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Lunedì, 02 Dicembre 2019 07:55

Taranto prova il banco delle sardine, più di un migliaio in piazza con Matteo Santori

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Il primato della politica delle cose complicate. Della ragione, della partecipazione, del “ dove eravamo noi”, mentre avanzava il populismo delle cose facili, delle rivoluzioni in un selfie.

 E poi solidarietà, fratellanza, ritrovarsi nella realtà, fuori dal digitale falso e dal web devastante.

Questi i temi posti da Santori, questo non-leader delle sardine-non-etichettabili. Per assonanza ricorda un Sartori che pure parlava, decenni addietro, di fronte al berlusconismo avanzante, del primato della politica. Ma ora è diverso.

E’ la rivolta dei trentenni, quelli che Concita De Gregorio, nel suo ultimo libro: “In tempo di guerra”, vede smarrita alla ricerca di un quid e che rappresenta, per noi, figli del Novecento, un terreno di confronto e talvolta scontro. Ora riproposto con un sorriso intelligente, come non cedere allora? Sentiamoci per un momento sardine.

E’ fuor di dubbio che questo banco di sardine porterà qualcosa di nuovo nella politica, maggiore aderenza al reale rispetto all’irreale consenso costruito su messaggi vuoti, tra un panino e un ballo al mare.

Il messaggio non si carica di odio o rancore, per la prima volta un comizio, che potete riascoltare nel video facebook, non aggredisce col richiamo dei nemici, non attacca, si rivolge al noi, si auto colpevolizza, si fa catarsi collettiva, "già dov’eravamo?"

Ieri mattina in piazza, a Taranto, parlavo con l'ex onorevole ed ex sindaco di Palagianello, Paolo Rubino che mi raccontava dei 20 mesi vissuti in tenda sul fiume Lato a Palagiano, per un problema di un ponte e una strada che serve al territorio agricolo. Un tema riproposto cento volte, di fronte a muri di gomma che non rispondono. "Già, dove eravamo?" A lui gli ho riproposto il tema di un’associazione che per avere uno spazio per un centro di incontro Alzheimer, ha sbattuto per quattro anni e ha dovuto passare la consigliatura del medico Stefàno, per approdare da un mese o più al Mazzola, già dov’eravamo? Taranto ha mille messaggi di buona e cattiva politica da rimettere in gioco, a partire dalla sua economia.

Matteo Santori descrive questo accresciuto bisogno di partecipazione che non descrive come movimento, ma come massa critica di una generazione che ha studiato, che non vuole emigrare o lo sta già facendo trasformandosi in eccellenza italiana – all’estero - e tenta di costringere gli adulti a tornare a ragionare smontando i discorsi vuoti del sovranismo.

L’Emilia sarà, secondo gli organizzatori, laboratorio di questa ripartenza dal basso, vedremo cosa determinerà, magari costringendo tutti, destra e sinistra e M5s a cambiare i toni della politica, cedendo al fair play delle sardine.

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