Botta e risposta tra l'Unione Africana (Ua) e Matteo Salvini, che il 14 settembre scorso aveva utilizzato il termine "schiavi" parlando dei migranti al termine del duro confronto con il ministro lussemburghese degli esteri, Jean Asselborn.
La mossa africana
L'Ua - si legge su Tgcom 24 - ha espresso in una nota "sconcerto" per le parole del ministro dell'Interno, che nella "recente conferenza a Vienna ha paragonato gli immigrati africani a schiavi", e chiesto che Salvini "ritratti la sua dichiarazione sprezzante, "nell'interesse di un impegno costruttivo nel dibattito sulla migrazione tra i due continenti".
"Non ho niente di cui scusarmi", ha ribattuto qualche ora dopo il vice premier italiano, imputando - scrive la Stampa - con ironia a una "traduzione francese" l'interpretazione sbagliata fatta dall'organizzazione panafricana.
Il precedente con Trump
Non è la prima volta che l'Ua si trova costretta a bocciare per le dichiarazioni di leader occidentali sul tema dei migranti. Era accaduto lo scorso gennaio, quando Donald Trump aveva definito "paesi cesso" quelli da cui provengono i migranti. Anche in quell'occasione l'organizzazione aveva espresso "sconcerto", e i rapporti tra Washington e l'Ua non sono mai stati ricuciti fino in fondo, lasciando nel continente africano un vuoto di azione riempito, negli ultimi tempi, dalle azioni diplomatiche cinesi e francesi, in grado di incidere anche nei giochi interni alla stessa Unione africana.
Oggi, a distanza di otto mesi, si presenta il rischio di una crisi diplomatica tra l'organizzazione e Roma. "E' opinione dell'Unione Africana che le dichiarazioni non risolveranno le sfide migratorie che affliggono l'Africa e l'Europa", ha affermato la Commissione dell'Ua in un comunicato stampa riportato dall'Huffington Post. "E' risaputo che l'emigrazione dall'Italia negli ultimi due secoli è stata il caso più importante di migrazione di massa nella storia europea moderna", aggiunge il comunicato, rilanciando le parole pronunciate da Asselborn nel corso del battibecco con Salvini.
Salvini "nessuna scusa, volevo difendere i profughi"
"Mi limiterò a rimandare il comunicato di qualche giorno fa - ha sottolineato quest'ultimo - per smentire qualsiasi equiparazione tra immigrati e schiavi. C'è qualcuno in Europa che li usa davvero come schiavi, ma io volevo difendere i profughi" e affermare che "l'immigrazione di massa equivale a importare nuovi schiavi". Per il ministro "qualcuno non è stato in grado di leggere o di ascoltare quello che c'era da leggere e ascoltare. Mi resta il dubbio che a questo organismo sia arrivata una traduzione in francese non corretta".
Ue "partnership con l'Africa"
"La nostra posizione nei confronti dell'Africa è abbastanza chiara. Il presidente ne ha fatto una pietra angolare del suo discorso sullo Stato dell'Unione la scorsa settimana insistendo sul fatto che ciò che vogliamo è una partnership con l'Africa e questo su base di uguaglianza", ha detto una portavoce della Commissione, Natasha Bertaud, rispondendo a una domanda sul comunicato dell'Unione Africana per chiedere le scuse al ministro dell'Interno, Matteo Salvini, per le sue dichiarazioni sui migranti africani. L'Ue vuole arrivare a una "cooperazione rafforzata sul commercio, lo sviluppo e altro", ha spiegato la portavoce. (agi)