L'incontro in realtà avrebbe dovuto realizzarsi ieri, ma l'assenza del giudice e qualche sedia vuota ha trasformato l'evento in un incontro condotto da Pina Bleve del centro anti-violenza di Lizzano che ha animato una serrata chiacchierata sul tema.
Quale ghiotta occasione per cogliere due obiettivi, da un lato spingere a una maggiore informazione sull'evento, dall'altro porre sul tappeto qualche riflessione. Domenica è la giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne e qui le farfalle devono stare attente perché il mondo sta diventando sempre più violento.
Le avvisaglie ci sono: bullismo nelle scuole, giovani sempre più legati all'uso di cellulari abbassano lo sguardo dal mondo e giocano alla guerra; pedofilia e pornografia negli ultimi 25 anni sono stati sdoganati dalla rete e la maggior parte degli adolescenti ricerca informazioni legate alla sessualità attraverso internet.
Poi ci sono guerre dimenticate nel pianeta e ricordi di quelle appena passate in europa nel Kosovo, poi l'aggressione alla natura, all'ambiente... io ieri parlavo della mutazione dell'etica dall'homo sapiens all'homo faber, che pensa di possedere tutto, come avvertiva Eric From si è passati dall'essere all'avere.
Tutto questo aggrava il peso sulla farfalla e il suo volo è incerto. Ma le utopie vanno vissute senza rassegnazione, ricordava il compianto Stefano Rodotà e quindi vanno risaltate sempre le iniziative dei gruppi, delle associazioni, dei centri, delle istituzioni, della scuola, dei genitori responsabili e dei singoli per fare massa critica sempre più presente nella cultura e nell'informazione. Noi ci siamo.
Anche per dire che nel passato la donna scontava una diminuzione di ruolo, dovuto al retaggio della cultura patriarcale, ma era rispettata; nel mio libro Cira e le altre (ed 1996) il caporale maestro usava le donne come cose personali ma le rispettava sul piano fisico, quelli della Sacra Corona Unita le violentavano.
Ieri questo ricordo aleggiava nella mia testa ascoltando la discussione che passava dai ricordi di guerra alla tratta delle nigeriane portate in Italia con l'illusione di un futuro roseo e poi con la minaccia di riti voodoo costrette a restituire migliaia di euro prostituendosi.
Decenni di femminismo hanno elevato la condizione della donna nella società e quindi nella famiglia. Se non si accetta questo e si entra nella condivisione si finisce nella competizione e tutto, come sottolinea spesso Daniela Baldassarra nei suoi monologhi, rischia di finire in violenza. Quindi ben vengano queste narrazioni che parlano al cuore e vivaddio rimettono in moto i sentimenti veri. La mia compagna mi parlava dei bambini dell'asilo che a due anni giocano insieme, maschi e femmine a dare il biberon al bambolotto, ecco quest'istantanea stampatevela nelle cornee, è la migliore risposta alla cultura di genere e alla società del futuro che ci piace osservare al suo crepuscolo.