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Venerdì, 15 Novembre 2019 04:47

Storie d’Africa - Un film di Piero Cannizzaro

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Un racconto di sopravvivenze che trasmettono coraggio invece che disperazione  Erri De Luca. Soggetto, sceneggiatura e regia di Piero Cannizzaro Fotografia e suono: Piero Cannizzaro – Josè Alexandre  Drone: Josè Alexandre Montaggio: Leonardo Cinieri Lombroso  Durata: 55’ Un progetto finanziato dalla Cooperazione Italiana per lo Sviluppo in collaborazione con l’OIM

 Lunedi 25 novembre - Ore 20:30  APOLLO 11.  Via Nino Bixio, 80 /A - Roma - Ospiti: Giacomo Ravesi (critico), Fabio Castriota (psicoanalista e direttore del festival Cinemente), Francesca De Masi (sociologa) /  Martedi 26 novembre - Ore 21:00  OFFICINA DELLE ARTI PIER PAOLO PASOLINI  Viale del Ministero degli Affari Esteri, 6 - Roma / Martedi 10 dicembre - Ore 19:00 MAISON D'ITALIE7 A Boulevard Jourdan -  Paris - Ospiti: Sylvie Braibant, Corinne Perthuis, Paolo Modugno.

Ingresso libero

Ho voluto dare un volto a quelle persone che hanno tentato “l’ avventura” di venire in Europa attraverso viaggi di sofferenze, soprusi, umiliazioni, stupri. Per molti  poi è diventato anche un viaggio di riscatto e voglia di ricominciare….

 

Un viaggio tra Senegal, Costa D’Avorio, Guinea durato circa tre mesi,  seguendo l’itinerario di CinemArena, uno schermo itinerante della Cooperazione Italiana che realizza campagne di informazione ed educazione su diverse tematiche sociali in varie parti del mondo. E’ partito da qui il documentarista Piero Cannizzaro per realizzare le sue “Storie d’Africa”, un film-documentario che affronta il tema dell’emigrazione direttamente dalle testimonianze delle persone nei villaggi, in prevalenza donne, che hanno subito ogni genere di violenze ma che hanno ancora la forza e il coraggio di raccontare il loro drammatico vissuto quotidiano.

Quando mi è stato chiesto dall’AICS di proporre un progetto intorno a questa operazione - afferma Cannizzaro - ho ribadito che per me era importante mostrare il contro campo, cioè l’emigrazione raccontata da donne e uomini africani.  Una volta sul posto, sono andato nei villaggi per poi incontrare  le persone protagoniste delle storie in merito al tema dell’emigrazione nella loro quotidianità, anziché nella massa indistinta dei barconi o delle immagini che in genere ci giungono dai media. Da noi si parla molto e giustamente di Mediterraneo, ma la maggior parte delle  persone che ho incontrato nel  viaggio, quel mediterraneo non è riuscita ad attraversarlo, oltrettutto al prezzo di inaudite sofferenze. E ciononostante, ho conosciuto gente che non ha perso la speranza e che continua a dimostrare grande coraggio.

Un racconto che parte proprio dalla prima persona attraverso storie di sogni rimasti tali, di fallimenti ma anche di successi; storie di chi vorrebbe partire verso l'Europa e storie di chi è tornato subendo magari una sconfitta ma che è riuscito a ricostruirsi una vita nel villaggio  creando una piccola economia di sopravvivenza e una vita dignitosa nel proprio paese.

La colonna sonora, con una significativa valenza semantica e narrativa, è stata registrata dal vivo nei luoghi dove si svolgevano le riprese, sia cogliendo momenti improvvisati nei villaggi sia riprendendo la performance di importanti musicisti come il Senegalese Aliou Ndiaye, cantante e suonatore di xalam e membro dell’orchestra nazionale del Senegal.

Le prossime tappe della proiezione di "Storie d'Africa" sono a Roma, il 25 e 26 novembre (Apollo 11 e Officina Pasolini) e a Parigi  il 10 dicembre (Maison d'Italie).

Il film è stato finanziato dalla Cooperazione Italiana per lo Sviluppo, in collaborazione con OIM.

Il rinnovamento del documentario italiano, avvenuto negli ultimi anni, ha in PIERO CANNIZZARO uno dei suoi maggiori artefici, come testimonia la sua ampia filmografia, che si muove su molteplici latitudini (ha realizzato documentari e reportage in Italia,America, Russia, Siberia, Sri Lanka, Sud Africa, Golfo Persico, Norvegia, Lapponia), sempre alla ricerca di nuovi universi da esplorare. La curiosità è alla base del lavoro di Cannizzaro che con la sua macchina da presa entra in ambienti chiusi aprendo un dialogo che coinvolge lo stesso spettatore, invitandolo a raccogliere il testimone del regista e mettersi anche lui in viaggio. Realtà diverse, apparentemente marginali, fonti invece di insegnamenti fondamentali, sfilano quindi dinanzi ai nostri sguardi, rieducandoli ad un ritmo e a un linguaggio smarriti nel caotico flusso delle immagini di cui siamo aggrediti. 

Isole, la musica,  le città sotterranee, le città slow, la spiritualità, il cibo, il tema dell’identità  sono i principali temi di cui Cannizzaro si occupato per approdare infine alla dimensione ideale del glocale (direttore artistico a Capalbio della rassegna “Il Glocale nel Documentario 2005”) e della musica etnica, soprattutto nell'Italia del Sud.

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