Tarija (Bolivia) – Al termine della loro Assemblea straordinaria, tenutasi a Tarija l'11 e 12 dicembre, i Vescovi della Bolivia hanno inviato un messaggio di pace al popolo boliviano a motivo del Natale. I Vescovi affermano di trovare più segni di speranza che segni di morte, e invitano ad accogliere la celebrazione del Natale con uno spirito di gioia per diventare portatori di speranza e riconciliazione.
Nel messaggio, pervenuto a Fiders, si legge: “Quest'anno abbiamo vissuto in Bolivia momenti intensi e straordinari, con chiari segni di speranza, ma anche di oscurità. Abbiamo subito violenza, manipolazione delle coscienze, corruzione politica e bugie istituzionalizzate. Abbiamo anche assistito alla rinascita di forme di razzismo, spesso provocate, che hanno creato divisione e risentimento, con risultati fatali di fratelli feriti e morti. Siamo solidali con la sofferenza delle loro famiglie, specialmente questo Natale...Abbiamo anche assistito a eventi ammirevoli che hanno mostrato la vocazione democratica del nostro popolo. Abbiamo visto proteste pacifiche e resistenza nelle strade, la manifestazione pubblica di fede, la fiducia nella preghiera e l'importanza dei giovani; segni che ci riempiono di speranza e ci consentono di prevedere giorni migliori per il nostro Paese".
I Vescovi proseguono: "Questo Natale 2019 assume un senso molto particolare grazie alla fede che professiamo. Come cristiani battezzati, discepoli missionari di Gesù Cristo...Non vediamo l'ora di costruire una Bolivia unita, nel Dio della vita, al di sopra delle differenze. È più ciò che ci unisce di ciò che ci separa. Abbiamo una storia comune, un futuro comune, un Salvatore comune che è Gesù Cristo e un compito comune che è quello di costruire una Bolivia con giustizia e progresso".
La Conferenza Episcopale della Bolivia ha svolto un ruolo di primo piano nel dialogo per assicurare un futuro democratico alla società boliviana (vedi Fides 28/11/2019). Se i primi accordi per assicurare il futuro pacifico della Bolivia sono riusciti perché nel paese esiste un vuoto Istituzionale e perché il popolo boliviano ha fiducia nella Chiesa, il processo di transizione verso la democrazia, dopo la rinuncia di Morales il 10 novembre, non è libero da rischi. La Presidente ad interim Jeanine Añez ha il mandato di tenere elezioni libere e pulite il più presto possibile, ma si trova anche a dover affrontare una situazione critica, determinata dalle forze della dittatura, dall'opposizione poco chiara, dal traffico di droga, dall'intervento esterno e dalla violenza.
(CE) (Agenzia Fides)