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Sabato, 22 Settembre 2018 06:32

Padre Pino Puglisi: l’omaggio della Regione Lazio

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L'incontro ha preso il via dalla presentazione del volume "Se ognuno fa qualcosa si può fare molto", alla presenza dell'autore, Francesco Deliziosi, caporedattore del Giornale di Sicilia, dell'Arcivescovo di Palermo, Monsignor Corrado Lorefice, del Procuratore della Repubblica di Roma, Giuseppe Pignatone e del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.

A coordinare il dibattito, il Presidente dell'Osservatorio regionale per la Sicurezza e la Legalita', Gianpiero Cioffredi

 A 25 anni dal martirio di Padre Pino Puglisi, il sacerdote palermitano assassinato da Cosa nostra il 15 settembre 1993, la Regione Lazio ha deciso di celebrarne la figura con un'iniziativa istituzionale. L'incontro ha preso il via dalla presentazione del volume "Se ognuno fa qualcosa si può fare molto", alla presenza dell'autore, Francesco Deliziosi, caporedattore del Giornale di Sicilia, dell'Arcivescovo di Palermo, Monsignor Corrado Lorefice, del Procuratore della Repubblica di Roma, Giuseppe Pignatone e del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. A coordinare il dibattito, il Presidente dell'Osservatorio regionale per la Sicurezza e la Legalita', Gianpiero Cioffredi. La Regione Lazio, l'IPAB Asilo Savoia, il Montespaccato, la Procura della Repubblica di Roma e l'Arcivescovato di Palermo hanno deciso di intitolare a Don Pino Puglisi lo stadio e il centro sportivo di Via Stefano Vaj a Roma, da poco sottratto alla malavita.

“Dobbiamo raccogliere la potenza e la testimonianza di don Puglisi: se ognuno fa qualcosa si può fare molto. Perché una frase potente è il vero motivo di fondo del suo omicidio. La magia non è invincibile, non nascondersi dietro la narrazione di indiscussa forza del potere mafioso ma sapere della vulnerabilità della mafia fa assumere la responsabilità del racconto di don Puglisi – parole del presidente, Nicola Zingaretti, che ha aggiunto: se ognuno fa qualcosa di può fare molto e questo ci porta a un'altra riflessione, quella della richiesta della coerenza. Ognuno deve capire e guardarsi dentro per capire come nella propria condizione umana può essere parte di questo ognuno partecipe del cambiamento”.

“Per me è motivo di gioia poter vedere e incrociare ancora questo sguardo, che quasi mi perseguita ovunque. Una santa persecuzione. Il 6 ottobre 2015 quando sono stato convocato per la nomina a arcivescovo di Palermo la mia prima idea fu 'la colpa e' di Don Pino – parole dell'Arcivescovo di Palermo Monsignor Corrado Lorefice, che  ha aggiunto: per me è stato ed è compagno fedele di cammino. Dal primo momento ho detto che don Pino non deve essere ridotto in una cornice agiografica. La visita a Palermo del papa è una tappa di un viaggio che sta regalando ai fedeli, che passa per figure che hanno avuto la libertà di una adesione appassionata al Vangelo”.

“La lettura del libro dedicato a don Pino Puglisi mi ha fatto rivivere e ricordare l'oppressione che si viveva  in quegli anni a Palermo. Più di mille morti. Vittime non solo di  mafia. Una violenza incombente e senza limiti''- così il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, che ha aggiunto: tanti erano consapevoli del rischio della vita. Lo erano Falcone e Borsellino, Piersanti Mattarella e Pio La Torre e anche padre Puglisi. Eravamo consapevoli anche noi, che non siamo stati colpiti dalla violenza mafiosa. Uno stato di cose assurdo che ha investito per 20 anni tutta la Sicilia. Penso che tantissimi di noi abbiano cercato a Palermo di portare una normalità impossibile”.

“Non era un prete antimafia come altri sacerdoti che erano scortati e andavano in tv. Faceva l’antimafia dei fatti, anzitutto come educatore. Il mio frigo può essere vuoto, ma il serbatoio della mia macchina deve essere sempre pieno”, diceva don Pino, che “era sempre pronto ad ascoltare noi ragazzi, a qualsiasi ora del giorno e della notte, e per questo era un ritardatario cronico - così Francesco Deliziosi, caporedattore del Giornale di Sicilia e autore del volume presentato, che ha aggiunto: è riuscito perfino a salvare una ragazza che era sull’orlo del suicidio, con la sua tenerezza l’ha tirata fuori dagli abissi della depressione”.

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