Nello specifico, il consigliere regionale tarantino punta i riflettori sulle nomine effettuate da Aqp in seno alla Aseco spa, società del gruppo Acquedotto pugliese che opera nell’ambito del trattamento e recupero dei rifiuti organici.
Atti e riferimenti normativi alla mano (Piano Triennale di prevenzione della corruzione e della trasparenza 2019 - ’21; l’Assemblea degli azionisti di Aseco SpA del 15 giugno 2018; Delibera di Giunta Regionale del 20 Marzo 2018, n. 438; verbale n. 1/18 dell’Assemblea ordinaria dei Soci di AQP, tenutasi in data 28 marzo 2018; art. 11 comma 8 del D. Lgs. n. 175/16; art. 60 del D.P.R. n. 3/57 e altri), Liviano chiede di sapere “se non sia da considerarsi nulla la riconferma dell’attuale amministratore unico di Aseco SpA in virtù di quanto disposto dall’art. 11 comma 8 del D. Lgs. n. 175/6 e cioè dell’incompatibilità tra incarico di amministratore della società in controllo pubblico e quello di dipendente delle amministrazioni pubbliche controllanti o vigilanti, fatto coincidente nella riconferma in questione” così come nella nomina “di un componente il consiglio di amministrazione di Aseco”.
In questo secondo caso, il consigliere regionale tarantino nell’interrogazione pone il quesito se “sia stata acquisita la copia dell’atto amministrativo con il quale il Ministero dell'Interno, in qualità di proprio datore del lavoro, così come previsto dal comma 9 dell'art. 53 del citato d.lgs. 156/2001, dava la propria autorizzazione per l‘espletamento dell’incarico, altrimenti questa nomina sarebbe da considerare nulla”.
Per quanto concerne l’affidamento di consulenze esterne, Liviano nella sua interrogazione pone l’attenzione su due dirigenti Aqp che sarebbero stati destinatari di incarichi nonostante il fatto che i Criteri generali in materia di incarichi (pagina 6 lett c comma 5), indicano che sono preclusi a tutti i dipendenti, a prescindere dalla consistenza dell’orario di lavoro, gli incarichi a favore di dipendenti pubblici iscritti ad albi professionali e che esercitino attività professionale, salvo deroghe autorizzate dall’art. 1 comma 56 bis della Legge n. 662/96. Non solo - scrive Liviano - per il vigente Regolamento AQP degli incarichi extra istituzionali, che si applica anche ai dirigenti come nel caso in specie, ai sensi dell’art. 5 lett a), sono considerati preclusi in modo assoluto incarichi extra istituzionali per l’esercizio di attività professionali autonome, così come al successivo art 13 è specificato che è incompatibile con la qualità di dipendente l’iscrizione ad albi professionali, qualora i relativi ordinamenti professionali richiedano come presupposto dell’iscrizione l’esercizio dell’attività libero professionale”.
Per questi due casi Liviano chiede che siano forniti “gli atti di autorizzazione all’iscrizione agli Ordini di Dottore Commercialista di Bari e Brindisi, nonché all’esercizio della professione di commercialista e di ricevere copia delle verifiche e del monitaraggio periodico espletato dal Responsabile per la Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza di AQP, sulla base dell’art. 8 pag, 62 del Piano Triennale di prevenzione della corruzione e della trasparenza 2019 - ’21, circa il rispetto di quanto stabilito dal citato Regolamento per il conferimento di incarichi in favore dei dipendenti di tale Società”.
Infine, tra le richieste contenute nell’interrogazione, il consigliere regionale chiede di conoscere, “ricevendo evidenza documentale con data certa”, quali tipi di azioni “sono state poste in essere da parte del Servizio Controlli della Regione Puglia e Collegio Sindacale di AQP, ognuno per competenza, in merito alle verifiche sulle autorizzazioni concesse ai dipendenti della medesima società per l’esercizio di incarichi extra istituzionali. Trattandosi di analoghe benchè ripetute prestazioni di consulenza da rendere anche da una stessa Società, per i quali si richiede copia di tutti i suddetti atti, chiedo di sapere altresì se non vi siano delle anomalie nelle procedure di affidamento dei suddetti servizi, che potrebbero configurare un artificioso frazionamento della spesa, finalizzato ad espletare una procedura comparativa ristretta in luogo di una gara ad evidenza pubblica mediante procedura aperta, eludendo pertanto le disposizioni sancite dal vigente Codice dei Contratti Pubblici”.