Le ceneri sono ancora lì coi loro colori grigio gialli sul fondo del laghetto di Birkenau, illuminate dai raggi del sole, che squarcia il velo del delirio di onnipotenza dell' uomo. Testimonianza della vita, dei sogni e dei desideri di tante donne, uomini e bambini con la sola colpa di essere ebrei, zingari, omosessuali.
Il gelo del vento del Nord, proveniente dal Baltico, è lo stesso gelo che ci perfora l'anima e la carne. I pavimenti delle baracche raccontano ancora la disperazione di chi ammassato nudo, spogliato della dignità di essere umano bagna di lacrime e umori le piastrelle, non capendo il senso di tutto ciò.
Il senso di una pseudo teoria scientifica che vede negli ariani tedeschi la razza superiore, teoria che basta a giustificare la morte di milioni di persone. Una teoria che giustifica gli esperimenti di Mengele sui gemelli, volti a studiare come indurre nelle donne tedesche gravidanze plurime.
O gli esperimenti ginecologici su come sterilizzare le donne dei popoli conquistati e ritenuti di razza inferiore.
Tutto questo ti rimane impresso a fuoco nell' anima. I disegni dei bambini sui muri, l'infanzia negata dal filo spinato dalle torrette di guardia, dai cani aizzati contro gli indifesi. La gratuità di tutto questo, le macerie dei forni crematori, l'inganno delle docce della morte, ancora intrise di sangue e urla sono lì testimoni silenziose di una follia collettiva.