È un grande evento partecipato che, da tutta Italia, vedrà giungere a Taranto operatori ed esperti per condividere le loro esperienze di prossimità: dai gruppi di acquisto ai comitati di cittadini che si prendono cura del territorio, dalle esperienze di co-housing ai supermercati solidali.
Epicentro della Biennale della Prossimità 2019 sarà la Città Vecchia di Taranto che, per quattro giorni, sarà vissuta e “respirata” dalle centinaia di persone che arriveranno per partecipare e condividere il programma della manifestazione.
Questa, infatti, non è una “vetrina” in cui promuovere le proprie attività, ma vuole essere un momento di confronto con workshop, corner tematici, giochi e racconti di esperienze; sono tutte iniziative proposte da associazioni e organismi, pubblici e privati, per farlo c’è tempo fino al 31 marzo prossimo (info http://prossimita.net/).
Una delegazione del Comitato Locale organizzativo della Biennale della Prossimità ha incontrato, presso l’Arcivescovado di Taranto, operatori culturali e sociali del Centro storico per presentare la manifestazione e condividerne il percorso.
Tutti hanno espresso soddisfazione per questa importante manifestazione nazionale che a maggio accenderà i riflettori sulla Città Vecchia; è emerso, soprattutto, l’auspicio che le iniziative riescano a coinvolgere la popolazione del Centro storico che, anche nel recente passato, troppo spesso ha invece vissuto passivamente gli eventi organizzati nell’Isola.
Per questo sarà necessario che, tra i tanti temi della Biennale, vengano affrontati anche quelli più “sentiti” in Città Vecchia, come la legalità diffusa, o l’assenza di lavoro, o la valorizzazione e l’innovazione di attività come la mitilicoltura o la pesca.
A fare gli “onori di casa” Monsignor Emanuele Ferro, portavoce dell'Arcidiocesi e parroco del Duomo Basilica “San Cataldo”, che nell’occasione ha dichiarato «plaudo innanzitutto al tema di questa Biennale nazionale, ovvero la Prossimità: “farsi prossimo” è praticamente la cifra unica del cristianesimo, il rendersi vicino a chi ha più bisogno, come il rendersi “compagni di viaggio” è proprio la missione cristiana, questo tema è di per sé un ottimo auspicio per chi crede in questo valore».
«Si auspica soprattutto – ha poi detto il parroco del Duomo Basilica “San Cataldo” –che in questa occasione venga coinvolta attivamente la popolazione; questo avviene quando c’è desiderio di “ascoltare”, comprendere, apprezzare e stimare l’altro: solo così ci può essere un vero coinvolgimento delle persone».
Al termine dell’incontro Daniele Ferrocino, codirettore nazionale della Biennale della Prossimità, si è detto «felice per la perfetta sintonia instauratasi subito con i partecipanti, in particolare con Don Emanuele Ferro, in quanto da sempre la Biennale della Prossimità mira a coinvolgere e rendere partecipe le persone che ci ospitano per quattro giorni». /Mar Ama