Da 20 anni facciamo la differenza; i risultati consolidati un modello di gestione comunale di servizio e tariffa di eccellenza partito del 1998 . Tecnici e Amministratori si sono confrontati a Sommacampagna su un modello di gestione comunale dei rifiuti, uno dei primi casi nel nostro paese a mettere insieme gestione domiciliare delle raccolte e tariffa puntuale.
La storia
Subito dopo che l’approvazione del DLgs 22/97 la rese possibile (con il disposto del comma 16 dell’art. 491) la gestione della tariffa ha conosciuto a Sommacampagna (VR) una delle prime tappe di sperimentazione applicativa (ben sintetizzata in un articolo su Ambiente & Sicurezza2).
Già dal 1998 il Comune applicò un sistema di tariffazione puntuale, con i risultati e con le procedure tecniche richiamate nell’articolo citato.
Qui basti ricordare che, in assenza di un normativa secondaria – il DPR 158/99 sarebbe apparso solo l’anno successivo – il Comune mise a punto una serie di norme applicative che poi sarebbero state anche in parte riprese dalla successiva produzione normativa.
Sono passati vent’anni dall’implementazione di quel modello e la sua buona progettazione iniziale si è evoluta e stabilizzata, grazie all’opera di un gruppo di tecnici interni3 che ne ha coordinato sviluppo ed evoluzione.
Il 4 ottobre 2018 il Comune ha voluto consolidare la sua esperienza con il convegno “Da vent’anni facciamo la differenza”, che ha visto la partecipazione di una qualificato numero di tecnici e amministratori che hanno dato vita ad una riflessione a ad un dibattito di grande spessore (i contributi sono disponibili in nota4) anche per i riferimenti alla prevenzione.
Il modello
Il sistema di raccolta
Per arrivare a capire l’assetto attuale del servizio è utile scorrere il capitolato che ha portato nel 2015 all’ultimo affidamento, a seguito di una gara ad evidenza pubblica, da aggiudicare con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Peraltro ha vinto la ditta Serit5, la stessa che ha gestito il servizio in continuità per gli tutti gli ultimi anni, fin dalla prima introduzione della raccolta “porta a porta”.
Si tratta di una domiciliazione spinta, con la raccolta porta a porta delle seguenti frazioni:
-
Frazione umida (tramite la dotazione di una bio pattumiera in polietilene da circa lt. 20, in cui conferire il rifiuto chiuso all’interno del sacco biodegradabile, dotata di transponder passivo per il conteggio degli svuotamenti fornita dall’ufficio ecologia per le utenze domestiche e di bio-contenitori di adeguata volumetria, concordata con il personale del servizio ecologia al momento dell’apertura della posizione rifiuti, dotati di transponder perle grandi utenze; la frequenza di raccolta è bisettimanale)
-
Frazione secca indifferenziata (con frequenza di raccolta quindicinale – e settimanale per le grandi utenze – attraverso contenitori dotati di transponder passivo per il conteggio degli svuotamenti.)
-
Pannolini e pannoloni presso utenze familiari che godono di specifiche agevolazioni del servizio, con raccolta attraverso contenitori, muniti di transponder (per l’identificazione dell’utente ed il censimento del numero degli svuoti), con frequenza bisettimanale (quadrisettimanale in luglio e agosto) anche nei giorni dedicati alla sola raccolta dell’umido in base alla zona di appartenenza su tutto il territorio comunale)
-
Plastica, tramite sacco trasparente e con frequenza bimensile
-
Vetro e metalli, tramite contenitori (bidoni) forniti dall’amministrazione comunale della capacità di lt. 35/40 o in alternativa cassettine in plastica aventi un peso massimo non superiore a 20 kg per le utenze famigliari e tramite bidoni da lt. 240 per i pubblici esercizi che ne facciano richiesta, cassettine in plastica per i pubblici esercizi che non utilizzino tali bidoni e con frequenza mensile
-
imballaggi e materiali in carta e cartone, conferiti dagli utenti (famiglie), nonché dai pubblici esercizi, tramite scatole di cartone o in buste di carta (o in alternativa con cassettine di plastica/legno o bidoni di capacità limitate che non superino il peso di 20 kg. e che dopo lo svuotamento, a cura della ditta appaltatrice, verranno ritirati a cura dell’utente) con frequenza mensile
-
scarti vegetali, mediante cassonetti carrellati da 240 litri, muniti di microchip e/o sistema rdf concessi alle sole utenze che ne facciano richiesta e attraverso con almeno 30 interventi annui razionalmente stagionalizzati, con trasporto del materiale presso l’eco-centro comunale di Via Cesarina.
Alla raccolta stradale classica si aggiunge per la popolazione l’opportunità di consegnare presso alcuni punti presidiati scarti di diversa natura, che da qui vengono poi avviati – con mezzi e frequenze adeguate e definite – al trattamento.
-
Tipo di rifiuti
Centro di consegna
Rifiuto verde
Eco-centro via Cesarina
Eco centro di via Gorgo
Rifiuto secco
Da isole ecologiche comunale a Eco-centro v. Cesarina
Imballaggi misti – C.E.R. 150106
area attrezzata dell’Aeroporto Valerio Catullo
Ingombranti
Eco-centro via Cesarina
Eco centro di via Gorgo
Imballaggi plastici e nylon
Eco-centro via Cesarina
Eco centro di via Gorgo
area attrezzata dell’Aeroporto Valerio Catullo
Cartaccia
Eco-centro via Cesarina
Eco centro di via Gorgo
area attrezzata dell’Aeroporto Valerio Catullo
Cartone
Eco-centro via Cesarina
Eco centro di via Gorgo
Vetro / metalli
Eco-centro via Cesarina
Eco centro di via Gorgo
Vetro piano
presso le isole ecologiche, a chiamata
Imballaggi “T” e “F”
Eco-centro via Cesarina
Imballaggi in polistirolo
Eco-centro via Cesarina
Materiali in plastica rigida
Eco-centro via Cesarina
Eco centro di via Gorgo
materiali in metallo/ferrosi
Eco-centro via Cesarina
Eco centro di via Gorgo
Materiali pneumatici
Eco-centro via Cesarina
Materiale di spazzamento
Eco-centro via Cesarina
A ciò si aggiungono i servizi definiti “territoriali”, consistenti in : spazzamento stradale – pulizia ed igiene del suolo; cestini stradali; pulizie presso feste e sagre. Vi è poi la raccolta di pile e medicinali, conferiti dagli utenti in appositi contenitori posizionati fuori dagli esercizi commerciali.
Il quadro è completato da una serie di servizi opzionali e straordinari (richiesti per i casi che vanno al di là delle normali esigenze di servizio).
Altri elementi dimostrano la qualità dell’affidamento, quali il fatto nella gara sia stato valutato l’impatto ambientale dei mezzi su ruota, con preferenza per i veicoli con motorizzazione bi-fuel a benzina e Metano o GPL; i veicoli con motorizzazione ibrida e/o con sistemi di recupero energetico; i veicoli con motorizzazione diesel classificati EURO 6.
Importante anche la richiesta che ogni automezzo fosse dotato di un sistema di geo localizzazione GPS e di trasmissione dati GPRS o superiore (abilitando il Comune alla ricezione) per avere un report giornaliero valido ad ogni effetto contrattuale per la verifica delle risorse adibite al servizio, del rispetto degli orari di svolgimento dei servizi, del rispetto dei percorsi e degli altri obblighi contrattuali il cui rispetto sia rilevabile mediante tale strumento.
Ciò consente anche la lettura del dato degli svolamenti riferiti alla singola utenza e la sua trasmissione al sistema, con la conseguente elaborazione delle tariffe in relazione ai rifiuti conferiti in modo puntuale.
La tariffa
A Sommacampagna non si applica la TARIP corrispettivo(che, ai sensi del comma 668 della L. 147/13, andrebbe gestita e riscossa dal gestore del servizio), ma una TARI tributo applicata in modo puntuale e gestita dal Comune (ai sensi del’art. 1 comma 639 L. 147/2013).
Infatti il Comune affida il servizio di raccolta e misurazione del rifiuto con appalto, ma gestisce al suo interno tutte le fasi di impostazione e gestione della tariffa (calcolo tariffe; emissione bollette; riscossione e gestione contenzioso).
Come si può vedere dalla Delibera tariffaria 20186 il gettito del tributo ammonta a complessivi euro 1.386.182,20 al netto di ricavi provenienti da recupero di materiali ed energia costi da addebitarsi.
I costi da addebitarsi alla parte fissa del tributo (TF) sono quantificabili in euro 532.881,48; quelli da addebitarsi alla parte variabile della tariffa (TV) sono quantificabili in euro 853.300,72.
Ma solo un 10% ca, sul totale del tributo complessivamente dovuto per coprire i costi viene attribuito alla parte variabile della tariffa in modo puntuale, sulla base degli svuotamenti, mentre il resto (di TV e l’intera TF) viene attribuito sulla base degli indici.
L’invio ai cittadini dell’avviso bonario con il calcolo della Tari 2018 fissato in due scadenze, (al 30 luglio 2018 ed al 31 gennaio 2019).
Questa scelta non è stata fatta dolo per diluire l’impegno dei contribuenti (consentendo anche la compensazione con altri tributi versati tramite F24), ma anche per consentire un addebito a consuntivo degli svuotamenti dei contenitori personalizzati dotati di microchip.
Siamo quindi apparentemente di fronte ad una applicazione “moderata” del principio “chi inquina paga”, dato che solo il 10% dei costi viene attribuito sulla base dei rifiuti prodotti da ogni utenza.
Pure il fatto che da vent’anni venga afferma un principio, seguendo in questo periodo l’evoluzione dei processi di attribuzione puntuale della tariffa (si è passati dai sacchi prepagati ai microchip su sacchi e contenitori) ha progressivamente consolidato nel tempo un modello vincente, ormai riconosciuto e ammirato in Italia e in Europa.
Il convegno del 4 ottobre 2018 ne ha degnamente segnato, con una partecipazione di alto livello quantitativo e qualitativo, il successo e il consolidamento.
I risultati
Mettere a confronto pochi dati è sufficiente per rivelare virtuosità e assieme originalità del “modello” sperimentato nel comune veronese.
La tabella riporta il dato delle produzione 2017. Un dato che parla da solo.
COMUNE DI SOMMACAMPAGNA |
|||||
Rifiuti Raccolti – Statistica Anno 2017 |
Abitanti |
14734 |
|||
Descrizione |
codice CER |
Kg Pca |
gr Pcg |
% 12 mesi |
|
Secco |
200301 |
731620 |
49,66 |
136,04 |
9,03 |
Ingombranti imp. Disc. |
200307 |
337120 |
22,88 |
62,69 |
4,16 |
Spazzamento imp. disc. |
200303 |
192960 |
13,10 |
35,88 |
2,38 |
Imballaggi misti discarica |
150106 |
21632 |
1,47 |
4,02 |
0,27 |
Tot. Discarica |
1283332 |
87,10 |
238,63 |
15,84 |
|
Imballaggi misti recupero |
150106 |
411008 |
27,90 |
76,43 |
5,07 |
Plastica |
150102 |
385130 |
26,14 |
71,61 |
4,75 |
Plastica rigida-polistirolo |
200139 |
89870 |
6,10 |
16,71 |
1,11 |
Vetro/Lattine |
150107 |
688500 |
46,73 |
128,02 |
8,50 |
Lastre di vetro |
200102 |
42400 |
2,88 |
7,88 |
0,52 |
Umido/ F.O.R.S.U. |
200108 |
1035740 |
70,30 |
192,59 |
12,78 |
Medicinali |
200132 |
1829 |
0,12 |
0,34 |
0,02 |
Medicinali citotossici e citostatici |
200131* |
484,5 |
0,03 |
0,09 |
0,01 |
Metalli |
200140 |
148040 |
10,05 |
27,53 |
1,83 |
Verde e ramaglie |
200201 |
1743060 |
118,30 |
324,11 |
21,52 |
Compost. Dom. N° 490 |
109620 |
7,44 |
20,38 |
1,35 |
|
Batterie e Accumulatori |
200133* |
9355 |
0,63 |
1,74 |
0,12 |
Olii/Filtri/Varie |
130208 |
0 |
0,00 |
0,00 |
0,00 |
altri olii/filtri |
160107 |
1610 |
0,11 |
0,30 |
0,02 |
Rifiuti contenenti olio |
160708 |
0 |
0,00 |
0,00 |
|
Olii/Filtri/Varie non clorurati |
130205 |
3740 |
0,25 |
0,70 |
0,05 |
Altro Toner e Cartucce |
160216 |
1317 |
0,09 |
0,24 |
0,02 |
T. & F. |
150110* |
3760 |
0,26 |
0,70 |
0,05 |
Legno |
200138 |
533880 |
36,23 |
99,27 |
6,59 |
Carta CONGIUNTA |
200101 |
713960 |
48,46 |
132,76 |
8,81 |
CARTONE -SELETTIVA |
150101 |
179920 |
12,21 |
33,46 |
2,22 |
Indumenti e scarpe |
200111 |
34840 |
2,36 |
6,48 |
0,43 |
Inerti |
170904 |
557400 |
37,83 |
103,65 |
6,88 |
Olio vegetale |
200125 |
4450 |
0,30 |
0,83 |
0,05 |
Zinco cimiteriale |
170404 |
0 |
0,00 |
0,00 |
0,00 |
Pneumatici |
160103 |
7360 |
0,50 |
1,37 |
0,09 |
Altri rifiuti non biodegradabili |
200203 |
0 |
0,00 |
0,00 |
0,00 |
Frigoriferi |
200123* |
18750 |
1,27 |
3,49 |
0,23 |
RAEE |
200136 |
72664 |
4,93 |
13,51 |
0,90 |
Tv/video comp. |
200135* |
17580 |
1,19 |
3,27 |
0,22 |
Farmaci scaduti |
180109 |
27 |
0,00 |
0,01 |
0,00 |
NEON |
200121* |
1736 |
0,12 |
0,32 |
0,02 |
Tot.Parziale Riciclo |
6818030,0375 |
462,74 |
1267,78 |
84,16 |
|
Totale Generale |
8101362,0375 |
549,84 |
1506,41 |
100,00 |
|
% RACC. DIFFER. |
84,16% |
Fonte: Comune di Sommacampagna |
|||
% DISCARICA |
15,84% |
assessorato all’ecologia |
Note
la valutazione del compostaggio in kg si ottiene applicando il seguente algoritmo (n.abitanti*0,25*365*8,15%)
imballaggi misti CER 15.01.06 recupero 95% |
Val la pena valutare comparativamente pochi dati (relativi al 2016, ultimo anno per il quale sono riuscito a recuperarli per tutti i livelli territoriali interessati) di grande significato.
Sommacampagna, con una produzione pro capite di RU (pur in linea con la media nazionale) superiore a quella media veneta (per i motivi che vedremo nel punto successivo), presenta valori che sono grosso modo la metà di quelli regionali per i due elementi di maggior impatto di un sistema di gestione dei rifiuti:
-
la produzione pro capite di RUR- l’indicatore di maggior impatto sul piano ambientale;
-
il costo pro capite del servizio che è uno degli indicatori più significativi sul piano economico
Kg/ab/a RU |
Kg/ab/a RUR |
% RD ** |
€/ab/a |
|
Sommacampagna (2016) |
497* |
61* |
82,8%* |
87 |
Veneto (2016) |
456 |
123 |
72,90% |
161 |
nord Italia (2016) |
510 |
64,20% |
180 |
|
Italia (2016) |
497 |
52,50% |
218 |
|
Fonte: Elaborazione Mario Santi su dati Ispra e Arpa Veneto |
Sommacampagna dunque ha una produzione complessiva di rifiuti urbani non tropo bassa (rispetto alla media regionale, che supera del 9%) per due motivi:
-
gestisce i rifiuti dell’aeroporto Valerio Catullo (riuscendo peraltro, attraverso la tariffa puntuale, ad indirizzarlo per il 96% in RD). La funzionaria intervenuta al convegno del 4 ottobre 2018 ha valutati in ca. 700 t/a i RU prodotti dall’aerostazione (il che equivarrebbe -sulle statistiche di produzione comunale 2017- a 47,51 kg/ab/a e all’8,64 % del totale)
-
raccoglie in modo abbastanza massiccio il verde (nel 2017 ne sono state raccolte dal servizio 1.743 tonnellate, pari a 118,30 kg/ab/a e che costituivano il 21,52% del totale RU)
Quindi se togliessimo quel 30% rappresentato dal rifiuto aereoportuale (in quanto “anomalia” dovuta alla presenza di una insolita “grade utenza”) e del verde (che una assenza – o almeno rarefazione – del servizio e/o una adeguata tariffazione può spingere verso l’auto compostaggio) la produzione pro capite sarebbe ampiamente inferiore (si può stima possa assestarsi sui tre quarti) a quella del pur virtuoso Veneto.
Cosa rende diverso Sommacampagna da altri Comuni
Sul piano del dibattito e delle produzione normativa c’è oggi una tendenza all’accentramento come condizione per efficientare la gestione dei servizi e della tariffa, con la rivalutazione e il rilancio degli Ambiti Territoriali Ottimali e l’accentramento di funzioni di controllo ed indirizzo in Arera7.
Studiare le ragioni che rendono quello di Sommacampagna un caso virtuoso non è per contrapporsi alla visione che lega l’efficienza nell’aumento della dimensione di scala, ma per dimostrare che anche una gestione comunale ben fatta regge bene la sfida dell’efficienza
La domanda è allora perché, o per meglio dire, a quali condizioni vi sono piccole realtà con risultati eccellenti e forte capacità di gestione del sistema.
I vent’anni di consolidamento del “modello Sommacampagna” consentono di individuare alcuni fattori che possono sostenere il presupposto di base, che resta comunque sempre la buona progettazione del sistema strettamente legata al contesto:
-
la convinzione degli amministratori. Il servizio paritito nel 1998 è stato mantenuto e sviluppato negli anni successivi, fino a diventare uno degli elementi che qualificano e “fanno conoscere” il Comune di Sommacampagna a livello regionale e nazionale;
-
la continuità gestionale, che può passare anche attraverso l’affidamento del servizio, ma tiene saldamente nella mani del Comune una gestione dei rifiuti capace di spingere sul doppio binario della domiciliarizzazione spinta del servizio.
-
a ciò si aggiunge il sostegno che viene dai centri di raccolta dei rifiuti riciclabili e pericolosi e dal centro per il riuso affidato in gestione al volontariato, che consente di sottrarre al destino di rifiuti beni ed oggetti che vengono rimessi nel circuito della solidarietà sociale
https://www.labelab.it/dfgh987/wp-content/uploads/sites/7/2018/10/20181022-1.jpg 550w" sizes="(max-width: 300px) 100vw, 300px" style="margin: 0px; padding: 0px; font: inherit; vertical-align: baseline; height: auto;">
-
la presenza di tecnici comunali “bravi e motivati”, in grado di gestire un sistema e le sue evoluzioni. A partire dall’impostazione iniziale del 1998, il servizio si è evoluto (con gli affidamenti successivi) su quella traccia (sviluppo di domiciliarizzazione, centri raccolta, centro riuso). Ed è stato capace di offrire all’aeroporto Catullo un servizio capace di farlo diventare un modello di recupero dei materiali. Ha gestito l’evoluzione delle modalità di misurazione del rifiuto, dai sacchetti prepagati ai microchip. Sempre tenendo presente, come dicono i tecnici dell’ufficio ecologia, che “ è il servizio che crea la tariffa, non viceversa “.
-
Il grosso investimento nella comunicazione e nel coinvolgimento della popolazione nelle diverse tappe di implementazione e sviluppo del sistema e con le assemblee di spiegazione, ascolto, coinvolgimento.
Come si può notare si tratta di elementi rintracciabili in altre realtà o “replicabili” – con le adeguata contestualizzazione – in altre situazioni.
Gli interventi al convegno hanno dimostrato che i modelli virtuosi possono svilupparsi in situazioni territoriali e gestionali diverse, da quella direttamente in capo al Comune (come a Sommacampagna), a quella affidata all’azienda pubblica di una città (come a Parma con Iren spa8), fino a quella di una situazione diffusa, come nel caso del Consorzio ESA Com9della bassa Veronese.
Le buone gestioni non dipendono dall’essere piccoli o grandi o da una urbanizzazione concentrata o diffusa, ma alla capacità di progettare e implementare il modello che meglio aderisce al territorio e di coinvolgere le categorie economiche e la popolazione nel farlo proprio.
Hanno altresì sottolineato l’importanza dello sviluppo delle azioni di prevenzione dei rifiuti nella nuova frontiera dell’economia circolare (di particolare interesse l’intervento di Fater Group sulle concrete possibilità di recupero dei pannolini).
Se in questi vent’anni azioni di prevenzione si sono sviluppate anche a Sommacampagna, in particolare affiancando al compostaggio domestico diverse azioni, dallo sviluppo della filiera del riuso al sostegno all’utilizzo dei pannolini lavabili, c’è da aggiungere che questo appare il terreno centrale per una ulteriore evoluzione virtuosa del servizio.
Le prospettive (anche i bravi possono migliorare)
Il convegno del 4 ottobre a Sommacampagna, oltre ad essere del livello che potrà cogliere chi vorrà vedersi le relazioni, è stato anche per chi scrive (permettetemi una notazione personale) importante perché fui il consulente tecnico che nel 1997 e 1998 contribuì all’impostazione del sistema di raccolta e alla progettazione di quella che fu una delle prime tariffe puntuali a partire in Italia.
Vedere i risultati che quel modello ha realizzato grazie alla capacità di gestione nel tempo da parte dei tecnici comunali con cui allora lavorai e all’evoluzione del mondo dei rifiuti (ben rappresentata dai soggetti diversi intervenuti al convegno) è un segno – confortante – che “si è lavorato per qualcosa”.
E’ ora possibile un ulteriore passo in avanti, dal momento che un modello ha successo se non smette mai di migliorarsi.
Credo che sarebbe possibile implementare meglio e in modo esplicitamente integrato dalla gestione dei rifiuti le pratiche che tendono a prevenirli e a ridurli, coerentemente con la strategia “rifiuti zero”.
Perché in questi vent’anni la prevenzione è entrata nella gestione dei rifiuti10.
In un modello già molto maturo sul terreno del sistema di raccolta e in grado di commisurare (anche se solo parzialmente) i pagamenti dei servizi alla produzione di rifiuti, mi sembra possibile:
– da una parte declinare l’applicazione della tariffa puntuale in modo da frenare ulteriormente la produzione pro capite di rifiuti;
– dall’altra colpire introdurre due elementi che possano ottimizzare l’utilità della tariffa rispetto alla prevenzione dei rifiuti (di entrambe queste opzioni la Finestra sulla prevenzione dei rifiuti ha avuto modo di occuparsi in passato): l’inserimento dei costi di prevenzione nei costi di gestione dei rifiuti e l’uso ottimo delle riduzioni tariffarie che favoriscono la prevenzione dei rifiuti.
Modificare le modalità di attribuzione della parte variabile della tariffa per ridurre la produzione dei rifiuti (in particolare verdi e umidi)
Per ridurre ulteriormente la produzione di RU bisogna penalizzare la produzione di verde.
Sappiamo che oggi i 118 kg/ab/a che entrano nel circuito di raccolta ne costituiscono più di un quinto della produzione totale pro capite.
Sappiamo che la parte variabile della tariffa è oggi applicata11 sulle produzioni di rifiuto residuo (e umido per le grandi utenze).
Appare allora evidente la necessità di applicare una quota delle parte variabile della tariffa (e non solo un diritto all’uso di un contenitore o altra modalità che consenta di usufruire di raccolte da parte del servizio diverse dal pagamento puntuale sulla base dei litri conferiti) sulle produzioni di umido e anche di verde.
E’ un modo molto più diretto ed efficace (rispetto alle riduzioni forfettarie a chi lo pratica) per incentivare l’auto compostaggio (domestico, ma anche di comunità, con le prospettive aperte dopo l’approvazione del Decreto attuativo del 2016 12).
Integrare i costi di prevenzione nei costi di gestione dei rifiuti
Ritengo poi essenziale introdurre i Costi della Prevenzione dei Rifiuti (CPR) nel Piano economico e Finanziario (PeF) delle tariffa.
Se la prevenzione è parte integrante (e punto di partenza) della gestione dei rifiuti, questo inserimento è necessario. Tra i costi da coprire con tariffa nei costi di gestione (CG) vanno inseriti i CPR (costi prevenzione rifiuti) che andranno a coprire la definizione dei Programmi Comunali di Prevenzione dei Rifiuti e le azioni che ne derivano.
Questo costi possono esser recuperati in forma di addizionale (1 – 5 € / utenza)
Si tratta di costi da attribuire alla parte fissa delle tariffa (TF)dato che si tratta di componente essenziale dei costi del servizio
STn = (CG + CC)n-1 (1 + IPn – Xn) + CKn
Cambia qui la composizione di CG
CG = CPR + CGIND + CGD
Per una trattazione più approfondita ed organica dell’argomento in questione si veda l’articolo disponibile in nota13.
Queste modalità di inserimento dei CPR nel PeF della tariffa aprirebbero fontier nuove alla possibilità di programmare e realizzare azioni di prevenzione dei rifiuti, perché si creerebbe un canale strutturale e permanente che le alimenta.
Utilizzare le riduzioni tariffarie per la prevenzione dei rifiuti
In particolare, nel caso di Sommacampagna, appare consigliabile puntare sulla frazione organica.
Credo infine sia possibile utilizzare al meglio le riduzioni disponibili per incentivare prevenzione e riduzione dei rifiuti.
In questo ambito si può incentivare il recupero delle eccedenze alimentari, nella prospettiva di della lotta allo spreco alimentare.
Anche qui riporto alcuni sintetici accenni perchè il tema è stato approfonditamente trattato dalla Finestra sulla prevenzione dei rifiuti14.
Si definisce unFondo di Prevenzione rifiuti (Fd) da inserire nel Piano Finanziario, tra i costi Costi di Prevenzione Rifiuti, quindi da collocare tra i Costi di Gestione.
Questo Fondo potrebbe essere definito a livello regionale (o di contesto), sulla base dei costi di smaltimento15 in essere. Cioè a quello che le eccedenze alimentari verrebbero a costare se divenissero rifiuti ed entrassero, in quanto tali, nei circuiti di raccolta a trattamento.
Questo fondo potrebbe essere distribuito in modo da premiare le utenze (non domestiche (UND) che donano le eccedenze sulla base delle quantità devolute – Fd1, ma anche gli Enti no Profit che rendono possibile il riutilizzo del devoluto – Fd2.
La fondo dovrebbe andare per una quota (un quarto?) come riduzione alle utenze che donano per una quota più piccola, (un decimo?) agli Enti no profit che raccolgono e indirizzano il devoluto all’”alimentazione solidale”.
Ne resterebbero grosso modo due terzi che andrebbero a “premiare tutte le utenze”.
L’innovatività di questa proposta salta subito agli occhi: dimostra come la tariffa può essere usata non solo per raccogliere le risorse necessarie a gestire il settore ma anche come strumento economico per governarlo e indirizzarlo in una logica di economia circolare.
Si potrebbe infine forse anche rivolgere qualche attenzione a come incentivare il riutilizzo (e la preparazione al riutilizzo).
1 http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/97022dl.htm
TITOLO IV TARIFFA PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI
ART. 49
(Istituzione dalla tariffa)
1. La tassa per lo smaltimento dei rifiuti di cui alla sezione II dal Capo XVIII del titolo III del testo unico della finanza locale, approvato con Regio Decreto 14 settembre 1931, n. 1175, come sostituito dall’articolo 21 del decreto del Presidente della Repubblica 10 settembre 1982, n. 915, ed al capo III del decreto legislativo 15 novembre 1993, n. 507, e’ soppressa a decorrere dal 1 gennaio 1999.
2. I costi per i servizi relativi alla gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti di qualunque natura o provenienza giacenti sulle strade ed aree pubbliche e soggette ad uso pubblico, sono coperti dai Comuni mediante l’istituzione di una tariffa.
3. La tariffa deve essere applicata nei confronti di chiunque occupi oppure conduca locali, o aree scoperte ad uso privato non costituenti accessorio o pertinenza dei locali medesimi, a qualsiasi uso adibiti, esistenti nelle zone del territorio comunale.
4. La tariffa e’ composta da una quota determinata in relazione alle componenti essenziali del costo del servizio, riferite in particolare agli investimenti per le opere e dai relativi ammortamenti, e da una quota rapportata alle quantita’ di rifiuti conferiti, al servizio fornito, e all’entita’ dei costi di gestione, in modo che sia assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio.
5. Il Ministro dell’ambiente di concerto con il Ministro dell’Industria del Commercio e dell’Artigianato, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano elabora un metodo normalizzato per definire le componenti dei costi e determinare la tariffa di riferimento.
6. La tariffa di riferimento e’ articolata per fasce di utenza e territoriali.
7. La tariffa di riferimento costituisce la base per la determinazione della tariffa nonche’ per orientare e graduare nel tempo gli adeguamenti tariffari derivanti dall’applicazione del presente decreto.
8. La tariffa e’ determinata dagli enti locali, anche in relazione al piano finanziario degli interventi relativi al servizio.
9. La tariffa e’ applicata dai soggetti gestori nel rispetto della convenzione e del relativo disciplinare.
10. Nella modulazione della tariffa sono assicurate agevolazioni per le utenze domestiche e per la raccolta differenziata delle frazioni umide e della altre frazioni, ad eccezione della raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio che resta a carico dei produttori e degli utilizzatori. E’ altresi’ assicurata la gradualita’ degli adeguamenti derivanti dalla applicazione del presente decreto.
11. Per le successive determinazioni della tariffa si tiene canto degli obiettivi di miglioramento della produttivita’ e della qualita’ del servizio fornito e del tasso di inflazione programmato.
12. L’eventuale modulazione della tariffa tiene conto degli investimenti effettuati dai comuni che risultino utili ai fini dell’organizzazione del servizio.
13. La tariffa e’ riscossa dal soggetto che gestisce il servizio.
14. Sulla tariffa e’ applicato un coefficiente di riduzione proporzionale alle quantita’ di rifiuti assimilati che il produttore dimostri di aver avviato al recupero mediante attestazione rilasciata dal soggetto che effettua l’attivita’ di recupero dei rifiuti stessi.a
15. La riscossione volontaria e coattiva della tariffa puo’ essere effettuata con l’obbligo del non riscosso per riscosso, tramite ruolo secondo le disposizioni del decreto del presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602, e del decreto del Presidente della Repubblica 28 gennaio 1988, n. 43.
16. In via sperimentale i Comuni possono attivare il sistema tariffario anche prima del termine di cui al comma 1.
17. E’ fatta salva l’applicazione del tributo ambientale di cui all’articolo 19 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504.
3 Ha pesato soprattutto la costante opera di gestione da parte dell’ufficio ecologia. in particolare di Lorenzo Gaspari e Paola Ramponi che in questi anni hanno seguito l’evoluzione del servizio fino ad arrivare alla fine ad assumere responsabilità gestionali anche sulla gestione della tariffa, ben impostata all’inizio da Eugenio Castioni dei tributi.
4 https://www.comune.sommacampagna.vr.it/home/news-eventi/news/Anno-2018/10/Convegno–Da-20-anni-facciamo-la-differenza-.html
6 Deliberazione del Consiglio Comunale n. 72 del 11/12/2017.
7 V. file:///C:/Users/rifiu/AppData/Local/Microsoft/Windows/INetCache/IE/AOZMF9U2/Presentazione-PAYT-Giorgio-Ghiringhelli-Roma-19-set-2018.pdf
10 Con un percorso che a livello europeo va dalla Direttiva sui rifiuti – Direttiva 98/2008/CE al suo aggiornamento con le norme sull’economia circolare – v. Dir 851/2018/UE ma è tutt’ora in evoluzione.
11V. la già citata Deliberazione del Consiglio Comunale n. 72 del 11/12/2017, da cui si trae che “ … l’importo al litro di rifiuti conferiti è dovuto per lo svuotamento di tutti i contenitori del rifiuto secco e per il rifiuto umido solo per i contenitori da lt. 120 e lt. 240 ed è confermato per tutti in €. 0,015 al lordo del tributo ambientale provinciale. …, ”.
12Decreto 29 dicembre 2016, n. 266 Regolamento recante i criteri operativi e le procedure autorizzative semplificate per il compostaggio di comunità di rifiuti organici ai sensi dell’articolo 180, comma 1-octies, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, così come introdotto dall’articolo 38 della legge 28 dicembre 2015, n. 221.V. Commneto inhttps://www.labelab.it/dfgh987/pubblicato-il-dm-sul-compostaggio-di-comunita-ora-e-una-pratica-di-riduzione-dei-rifiuti/
14 V. ad es. https://www.labelab.it/dfgh987/la-tariffa-da-semplice-mezzo-per-coprire-i-costi-del-settore-a-strumento-per-incentivare-prevenzione-e-riutilizzo-dei-rifiuti-due-casi-delle-riduzioni-circolari/
15 O in alcuni casi anche dei costi di compostaggio industriale