: «Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore». Ecco, il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. 12 Dopo il

     
   
   
   
   
   
       

terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco ci fu il mormorio di un vento leggero. 13 Come l'udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all'ingresso della caverna. Ed ecco, sentì una voce che gli diceva: «Che fai qui, Elia?». 14 Egli rispose: «Sono pieno di zelo per il Signore, Dio degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi tentano di togliermi la vita».
15 Il Signore gli disse: «Su, ritorna sui tuoi passi verso il deserto di Damasco; giunto là, ungerai Hazaèl come re di Aram. 16 Poi ungerai Ieu, figlio di Nimsi, come re di Israele e ungerai Eliseo figlio di Safàt, di Abel-Mecola, come profeta al tuo posto. 17 Se uno scamperà dalla spada di Hazaèl, lo ucciderà Ieu; se uno scamperà dalla spada di Ieu, lo ucciderà Eliseo. 18 Io poi mi sono risparmiato in Israele settemila persone, quanti non hanno piegato le ginocchia a Baal e quanti non l'hanno baciato con la bocca».
19 Partito di lì, Elia incontrò Eliseo figlio di Safàt. Costui arava con dodici paia di buoi davanti a sé, mentre egli stesso guidava il decimosecondo. Elia, passandogli vicino, gli gettò addosso il suo mantello. 20 Quegli lasciò i buoi e corse dietro a Elia, dicendogli: «Andrò a baciare mio padre e mia madre, poi ti seguirò». Elia disse: «Va' e torna, perché sai bene che cosa ho fatto di te». 21 Allontanatosi da lui, Eliseo prese un paio di buoi e li uccise; con gli attrezzi per arare ne fece cuocere la carne e la diede alla gente, perché la mangiasse. Quindi si alzò e seguì Elia, entrando al suo servizio.

[Il nome] Acab, zum. Ak.ab = ‘che venga il Padre’ riferì a Gesh.ab.ele, ‘che possiede. Il Padre Dio’ [in zumero], ciò che aveva fatto El.ia, ‘luogo del Padre’: che aveva ucciso i 450 profeti di Ba.al, ‘anima alta’, da leggere al.ba.

I moderni, avulsi da tutto ciò, leggono solo che Elia era un profeta vero ed i 450 uccisi erano cialtroni. Il circolo della profezia, qua chiaro nella connessione dei nomi, diventa così misterioso.

Gesh.ab.ele, ‘che possiede. Il Padre Dio’ dice ad El.ia, ‘luogo del Padre’: che gli dèi mi facciano peggio del destino dei 450 se non avrò reso te domani a quest’ora come quelli.

Elia, impaurito dalla minaccia, se ne andò e giunse a Beer Sheva (Bersabea)

https://it.wikipedia.org/wiki/Be%27er_Sheva

Be'er Sheva (in ebraicoבאר שבע?ascolta[?·info], letteralmente "pozzo dei sette" o "sette pozzi"; italianoBersabea; in araboبئر السبع‎, Biʾr al-Sabʿ ascolta[?·info]turcoBirüssebi) è una città del sud di Israele, la più grande città del deserto del Negev, capoluogo del Distretto Meridionale, spesso chiamata Capitale del Neghev. La traslitterazione del nome è variabile, potendosi scrivere anche Bersheva, o in altri modi simili.

Beersheva ospita l'università del Negev intitolata a David Ben Gurion, il Centro Medico Soroka e la Sinfonietta israeliana di Beersheva.

In Bersabea, nel ‘pozzo dei sette’, paleonimo perdurante da prima di Ishraele, che significa ‘Dio, sole, vita-morte’ in zumero-arabo, bir al sha.ab, distruzione di alto utero del Padre –confermativo di ‘pozzo dei sette dèi’: gli dèi zumeri morivano, ed il pozzo dei sette dèi generativi di tutto è la fine di tutto, l’apocalisse dei moderni-. Il turco Birussebi consuona con Biruzagili/Birusazili, Signore del seme: l’inizio e la fine combaciano. Anche biru sha ilu, piccolo specchio d’acqua della colomba, sa di divinazione.

La sosta di Elia a Bersabea capitale del Negev acquista più significato.

Negev, pari a neges = forza di tutto.

Poi la narrazione sviluppa il monte di Dio, l’Oreb già visto in

http://www.agoramagazine.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=26248:il-monte-di-dio-l-oreb&Itemid=713

Dentro alla caverna, quindi dentro il monte, Elia incontra Dio che gli dice: esci e sali sul monte. Dunque, Elia è entrato nel monte, l’Aldilà dei zumeri, ha incontrato Dio, ed è uscito. Là si manifesterà di nuovo, in cima al monte, col mormorio di vento leggero, non con eventi clamorosi. Dentro era avvenuto l’incontro. Fuori Elia ha avuto una tenue conferma nel u.en.tu, ‘tutto. Signore. Ventotu15’ vel Signor Vento, En lil.

Elia si coprì col manto. Manto è il nome di Mantova, di una maga, dell’ordine non ordine religioso della mantellata Santa Caterina da Siena, che invoco, ed è chiarito perfettamente in zumero su http://www.tellusfolio.it/index.php?prec=%2Findex.php%3Flev%3D153&cmd=v&id=19564

In sumero, man-tu è ‘partner (del) vento’.

Infatti:

mana, mina3, man, min3, men5 [U.U]

partner; companion; equal; two (cf., mina, ‘two’).4

tu15

(cf., tumu –wind-).5

Nel vento nasce e si perde ogni divinazione pagana e religiosa senza il discernimento.

Elia è pieno di ze.lu, ‘soggettolu folleze’.

Dio dice ad Elia di tornare sui suoi passi, nel deserto di Damasco, da.mash.ku, ‘distinguoku metàmash dell’immagineda’, giunto là ungerai Ha za el ‘ottativo bene di Dio’ re di Ar am, ‘che venga la preghiera’, come in

http://www.tellusfolio.it/index.php?prec=%2Findex.php%3Flev%3D153&cmd=v&id=20093  

Poi ungerai Ieu, figlio di Nimsi, come re di Israele e ungerai Eliseo figlio di Safàt, di Abel-Mecola, come profeta al tuo posto. 

Leggo i.e.u ‘sentiero. Cuore. Tutto’, nim.si, ‘principe. Vita-morte’, come re di Israele, el.i.sh.e.u: ‘dio. sentiero. Vita-morte. Cuore. Tutto’.

È utile precisare che e2-u4 è ‘luna piena’, che chiarisce la fonte del paleonimo Eu.ru.pa, ‘territoriopa sacroru della luna pienaeu’.

Dunque, o Gesù, il successore di Elia (che qui a Vittorio è ricordato col monte Elia, oggi San Paolo, sopra il più piccolo Eliseo, dimenticato, sostituito con san Rocco), Eliseo si può leggere: ‘dio, vita-morte, luna-piena’.

Ti ringrazio. È tutto merito di GESH.BU, che i miei contemporanei non vogliono prendere in considerazione perché non glielo dice nessun altro.

Ti ringrazio anche della pace, scoppiata cent’anni fa qua, a Vittorio Veneto, dove gli Alpini del Triveneto sono convenuti da ieri fino a domani.

Oggi parteciperò anch’io in Cattedrale col vescovo alle 17 sol mio cappello del 7°.   

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