ANNO XVIII Ottobre 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Martedì, 06 Novembre 2018 16:00

Amnesty International, la Polizia mette volentieri la faccia. Ma con le telecamere

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Amnesty International ha avviato una petizione in cui chiede una normativa che fornisca ai poliziotti impegnati in servizio di ordine pubblico, un numero identificativo.

La campagna prende il titolo di “Forza Polizia, mettici la faccia” ed è mirata ad identificare i poliziotti con un alfanumerico individuale, per poter così documentare eventuali abusi da parte della Polizia che, a dire di Amnesty, molto spesso si presterebbe a violazioni dei diritti umani. Lo chiedono per un principio di trasparenza.

«Accettiamo l’invito a metterci la faccia – commenta Stefano Paoloni, Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia (Sap) -. A dire il vero la faccia ce la mettiamo ogni giorno, quando scendiamo in strada a tutela della sicurezza della brava gente, ma possiamo fare di più. Anche di più di quanto chiede Amnesty International. La faccia siamo disposti a metterla con telecamere sulle nostre divise, auto di servizio e celle di sicurezza, in modo da documentare con video e audio, ogni singolo respiro di un intervento di Polizia. Le telecamere – prosegue Paoloni – sono uno strumento di trasparenza e verità che non perdonano nessuno e sono al centro delle nostre proposte di idonee garanzie funzionali. Con le telecamere sulle divise, da anni tra le proposte del Sap, oltre a riprendere l’operato degli agenti, sarà possibile riprendere anche le reazioni di quanti denunciano abusi durante cortei o agli stadi, per poi rivelarsi professionisti del disordine pubblico. Il numero identificativo – continua – è un metodo molto vecchio e poco efficace che presta la spalla a false denunce strumentali, mentre ciò che può mostrare una telecamera è incontrovertibile. L’identificativo è una vera e propria azione di schedatura che presta facilmente l’agente a strumentalizzazioni, gogna, nonché pericolo per la sua incolumità, come avvenuto di recente con la pubblicazione di foto e dati personali sul sito posto nel deep web ‘Caccia allo sbirro’. Andrebbero schedati i delinquenti, non i poliziotti. Se Amnesty chiede alla Polizia di metterci la faccia – conclude Paoloni – noi non ci pensiamo due volte. Ci mettiamo faccia e voce. Con le telecamere che riprendono sia noi, sia chi non rispetta le elementari regole di civile e pacifica convivenza».

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