ANNO XVIII Novembre 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Sabato, 29 Agosto 2015 07:34

Il partito principe del XXI secolo

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Agoramagazine mi offre lo spazio per celebrare Il principe di Nicolò Machiavelli.

L’opera è del 1513: 502 anni fa. Io ho copia anastatica 1930 dei 2509 esemplari realizzati a Villa Verrucchio nel mese di settembre 2014 del manoscritto barberiniano latino 5093 conservato presso la Biblioteca Apostolica Vaticana edito dalla Treccani insieme a Enciclopedia Machiavelliana. Ognuno sa che da questo testo è nata la ‘scienza’ del potere. Ogni italiano è in grado di riconoscere nel partito politico il principe moderno. Se il soggetto collettivo ‘partito’ crea problemi di corrispondenza, la personalizzazione in atto dei fenomeni politici potrà rendere nei diversi Matteo Renzi, Matteo Salvini, Silvio Berlusconi, Beppe Grillo i principi attuali.

 

Il fatto più stupefacente da narrare è l’illegalità del partito politico italiano: non ha una sola legge che ne giustifichi il potere! Il lettore abituale di Agoramagazine comincerà a pensare: -adesso, riprende con l’articolo 49 della Costituzione (Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.) non ha una legge che lo renda attivo! Sì, infatti. E suggerisco all’ex premier Letta, spodestato con un colpo ‘democratico’ di partito da Matteo Renzi, di mettere tra le sue meditazioni politiche in corso a Parigi questa stranezza del partito principe in Italia. Se Nicolò Machiavelli fosse vivo oggi farebbe forse il commentatore satirico: -itale genti, come celebrerete l’8 settembre 2015? Quale principe ascolterete? Il metodo democratico usato in 70 anni vi ha convinti a mettere in legge il vostro principe? Nooo?...

 

Cambierete addirittura la Costituzione formale della Repubblica pur di non farlo?!-. Attenti! Io non mi limito alla polemica. Mi documento anche. Ad esempio, ho letto Sabino Cassese, L’Italia: una società senza Stato, Bologna, Il Mulino, 2011; Federico del Giudice, Costituzione esplicata minor, con commento essenziale articolo per articolo, Napoli, Gruppo editoriale Simone, 2014; ho letto perfino il costituzionalista che ha scritto un libro con Filippo Civati, che non cito per decenza. Il pensiero giuridico italiano ha il peso pari al 150° posto nel mondo dell’Italia giuridica: già ‘patria del diritto’, ora perduto.

 

Dai fori cadenti, dai boschi, dall’aspre fucine stridenti….si può rialzar la testa, memori che avemmo l’umanesimo ed il Rinascimento ai tempi del Machiavelli. Da sociologo, che potreste ridefinire ‘filosofo di terra’, e da archeologo del linguaggio, che non si lascia travolgere dalle ubbìe presenti, io denuncio la politica fatta in irrisione alle leggi, viste come gli ostacoli da superare come in un concorso ippico attraverso le associazioni di compiacenze da instaurare al momento per lasciar in tempo prima di rimaner irretiti. D’Alema, che tramò per abbattere Prodi e sostituirlo, eviti di denunciare Renzi nel suo unico merito: ha fatto crollare la gerontocrazia al potere ed ha aperto ai giovani.

 

Purtroppo, conduce la sua via senza seguire la via dell’attuazione dell’articolo 49, che aveva cominciato a guardare mesi orsono, ma non ne fa più parola. Evidentemente, il suo seguito è riottoso alla legge!

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